È nata a Mestre e grazie alla Tv è entrata nelle case degli italiani presentando la cucina nazionale. Elisa Bagordo, conduttrice di Mela Verde, racconta il suo rapporto con il territorio
Elisa Bagordo, nata a Mestre ma residente a Milano, è uno dei volti veneti approdati nel jet set televisivo dopo una gavetta lavorativa che l’ha portata a sperimentarsi in ruoli differenti. La sua ascesa comincia nel 2002, quando partecipa a Miss Italia vincendo la fascia di Miss Cotonella, e aggiudicandosi così, il settimo posto. Per due stagioni consecutive partecipa come schedina a “Quelli che il Calcio”e poco dopo approda a Sky Sport 1 conducendo con Marco Cattaneo, “1×2 Generation”. Dopo l’esperienza del reality e la presenza, come meteorina, al TG4, dal 2009 il suo grande successo al fianco di Edoardo Raspelli nella conduzione di Mela Verde, programma che gira l’Italia per scoprire e presentare le tradizioni e la cultura della cucina nazionale. Se è vero che belle si nasce è altrettanto vero che brave si diventa ed Elisa tiene alta la bandiera di tutte le ragazze di bell’aspetto che con sacrifici e determinazione lavorano offrendo, come proprio biglietto da visita, la professionalità.
Elisa tu sei nata a Mestre, ma per motivi lavorativi hai girato tutta l’Italia. Vivi ancora qui? «No, ma torno a casa appena posso. Ho la mia base a Milano. In passato, per motivi lavorativi, sono stata anche a Roma e qualche volta ci ritorno volentieri».
Hai nostalgia della tua città? C’è qualcosa, in particolare, che ti manca? «Si, e forse è questo che non mi permette di andare avanti al meglio nel mio lavoro, perché, alla fine, torno sempre a casa. Anche Milano o Roma possono essere luoghi in cui vivere bene ma nel cuore la mia casa è quella dove sono cresciuta, il nido che i miei genitori hanno creato e dove, qualsiasi cosa, mi trasmette serenità. La sensazione di alzarmi e dire “sono tranquilla a casa” è impagabile. Una cosa che mi manca molto è il mio giardino, perché mi rilassa e perché a Milano non esiste. È la mia valvola di sfogo, se sono arrabbiata prendo e lo sistemo. Mi rende soddisfatta vedere che qualcosa cresce per merito mio e delle mie cure».
Da queste tue parole si capisce che ami molto la natura e il mondo rurale. È una passione che hai sempre avuto o l’hai sviluppata presentando Mela Verde? «Per me il rapporto con la natura è sempre stato fondamentale. Fin da piccola sono stata legata a quello che si chiama “mondo natura”. Mi piace fare dei paragoni tra quello che abbiamo oggi e ciò che c’era un tempo, osservando, che le cose non sono cambiate. Io devo ringraziare il produttore di Mela Verde che mi ha dato questa enorme possibilità, sviluppando un interesse già presente in me. In questo caso è stato il programma che ha scelto me: era una trasmissione che mi calzava a pennello».
Mela Verde è un programma che permette di conoscere realtà nuove e uniche nel loro genere. Come hai vissuto questa opportunità? «Benissimo, è stata un’esperienza più che positiva. È un programma pulito che parla di qualcosa di serio e interessante, cosa, oggi, molto rara. Ma ci vuole molto impegno. In televisione si vede un’ora di puntata mentre in realtà, per farla, ci vogliono circa 10 giorni di lavoro: 3 giorni in cui registro io, 3 giorni in cui registra Edoardo Raspelli e poi c’è il montaggio finale. La soddisfazione finale, però, è tanta».
Quest’anno si festeggiano i 150 anni dell’ Unità d’Italia. Girando lo stivale, tra piazze e campanili, che idea ti sei fatta del nostro paese e della nostra popolazione? «La vera America è qui in Italia: noi italiani sappiamo stare sempre bene sia quando siamo alle stelle sia quando ci troviamo nelle stalle. Dobbiamo solo credere di più nelle nostre possibilità, lavorando con onestà e trasparenza».
Qual è il tuo rapporto con il Veneto e quali sono i prodotti tipici del nostro territorio maggiormente conosciuti in Italia? «Amo la mia regione. Siamo venuti con Mela Verde nel Veneto svariate volte. Ho fatto una puntata a Padova parlando dei prodotti della IV gamma. Poi siamo stati a Cavallino-Treporti e abbiamo parlato dei crostacei e di tutti i tipi di molluschi. Il prodotto tipico veneto più conosciuto in Italia è sicuramente il radicchio trevigiano. Di solito si pensa che i piatti sofisticati siano i più conosciuti e più importanti, che diano un tocco particolare alla tavola, ma per esperienza posso affermare che, alle volte, con dei piatti semplici si ottiene un miglior risultato».
Oltre alla tua carriera lavorativa sei impegnata anche nel sociale come madrina della Nazionale Magistrati di basket. Cosa rappresenta per te questa esperienza? «Il basket, come la pallavolo, il nuoto o il rugby mi piace perché i giocatori e soprattutto i tifosi sono veri sportivi: accettano la sconfitta come una cosa che oggi tocca a me e domani potrebbe toccare a te. Cosa che non riscontro nel calcio, ad esempio. Perciò sono onorata di fare da madrina alla nazionale di basket magistrati che ogni anno disputa delle partite a scopo benefico e che opera soprattutto in Sicilia. L’obiettivo è quello di diffondere il più possibile valori essenziali e spesso trascurati come il rispetto delle regole e il senso della legalità».
Nonostante la tua giovane età hai fatto già una buona gavetta lavorando molto nel corso di questi anni. Con uno sguardo al futuro, quali sono le tue aspirazioni? «Tante, ho un cassetto che non riesco a chiudere perché colmo di sogni e idee. Di continuare sicuramente con questo lavoro perché interessante e stimolante ma di riuscire soprattutto a fare la differenza. Nell’ambito sportivo, invece, non vi posso anticipare nulla ma ci saranno delle manifestazioni importanti che mi vedranno come protagonista!»
DI MICOL STELLUTO
Arte e Cultura +
NIENTE COME IL RADICCHIO DI TREVISO
27 Aprile 2011
Tag: Elisa Bagordo, Treviso