È partita subito in quarta, la 78^ edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Dopo le standing ovation della serata inaugurale riservate dal pubblico della Sala Grande al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al Leone d’Oro alla carriera, Roberto Benigni, la seconda giornata ha visto come grande protagonista un altro premio Oscar italiano: il regista napoletano Paolo Sorrentino. E, anche per lui, applausi a scena aperta, durati oltre 7 minuti, al termine della proiezione del suo nuovo film: “È stata la mano di Dio”.
Il film di Sorrentino
La pellicola presentata a Venezia dal regista che ha ricevuto nel 2014 l’ambita statuetta dell’Academy Award per “La grande bellezza” è probabilmente la più autobiografica del 51enne Sorrentino. È infatti ambientata nella Napoli degli anni Ottanta, quella in cui il giovane Paolo rimase orfano a solo 16 anni, e si ispira a una storia vera. Un film che uscirà in alcune sale cinematografiche selezionate solo il prossimo 24 novembre, prima della distribuzione su Netflix a partire dal 15 dicembre.
Un omaggio a Maradona
Quella raccontata dal film è la Napoli che impazziva per l’arrivo di Diego Armando Maradona, che ha regalato al club partenopeo gli unici due scudetti della sua storia, ma è stato per la città molto più che un semplice calciatore. E, non a caso, Sorrentino ha voluto omaggiare il campione recentemente scomparso sfilando all’esterno del Palazzo del Cinema accompagnato dalle note di “Live is life”. Ovvero il brano degli Opus del 1985 che fece da sottofondo ai palleggi del “Diez” sul prato dello stadio di Monaco di Baviera prima della semifinale di Coppa Uefa.
Mostra di stelle
Il film di Sorrentino è stato il primo, tra i cinque italiani in concorso alla Mostra. Come di consueto, in passerella si sono presentati, insieme al regista, i protagonisti della pellicola. Volti noti come Tony Servillo o la coppia formata da Luca Zingaretti e Luisa Ranieri. Perché il Festival di Venezia, nonostante le restrizioni legate al Covid, resta pur sempre una parata di stelle. E se il muretto anti-assembramenti impedisce al pubblico la visione del tappeto rosso, gli appassionati hanno fatto di necessità virtù, spostandosi semplicemente di pochi metri, sulla terrazza dell’hotel Excelsior.
Così, al Lido, si è vista anche una star internazionale come Kirsten Dunst, accompagnata dal fratello Christian, per la proiezione di “The power of the dog” della regista Jane Campion, che vede tra i protagonisti (anche lui presente in passerella) anche Benedict Cumberbatch, divenuto noto per la sua reinterpretazione in chiave moderna di Sherlock Holmes e ora uno degli attori più apprezzati. E poi il fascino di Matt Dillon e Zoe Saldana, mentre oggi sarà la volta di Kirsten Stewart (nel film in cui interpreta Lady Diana) e l’idolo delle giovanissime Timothée Chalamet. E siamo solo all’inizio, visto che la Mostra si chiuderà solo l’11 settembre.
Mostra oltre le difficoltà
Al Lido di Venezia, dunque, si prova a respirare un po’ di sana mondanità. Certo, per il ritorno al clima pre-Covid ci vorrà ancora molto tempo. Così come, anche allargando la prospettiva oltre l’emergenza sanitaria, la sempre delicata situazione internazionale, a partire dall’Afghanistan, impone l’adozione di rigide misure di sicurezza a 360 gradi. Se ne è reso conto chi, in questi giorni, ha superato i varchi d’accesso alla cittadella del cinema. I controlli, dalla temperatura, alle borse, al Green Pass, richiedono infatti tempo e anche la Biennale si è adeguata, consentendo l’ingresso in sala anche con un sia pur contenuto ritardo.
Ma la voglia di normalità, da riconquistare anche attraverso la semplice visione di un film, è palese. Basti pensare che, dei 28 mila biglietti disponibili, ne sono rimasti in vendita ormai ben pochi: si dice meno di 5 mila. E nemmeno chi ha l’accredito ha la certezza di poter accedere in sala. Pur essendo necessaria la prenotazione, la limitazione della capienza al 50% riduce infatti oggettivamente i posti disponibili. Ma chi è alla Mostra lo sa: esserci val bene anche qualche sacrificio.
Alberto Minazzi