Percorsi slalom e staffette: le olimpiadi della terza e prima età coronano il più ampio progetto di dialogo intergenerazionale in una casa di riposo di Marghera (VE)
Gli anziani che letteralmente “fanno squadra” con i bambini verso l’obiettivo comune della vittoria, dando vita a una collaborazione in cui ognuno dà il suo contributo. I più giovani spingendo la carrozzella o esibendosi in un esercizio di ginnastica ritmica a conclusione della prova: i più attempati tenendo in equilibrio su due pezzi di legno un pallone lungo il percorso di slalom.
Il Gruppo Orpea Italia, che le ha organizzate nella casa di riposo “Residenza Venezia” di Marghera, le ha battezzate “Olimpiadi della terza età” ed è previsto per il prossimo anno il completamento con una gara sui 100 metri in girello.
Ma sono molto più che una semplice competizione sportiva: sono il completamento di un progetto partito nel 2019, in cui attraverso le relazioni e il dialogo tra persone di età molto diverse si crea un reale arricchimento umano e sociale in tutti coloro che vi prendono parte.
“Ai benefici dell’attività fisica, elemento chiave nell’ottica di un invecchiamento sano – conferma Miriam Buso, direttrice della Residenza Venezia – vogliamo aggiungere quelli di un incontro intergenerazionale che promuova lo scambio e la condivisione, ma anche la comprensione e il rispetto della diversità”.
E la vita, così, può riservare sorprese a qualunque età.
Il progetto
Iniziata come occasione di incontro tra gli ospiti della struttura e gli alunni della scuola primaria “Filippo Grimani” di Marghera, l’iniziativa non si è fermata nemmeno durante il Covid. “Non potendo più organizzare gli incontri fisici – ricorda Buso – in quel periodo abbiamo sfruttato l’ampia sala cinema della residenza, creando opportunità di dialogo e scambio intergenerazionale in videoconferenza, per portare avanti la collaborazione”.
Se la festa per bambini e ospiti dell’ultimo giorno di carnevale 2020 all’interno della struttura è stata l’ultima prima del lungo periodo di restrizioni, la voglia di mantenere le relazioni con i piccoli amici, racconta la direttrice, ha portato gli ospiti a inventarsi occasioni di incontro, come le lezioni di storia per i bambini tenute in video da un anziano della Residenza Venezia. Ben lungi dalla spesso troppo diffusa idea dei vecchi come un peso per la società.
“Tra anziani e bambini – riprende Miriam Buso – si è venuto a creare un bel legame affettivo. I nostri ospiti hanno visto crescere i loro piccoli amici, che adesso sono arrivati a concludere il ciclo della scuola primaria. E hanno sofferto nel dover limitarsi per tanto tempo ai soli incontri in video, non essendo per ovvi motivi più possibili quelli in presenza. La giornata di gare ed allegria delle Olimpiadi della terza età è stata quindi un’occasione di grande gioia per chiudere insieme un ciclo”.
Le Olimpiadi della terza età
Slittata lo scorso anno proprio per le ultime restrizioni-Covid, la giornata di gare e allegria ha visto l’organizzazione, nel giardino della residenza, di una serie di giochi, con i 25 bambini della classe 5^ C e un paio di decine di ospiti, tutti pluriottantenni, divisi in 4 squadre organizzate sul posto il giorno delle gare.
“Ogni bambino – racconta la direttrice – si è preso “in carico” un ospite, ovviamente sotto la supervisione dei fisioterapisti, che hanno effettuato prima anche le prove generali”.
La gara ha previsto un salto iniziale dei bambini, che hanno poi preso la carrozzina con a bordo l’anziano, incaricato di trasportare il pallone. Giunti al traguardo, il testimone è passato alle bambine della ASD Ritmica Mestrina, che si sono esibite per completare il percorso.
“Alcuni anziani – sottolinea Buso – hanno svolto la prova due volte, perché, pur avendo un centinaio di ospiti, l’età media è di 85 anni, con anche qualche centenario, e non è stato quindi facile, pur utilizzando le carrozzine, selezionare quelli con caratteristiche cognitive e sanitarie adeguate”.
La giornata si è infine conclusa con la merenda comune, altro momento di bella condivisione tra giovani e anziani, con i bambini che sono stati quindi lasciati liberi di giocare a calcio nel giardino. “I nonni – sorride Buso – sono arrivati a sera stanchissimi, anche perché abituati a ritmi quotidiani più tranquilli, e molti hanno commentato la giornata sottolineando il fatto che i bambini non si stancano mai. Ma anche loro hanno ricevuto una grande carica e, una volta riposati, il giorno dopo erano tutti contentissimi”.
I benefici per giovani e anziani e i progetti futuri
Nessun ospite, sottolinea la direttrice, ha nemmeno manifestato paure di farsi male, alla vigilia. “Mi fido perché ci conosciamo” è stata la frase, riferita ai ragazzi, con cui hanno accolto la proposta, apprezzandola tantissimo già prima di affrontarla. “Anche gli insegnanti e il dirigente scolastico della Grimani – afferma Miriam Buso – credono molto in questa collaborazione, ritenendo il percorso utilissimo per i bambini nel loro approccio a disabilità e anzianità”.
Prima delle Olimpiadi, per esempio, a febbraio, per il carnevale, i bambini avevano scritto una storia (intitolata “Nonni supereroi”), che poi è stata sviluppata dagli anziani con le marionette in un teatrino realizzato, così come gli altri materiali, dagli stessi ospiti della residenza. E l’idea, sempre in collaborazione con la scuola, è adesso quella di ampliare il progetto il prossimo anno anche a scuole medie e materne del comprensorio, con progetti ad hoc a seconda delle età.
Una decina di giorni dopo le Olimpiadi della terza età, nel pomeriggio del 9 giugno, la Residenza Venezia è intanto di nuovo al centro di una bella e originale iniziativa: la sfilata di moda “Vie en rose”, realizzata in questo caso insieme a un atelier di abiti da cerimonia di Spinea, in cui insieme a una decina di modelle professioniste a sfilare sono stati ospiti e dipendenti della struttura. “Anche in questo caso – conclude Buso – tutti erano eccitati e c’è stata grande rivalità per essere scelti. Ma anche questo fa parte della vita”.
Alberto Minazzi