” Il Mose potrebbe ancora rispettare i tempi di consegna, previsti per dicembre 2021 e addirittura barriere e paratoie potrebbero entrare in funzione già dalla primavera prossima, ma bisogna andare avanti. Deve intervenire il governo.
Due commissari hanno tra le mani un giocattolo di 6 miliardi di euro e nessuno chiede conto del perché le cose non procedono”.
Roberto Linetti
Provveditore delle opere pubbliche
La denuncia è forte, ma non si nasconde dietro a un dito il Provveditore interregionale delle opere pubbliche Roberto Linetti. E’ stato chiaro con i diretti interessati, convocati nell’intento di trovare la quadra e lo è stato anche alla Camera, dove di fronte ai parlamentari della commissione Ambiente ha spiegato come Venezia si trovi di fronte a una vera e propria anomalia.
“Serve un cambio di marcia – dice – Ci sono tutti gli strumenti per poterlo fare. Non c’è il codice degli appalti qui che possa rallentare. C’è un Consorzio di privati con i suoi progettisti, le sue imprese, le sue competenze. Vogliamo farlo saltare? Non si guarda avanti, si è perso di vista lo scopo di arrivare all’obiettivo ma il Mose – ribadisce – deve essere completato e deve funzionare. Deve esserci un cronoprogramma da rispettare, anche perché stiamo parlando di un’opera elettromeccanica realizzata sotto il mare. L’obiettivo va raggiunto il più presto possibile, altrimenti rischiamo, come accaduto con i buchi sulle tubature dei cassoni di Malamocco, di spendere molto più di quello che già si spende e di farlo per una manutenzione che arriva prima ancora dell’uso. I lavori devono essere conclusi al più presto”.
Ma quanto manca ancora alla fine del Mose?
«Mancano circa 560 milioni di lavori da fare – spiega – opere interamente finanziate, e un diagramma che va a zero è una anomalia che va assolutamente segnalata, anomalia che non può essere solo dovuta a personale non capace e imprese svogliate». Ci sono «molte difficoltà – prosegue – ma il commissariamento ormai dura da 4 anni».
Linetti alla Camera: «Cantieri del Mose fermi, ma ci sono i soldi per finire e fare il primo anno di manutenzione»
Finanziamenti
Eppure i soldi ci sono: I finanziamenti statali in passato sono stati scaglionati, ma oggi ci sono tutti e sono anche superiori ai lavori da fare. I fondi disponibili ammontano a 1.047 milioni e bastano per terminare i lavori, rifare opere che si sono guastate o sono venute male e per avviare l’opera, oltre che per la manutenzione fino al primo anno di gestione.
Le principali strutture sono già concluse, sono da terminare i lavori ambientali, di restauro e di impiantistica.