Le compagnie stanno scommettendo sugli aeroporti di Venezia, Treviso e Verona, che presentano numeri in costante incremento
I grandi numeri del Polo Aeroportuale del Nord Est (Venezia-Marco Polo, Valerio Catullo di Verona e Antonio Canova di Treviso) certificano che l’espansione post-pandemia prevista e attesa finalmente è in atto.
Tanto che Camillo Bozzolo, direttore Sviluppo Aviation gruppo Save, mostra ottimismo anche per l’ultimo trimestre del 2022: “La forte ripresa dei mesi estivi porta in dote un positivo andamento ancora per novembre, primo periodo dell’attività invernale. Anche in questo caso, il trend è positivo tanto da confermare il target per l’intero anno” cioè 15 milioni di passeggeri nonostante proprio per via delle conseguenze della pandemia, tra 2021 e 2022 c’era stato “uno slittamento praticamente di un trimestre nella ripresa dei movimenti di passeggeri”.
Il 2022 quasi come il 2019
Poco più di un anno fa, di fronte a dati in crescita ma ancora fra grandi incertezze, voli a senso unico (quelli per gli Usa) e numerosi colli di bottiglia non tanto a Venezia o Verona, quanto all’estero (vedasi il problema dei bagagli e del personale poi letteralmente deflagrato nell’estate 2022), le analisi dovevano fare i conti con una realtà contraddittoria.
“Oggi non è più così -spiega Bozzolo comparando gli andamenti dei tre scali del gruppo –. Nei primi dieci mesi di quest’anno si è raggiunta la soglia dei 12,6 milioni di passeggeri. Vale a dire circa l’80% di quanto si era realizzato fra gennaio e ottobre del 2019, che rimane il nostro benchmark non solo perché anteriore alla pandemia, ma soprattutto perché quell’anno, fra Venezia e Treviso, si superarono i 15,3 milioni di passeggeri nei 12 mesi. Considerando anche Verona, si era a 18 milioni. Ci avviciniamo al record stabilito nel 2019”.
Marco Polo: consolidato il ruolo di terzo scalo intercontinentale italiano
L’avvio della stagione invernale ha coinciso con la sospensione di tutti i voli nord America, a cominciare dai collegamenti con Montreal e Toronto quest’anno per la prima volta operati direttamente da Air Canada, che ha voluto fortemente investire sulla proposta-Venezia.
Una scommessa non solo per i canadesi, ma anche per le altre compagnie, ovviamente a cominciare dalle low-cost, che hanno fatto bingo con un complesso di 1 milione di passeggeri al mese per un intero quadrimestre (giugno-settembre) e 8 milioni tra gennaio e ottobre.
In archivio i 9mila passeggeri/giorno che un anno fa sembravano un grande traguardo per il Marco Polo.
L’estate 2022 non solo ne ha consolidato il ruolo di terzo scalo intercontinentale italiano, ma ha pure posto le basi per una più ricca proposta per la stagione invernale sia internazionale che intercontinentale garantita per esempio dal collegamento ormai strutturale con Dubai targato Emirates.
Un aeroporto “ibrido”
Il Marco Polo è però un aeroporto “ibrido”: hub per il mondo imprenditoriale del Nordest
con clientela business che viaggia tutto l’anno, e scalo di riferimento per il turismo non più solo circoscitto a Venezia e il suo hinterland.
Controprova è la top ten dei Paesi collegati con l’Italia al primo posto, seguita da Francia, Gran Bretagna, Spagna, Germania, Stati Uniti, Grecia, Olanda, Austria, Turchia.
Un pacchetto che vale l’83% del traffico totale e obiettivo a 9,2 milioni per fine anno (80%).
Catullo di Verona: si rafforza l’orientamento turistico
Una classifica che invece a Verona vede, dopo i collegamenti domestic, il primato della Gran Bretagna seguita da Germania, Albania, Spagna, Grecia, Egitto, Irlanda, Olanda e Moldavia: da soli hanno rappresentato il 91% del traffico complessivo dal Catullo impegnato in una profonda opera di ristrutturazione e ampliamento funzionale a raggiungere alti standard per essere hub per il Garda (quindi anche versante lombardo e trentino) e al drenaggio di clientela sudtirolese che al momento si orienta su Innsbruck.
Il “raccolto” di passeggeri nei mesi estivi è stato particolarmente significativo quindi anche per Verona, con un massimo di 436mila passeggeri ad agosto che ha contribuito a raggiungere i 2,6milioni fra gennaio e ottobre, ovvero l’81% dell’analogo periodo del 2019.
A confermare il forte orientamento turistico del Catullo anche l’offerta di rotte per i mesi
invernali: Parigi e Barcellona ma soprattutto Gran Bretagna (compresa Edinburgo) primo mercato internazionale incoming per quest’area. E una lunga lista di destinazioni esotiche: scontate Capo Verde e Sharm El Sheikh, si gioca la carta Giamaica e Dakar.
“Il tutto per toccare i 3 milioni di passeggeri a consuntivo del 2022, che vuol dire l’83% rispetto al
2019” aggiunge Bozzolo.
Canova di Treviso: obiettivo 2,8 milioni di passeggeri entro fine anno
Meglio ha fatto il Canova di Treviso con dieci mesi a macinare risultati che corrispondono all’88% rispetto al 2019 e 2,2 milioni di passeggeri con volumi medi sul mese di 250mila.
Anche nel caso dell’aeroporto della Marca (hub per le terre del Prosecco) Save si attende un risultato che si avvicina ai 2,8 milioni di passeggeri che vale l’86% rispetto al 2019.
Colmato il gap con il periodo pre-pandemico, il Polo aeroportuale del Nord Est punta a quel traguardo già raggiunto nel 2019.
Camillo Bozzolo è un manager realista ma anche un infaticabile “salesman”.
Dei suoi aeroporti, del suo gruppo industriale, di Venezia e del Nordest: “Il sentiment è decisamente positivo. La fine degli orari estivi non ha coinciso con un drastico calo di passeggeri. Le compagnie stanno scommettendo sui nostri aeroporti, che presentano numeri in costante incremento. Una cosa è negoziare voli ma anche servizi con una manciata di milioni di passeggeri un’altra è usare l’effetto-leva di 15 milioni e oltre distribuiti fra tutto il sistema”.
Agostino Buda