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Niente seni rifatti alle minorenni: il Ministero ribadisce le sanzioni

Niente seni rifatti alle minorenni: il Ministero ribadisce le sanzioni

20 mila euro di multa e sospensione dalla professione per 3 mesi per chi infrange la legge. Ma sempre più un seno nuovo arriva come regalo per il 18°

Rifarsi il seno è ormai una pratica diffusissima. Anche in Italia, dove si calcola che ogni anno circa 42 mila donne ricevono una protesi mammaria.
Quel che più fa riflettere è che circa 2 su 3, esattamente il 63%, decidono di sottoporsi all’intervento per ragioni puramente estetiche, con solo il restante 37% che vi è costretto per la ricostruzione della mammella dopo l’asportazione per tumori, traumi o malformazioni.
Ed è ancor più preoccupante la riflessione legata al fatto che sono sempre più le ragazze in giovane età che si sottopongono a questa pratica, molto spesso con il consenso dei genitori, che anzi in molti casi regalano l’intervento al compimento dei 18 anni, sottovalutando il rischio, sottolineato dal presidente della Società italiana di medicina estetica, Emanuele Bartoletti, di avere nel tempo problemi legati alle protesi.

seni

Il divieto di protesi mammaria sulle minorenni

Nel nostro Paese, dal 12 luglio 2012 è in vigore la legge che impone il “divieto di plastica mammaria alle persone minori”.
Le norme prevedono per i trasgressori pesanti sanzioni, che sono state ora confermate da una circolare operativa che il Ministero della Salute ha pubblicato in risposta alle richieste informative ricevute da parte dei professionisti del settore.
Salvo i casi di “gravi malformazioni congenite certificate da un medico convenzionato con il Servizio sanitario nazionale o da una struttura sanitaria pubblica”, gli operatori sanitari che eseguono l’impianto di una protesi a una paziente sotto i 18 anni sono puniti con una sanzione di 20 mila euro e dalla sospensione dalla professione per 3 mesi.

I registri delle protesi mammarie

La stessa legge 86 del 2012 istituisce anche il registro nazionale e i registri regionali degli impianti protesici mammari effettuati in Italia nell’ambito della chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica.
Al riguardo, la circolare ricorda l’obbligo per l’operatore sanitario di inserire nel registro, entro 3 giorni dalla data dell’intervento, i dati anagrafici e clinici degli assistiti e quelli della protesi impiantata o rimossa.
Lo strumento, che ricalca le analoghe iniziative di Svezia, Olanda, Regno Unito e Usa con l’ulteriore tutela legata alla gestione pubblica da parte del Ministero della Salute, è stato presentato a dicembre 2022. Tra le norme relative al registro, la previsione di una sanzione da 500 a 5 mila euro per chi non osserva l’obbligo di comunicazione, sul quale vigilano le Regioni.

Le finalità del registro

Oltre a fornire maggiori dati di analisi alla comunità scientifica per i monitoraggi epidemiologici a scopo di studio e di ricerca scientifica, il registro nazionale, alimentato da quelli regionali, si presenta come uno strumento pensato per favorire la sicurezza delle pazienti.
Attraverso la raccolta dei dati sulle protesi impiantate e rimosse è infatti possibile tracciare ogni protesi, anche non impiantata, rendendo più facile il richiamo dei prodotti in seguito a eventuali segnalazioni di problemi e la rintracciabilità tempestiva dei pazienti in caso di necessità di specifici controlli periodici o di eventuale espianto.

Alberto Minazzi

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