L’attrice, protagonista del cinema e poi della tv, si è spenta a quasi 91 anni nella sua abitazione di Roma
“Voglio che sia l’avventura più bella della mia vita”. Una frase in cui c’è davvero tutta Sandra Milo e la sua inesauribile energia e voglia di vivere.
L’ha pronunciata a quasi 90 anni di una vita tutt’altro che banale. Ed è stata riportata in un trailer della sua penultima fatica televisiva (l’ultima è la serie comedy “Gigolò per caso”), il reality “Quelle brave ragazze”: un viaggio avventuroso condiviso con altre tre “gran dame” dello spettacolo italiano come Mara Maionchi (per entrambe le stagioni), Orietta Berti e Marisa Laurito.
Oggi, 29 gennaio 2024, quella vitalità si è spenta. Sandra Milo è morta nella sua abitazione romana, circondata dai suoi familiari, che ne hanno dato l’annuncio.
“Sandrocchia”, come la chiamava il grande Federico Fellini, di cui fu la “musa”, perché il soprannome le si addiceva in quanto “sapeva di croccante”, è partita per il suo ultimo viaggio.
Da Salvatrice Elena a Sandrocchia: una vita in primo piano
Salvatrice Elena Greco, questo il nome all’anagrafe di Sandra Milo, avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 11 marzo, data in cui vide la luce a Tunisi, da padre siciliano e madre toscana, trascorrendo poi l’infanzia proprio in Toscana, prima a Vicopisano e poi a Viareggio.
Una vita tumultuosa fin da ragazza, con il matrimonio a soli 15 anni con un marchese, dal quale si separò, con annullamento da parte della Rota Romana, dopo soli 21 giorni, mettendo comunque al mondo un figlio, che però morì alla nascita per parto prematuro.
L’inizio di una lunga carriera
L’ingresso nel mondo del cinema avvenne a 22 anni, nel 1955, nel film “Lo scapolo” con Alberto Sordi. E fin dalla prima pellicola riuscì a colpire il pubblico, anche per le misure da maggiorata abbinate alla voce acuta da bambina che la caratterizzò anche negli anni a venire.
Da qui l’avvio di una carriera che vide dopo soli 4 anni il primo ruolo di primo piano: una prostituta in “Il generale Della Rovere” di Roberto Rossellini, prodotto dal greco Moris Ergas, che poi la sposò nella vita reale e le diede la figlia Deborah. Al fianco della Milo, in quell’occasione, c’era Vittorio De Sica.
Ma furono anche tanti altri i partner cinematografici di livello. Basta ricordare alcuni nomi: Jean-Paul Belmondo, Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e, dopo un anno in cui la stella di Sandra sembrò eclissarsi, Totò, Ugo Tognazzi o Aldo Fabrizi. Fino all’incontro, nel 1963, con Federico Fellini.
Il grande cinema e la vita privata
Con le pellicole del regista riminese “8 e mezzo” e “Giulietta degli spiriti”, Sandra Milo vinse due Nastri d’argento come miglior attrice non protagonista, proseguendo con buoni risultati la carriera cinematografica fino alla pausa del 1968 per dedicarsi alla famiglia, tornando sul grande schermo solo nel 1979.
Fellini, racconta il gossip, fu uno dei tanti uomini a cui si legò “Sandrocchia”. Una relazione clandestina di 17 anni, a fianco dei legami ufficiali. Da quello con Ottavio De Lollis, nacquero Ciro (protagonista involontario di uno dei più crudeli scherzi della tv italiana, in cui fu fatto credere in diretta alla Milo che il figlio fosse morto) e Maria Azzurra, con cui fu coinvolta, senza conseguenze, nella strage di Fiumicino nel 1985.
L’amore con Bettino Craxi e la tv
Un’altra liaison molto chiacchierata fu quella con il leader del Partito Socialista, Bettino Craxi, negli anni ’80, in cui prese quota la seconda parte di carriera della Milo: quella televisiva. Tra le molte trasmissioni condotte, la più famosa fu probabilmente “Piccoli fans”, spazio pomeridiano dedicato ai bambini in onda tra il 1985 e il 1989.
All’inizio degli anni ’90, il passaggio dalla Rai a Mediaset e la prosecuzione, sempre con lo stesso entusiasmo, di una carriera multiforme: dalla conduzione ai reality, dai ruoli di opinionista a quelli di attrice di fiction, ancora cinema e anche teatro. E con tanti riconoscimenti, a partire dal Grand Prix Corallo alla carriera ricevuto a Md Alghero nel 2017 e soprattutto il David di Donatello, sempre alla carriera, del 2022.
Messaggi di cordoglio sono giunti dal mondo del cinema e da istituzioni.
Tra questi, il ricordo della Biennale di Venezia che, nelle persone del Direttore artistico del Settore Cinema, del Direttore generale e del Consiglio di amministrazione, hanno ricordato con “grande affetto e stima l’attrice icona del cinema italiano d’autore, indimenticabile e versatile interprete sia sul versante drammatico, sia su quello della commedia”.
Già a partire dagli anni ’50, Sandra Milo fu una presenza costante alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e non ha mancato nemmeno all’ultima, l’80° edizione del 2023.
Tra i film d’autore con cui Sandra Milo ha partecipato a Venezia, la Biennale ricorda: nel 1959 Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini (Leone d’oro ex aequo con La grande guerra di Mario Monicelli), nel 1960 Adua e le compagne di Antonio Pietrangeli, nel 1961 Vanina Vanini di Roberto Rossellini, nel 1964 La donna è una cosa meravigliosa di Mauro Bolognini, nel 1965 Giulietta degli spiriti di Federico Fellini, nel 1982 Grog di Francesco Laudadio.
Alberto Minazzi