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Natale triste e povero. A Venezia 3 milioni di euro per le famiglie

Natale triste e povero. A Venezia 3 milioni di euro per le famiglie

Dalle bollette ai farmaci, sempre più famiglie alle prese con difficoltà economiche di vario tipo. Dai Comuni aiuti e appelli. Il caso Venezia

Sono sempre più le famiglie che, anche a Natale, non avranno molti motivi di far festa.
Perché, sebbene i Comuni e le altre realtà territoriali stiano moltiplicando gli sforzi per provare ad attenuare gli effetti della crisi economica, la povertà è purtroppo una realtà che colpisce sempre più persone. E in sempre più forme.
Dalle bollette che non si riescono a pagare, a farmaci e visite mediche che per molti sono diventati un lusso, alla stessa casa di abitazione, si moltiplicano i rapporti dai quali emerge uno spaccato sempre più drammatico della società.
Le difficoltà sono oggettive. E le stesse Amministrazioni comunali fin qui virtuose rischiano di chiudere nei tempi prefissati il bilancio con conti in rosso.

L’allarme di Anciveneto

A richiamare l’attenzione su queste problematiche, nelle ultime ore, è stato il sindaco di Treviso e presidente di Anciveneto (l’associazione dei Comuni della regione), Mario Conte. Che, in primo luogo, ha ricordato come se dopo il Covid, sono quintuplicate le richieste di aiuto da parte delle famiglie, con l’aumento delle bollette gli amministratori locali si attendono un ulteriore aumento esponenziale di chi, vincendo anche la vergogna di chiedere una mano, sarà costretto dalla necessità a domandare un sostegno da parte delle pubbliche autorità.

Carovita: un problema al quale i comuni si trovano a dover far fronte

I 350 milioni di euro di contributi per Comuni e Città Metropolitane, annunciati dal Governo all’interno della manovra posssono risultare insufficienti.
Anche perché, ha sottolineato Conte, se i 563 Comuni veneti fino a oggi sono riusciti a mantenere i conti sempre in ordine, molti di loro si stanno trovando in condizioni in cui a venir meno non sono solo i magari piccoli avanzi di bilancio. Oltre a chiedere risorse da destinare agli aiuti alle famiglie, Anciveneto auspica quindi l’arrivo di fondi per poter pagare le utenze di strutture pubbliche come palestre o teatri e una dilazione fino a marzo dei tempi per la chiusura dei bilanci.

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Bollette e deprivazione abitativa

Già a ottobre un’indagine di Facile.it aveva sottolineato che, nei primi 9 mesi del 2022, 4,7 milioni di italiani si erano trovati nella condizione di non essere in grado di pagare una o più bollette di luce o gas. Si tratta del 10,7% degli utenti, con punte dell’11,5% nel centro Italia. E altri 3,3 milioni, in quell’occasione, hanno dichiarato di temere di non poter far fronte a ulteriori rincari. Va quindi sottolineato che, per il 62% del totale, si è trattato della prima volta in cui non sono riusciti a pagare la bolletta. E va aggiunto che, sempre tra gennaio e settembre, 2,6 milioni di italiani hanno saltato il pagamento di rate del condominio.
Proprio la casa, intesa come servizio e non come bene di investimento, è un altro tema dal quale emerge l’evidenza di un aumento delle persone in condizione di povertà.
Alle prese con quella che il primo rapporto Federproprietà-Censis definisce “deprivazione abitativa” sono il 5,9% delle famiglie italiane.
A cercare abitazioni a prezzi sostenibili sono, secondo il report, categorie diverse di persone: dai disoccupati, chi non è in condizioni di lavorare o ha un lavoro a forte mobilità, a chi è in una condizione più ampia di povertà o disagio, a chi è alle prese con costi sanitari prolungati rilevanti.

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La povertà sanitaria in Italia

Anche la stessa possibilità di curarsi, ormai, non è più da considerarsi alla portata di tutti.
Il 10° rapporto di Banco Farmaceutico sulla povertà sanitaria in Italia quantifica in 390 mila persone coloro che si trovano in condizioni di doversi rivolgere alle 1.806 realtà assistenziali convenzionate col Banco per ricevere gratuitamente farmaci o cure.
Si tratta di una percentuale pari al 7% dei 5 milioni e 571 mila italiani (il 9,4% dei residenti nel nostro Paese) che sono in condizioni ritenute di povertà assoluta.
Del resto, sottolinea il report “Donare per curare”, nel 2021 il 43,5% della spesa farmaceutica, pari a 3,87 miliardi di euro, è stata pagata dalle famiglie, con un incremento del +6,3% rispetto al 2020. E il budget mensile da destinare alla salute per chi è indigente è pari ad appena 9,9 euro, di cui 5,85 (il 59%) per l’acquisto di farmaci da banco, non coperti dal Servizio Sanitario Nazionale, contro i 66,83 (di cui 26 euro, il 39%, per i medicinali) di chi non si trova in povertà. Ma le difficoltà riguardano tutti: oltre 4 milioni e 768 mila famiglie (per complessivi 10,9 milioni di persone), il 15% del totale (con la punta del 27% per le famiglie povere), lo scorso anno, hanno rinunciato a visite mediche.

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Il caso Venezia

Da Venezia, nel frattempo, il sindaco e presidente di Coraggio Italia Luigi Brugnaro lancia l’allarme: “servono azioni subito – dice- dobbiamo efficientare lo Stato. La situazione è preoccupante: dipendenti in cassa integrazione, chiusura delle aziende, povertà”.
Ai tanti cittadini che, anche a Venezia, hanno bisogno di un sostegno per mettere insieme il pranzo con la cena, per garantire il necessario ai propri figli e per vivere, nel frattempo, l’amministrazione ha annunciato di aver destinato 3 milioni di euro.

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Un pacchetto di misure per aiutare i nuclei familiari in stato di disagio economico e abitativo e che arriva dopo un precedente stanziamento di 1,5 milioni di euro che hanno consentito al comune di Venezia di tendere la mano a 6100 famiglie.
“Fare buona Amministrazione vuol dire saper anche efficientare il bilancio comunale e saper accantonare risorse che poi consentano di andare a sostenere i cittadini nel momento in cui ci siano situazioni di difficoltà- ha esordito il sindaco Brugnaro- Speravamo che il 2022 fosse l’anno della svolta ma è evidente che non è così”.
Gli ulteriori 3 milioni di euro andranno incontro a una diversa fascia di famiglie. Sono quelle che finora sono riuscite a stento a sostenere le nuove emergenze e che ora rischiano di non farcela ad andare avanti.

Chi può richiedere il contributo

Gli aiuti potranno arrivare a 300 euro a famiglia ma saranno divisi in due tranche.
La prima metà della somma accantonata sarà infatti elargita entro la fine del 2022 e la seconda entro la metà del 2023.
A esser sostenuti saranno i canoni di locazione per l’abitazione di residenza, le spese condominiali e le utenze domestiche.
Potranno richiedere di beneficiare del contributi i cittadini veneziani con Isee pari o inferiore a 20 mila euro.
Le spese dovranno ovviamente essere documentate attraverso modalità di pagamento tracciabili e la somma destinata sarà erogata direttamente sul proprio conto corrente.
La richiesta del contributo potrà essere avanzata a partire dalle 12 di giovedì 15 dicembre fino alle 12 di venerdì 30 dicembre attraverso la piattaforma del comune di Venezia DIME.

Alberto Minazzi

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