Dalle modifiche introdotte al Codice della strada dalla nuova legge 182, già pubblicata in Gazzetta Ufficiale, alle ultime comunicazioni della Direzione generale della Motorizzazione civile
Avete conseguito regolarmente una patente di guida, ma questa è scaduta da 5 anni o più?
Attenzione: per poter continuare a guidare, non sarà più sufficiente sottoporsi a una visita medica, ma servirà superare una sorta di nuovo mini-esame.
La modifica dell’articolo 126 del Codice della strada è una delle principali novità introdotte dalla legge 182/2022, che ha convertito il decreto legge 68 dello scorso giugno ed è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale ad agosto.
Patenti scadute da 5 anni: cosa fare
La scelta di subordinare la conferma della validità di una patente scaduta da oltre 5 anni all’“esito positivo di un esperimento di guida” è legata, come spiega il comma 8-ter del nuovo articolo 126, alla necessità di “comprovare il permanere dell’idoneità tecnica alla guida del titolare”.
Non è quindi escluso, pur trattandosi di una prova prevalentemente pratica, che l’esaminatore possa anche effettuare oralmente, nel corso dell’esame, anche domande teoriche.
Il nucleo dell’esperimento di guida è comunque costituito dall’“esecuzione di almeno una delle manovre e almeno tre dei comportamenti di guida nel traffico previsti per la prova di verifica della capacità e dei comportamenti per il conseguimento della patente della medesima categoria di quella posseduta”.
L’esito dell’“esperimento di guida”
Tra la prenotazione dell’esame e l’effettuazione concreta della prova, è comunque possibile continuare a guidare presentando la ricevuta rilasciata dagli uffici periferici del Dipartimento per la mobilità sostenibile.
Nel caso in cui l’interessato non si presenti il giorno dell’esperimento di guida, la patente viene però sospesa fino all’esito di un ulteriore esame, che può in ogni caso effettuarsi solo su richiesta dell’interessato.
“La sospensione – precisa il nuovo testo del Codice – decorre dal giorno successivo a quello fissato per la prova senza necessità di emissione di un ulteriore provvedimento”.
Qualora l’esame non sia superato, la patente è invece revocata “con decorrenza dal giorno stesso della prova”, pur essendo necessaria, come ha precisato il Ministero dell’Interno, l’emanazione del relativo provvedimento da parte della Motorizzazione.
In questi casi, per tornare a guidare, si dovrà superare nuovamente l’esame completo, compresa la parte teorica scritta.
Le novità per i neopatentati “B”
Tra le altre modifiche introdotte, quelle all’articolo 117 (“Limitazioni nella guida”) riguardano soprattutto i neopatentati.
Per le auto elettriche o ibride plug-in è infatti introdotto un limite di potenza specifica, riferita alla tara, per i veicoli che possono essere guidati da chi ha conseguito la patente “B” da meno di un anno.
Il nuovo limite di 65 kw per tonnellata, compreso il peso della batteria, esclude, come precisa il Ministero, l’applicazione del limite di potenza massima generico di 70 kilowatt previsto per i veicoli con motore termico.
Sono comunque previste delle eccezioni. In primo luogo, per i veicoli adibiti al servizio di persone invalide, purché queste siano presenti a bordo. Inoltre, il limite non si applica quando, “a fianco del conducente si trova, in funzione di istruttore, persona di età non superiore a 65 anni, munita di patente valida per la stessa categoria, conseguita da almeno 10 anni, ovvero valida per la categoria superiore”.
Arrivano le “calze” da neve
Non inserita nel Codice della strada, ma basata sulle ultime comunicazioni della Direzione generale della Motorizzazione civile, dal 15 novembre è in arrivo un’ulteriore novità per le strade italiane. Quando scatterà l’obbligo su tratti specifici della rete di utilizzare pneumatici invernali o avere a bordo le catene, questo potrà considerarsi adempiuto anche se il veicolo sarà dotato delle cosiddette “calze” da neve.
Le coperture in tessuto sintetico e materiale plastico da applicare alle ruote per aumentarne l’aderenza su ghiaccio e neve finora non erano omologabili e quindi non servivano per evitare la multa in caso di controllo. E questo perché, pur risultando più facili da montare, più leggere e non sottoposte alla ruggine, garantiscono un risultato inferiore alle altre soluzioni.
Il cambio di orientamento della Motorizzazione si lega anche all’aggiornamento delle regole europee intervenuto nel 2020.
Alberto Minazzi