Due bambini morti nel Texas, Bassetti: “La vaccinazione è oggi l’unico strumento per evitare danni”. L’Italia tra i primi 5 Paesi Ue/See per casi nell’ultimo anno
L’epidemia di morbillo scoppiata a fine gennaio negli Stati Uniti ha superato quota 607 casi, di cui 480 (con 56 ricoveri) nel Texas. Ed è proprio dal grande stato occidentale degli Usa che, negli ultimi giorni, sono arrivate le drammatiche notizie relative a due bambini, rispettivamente di 6 e 8 anni che hanno perso la vita. Entrambi non vaccinati, come non era immunizzato il 97% degli americani che ha contratto la malattia esantematica.
Un doppio dramma che, nonostante i gruppi no-vax continuino a parlare di errori medici, ha portato lo stesso segretario alla Salute, Robert F. Kennedy, che finora si era mostrato vicino a queste posizioni, a fare retromarcia, ammettendo in occasione del funerale della seconda bambina che il modo più efficace per la prevenzione del morbillo è il vaccino trivalente contro morbillo, parotite e rosolia (Mpr). Una considerazione che si lega anche al fatto che, se non dovesse frenare la diffusione della malattia, gli Usa rischieranno di perdere lo status di Paese che ha battuto il morbillo, ottenuto nel 2000.
Bassetti: “Nessuna titubanza sui vaccini pediatrici”
“Purtroppo – commenta Matteo Bassetti, direttore della clinica Malattie infettive del San Martino di Genova – da qualche mese a questa parte a sovrintendere alla salute negli Stati Uniti c’è chi ha fatto dell’antivaccinismo e dell’antiscienza il proprio manifesto. E alla fine si vedono i risultati, che sono purtroppo la morte di due bambini. E chissà quanti altri rimarranno danneggiati e avranno gravi complicanze dal morbillo. Perché non si capisce, o non si vuole capire, che l’unico strumento che oggi abbiamo per combattere il morbillo e far sì che questa malattia non faccia danni è quello della vaccinazione. Sui vaccini pediatrici delle malattie esantematiche non bisogna mai avere titubanza e chi ce l’ha, come Robert Kennedy Jr., fa dei danni enormi e, soprattutto all’interno di alcune comunità, quasi dà delle certezze al loro tipo di atteggiamento. Quindi mi auguro che non ci sia più alcun ripensamento, alcun tentennamento e che si cambi profondamente il modo di pensare. Non esiste, non è tollerabile che a fare il ministro della Salute americano ci sia un “no-vax”: non dovrebbe essere accettabile per un popolo profondamente democratico ed evoluto come quello americano. Mi auguro che ci siano dei cambi rapidi prima che si vedano in futuro dei danni ancora maggiori”.

Morbillo: la situazione in Italia
Nel nostro Paese, la diffusione del morbillo è sottoposta a un monitoraggio coordinato dal Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, che pubblica mensilmente un bollettino relativo anche alla rosolia.
Se, dall’ultimo numero del bollettino uscito a marzo, di questa seconda malattia non risultano casi nei primi due mesi del 2025, dal 1° gennaio al 28 febbraio 2025 i casi di morbillo sono stati invece 127 (117 confermati in laboratorio), con un’incidenza pari a 12,9 per milione d’abitanti. Solo 6 regioni (Piemonte, Valle d’Aosta, Umbria, Abruzzo, Molise e Basilicata) non hanno segnalato casi, mentre ne ha registrati ben 40 la Sicilia (che ha l’incidenza più alta: 50,1 per milione di abitanti) e si arriva al 79,5% dei casi (101 su 127) aggiungendo Lombardia (14), Lazio (13), Veneto (9), Marche (9), Liguria (8) e Campania (8). Con 4 casi, la Provincia di Trento è invece seconda per incidenza (44 casi per milione di abitanti). L’età media dei malati è pari a 30, con un 52% di casi concentrata nella fascia tra 15 e 39 anni, anche se l’incidenza più alta (60,4 casi per milione) è in quella da 0 a 4 anni. L’ambito di trasmissione del contagio, noto per il 48% dei casi, è principalmente quello familiare (55,7% del totale), con un 21,3% avvenuto in ambito sanitario, il 14,8% durante viaggi internazionali e il 6,6% in ambito lavorativo.
L’andamento dei contagi nel medio periodo
Il bollettino riassume anche l’andamento dei casi di morbillo in Italia dal 1° gennaio 2023 al 28 febbraio 2025.
Dopo un iniziale periodo di bassa incidenza fino ad agosto 2023, si è iniziato a osservare un successivo aumento graduale, fino al picco di 181 casi ad aprile 2024. C’è stata poi una discesa fino a ottobre dello scorso anno (35 casi segnalati e un nuovo picco a gennaio 2025, quando i casi sono stati 74.
“Il morbillo – commenta il bollettino – continua a circolare nel nostro Paese e l’Italia è tra i 5 Paesi che hanno segnalato il maggior numero di casi nell’Unione Europea/Spazio Economico Europeo tra il 1° febbraio 2024 e il 31 gennaio 2025, con oltre 1.000 casi segnalati”. L’Ufficio regionale europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea poi che il morbillo è una delle malattie infettive più contagiose e può facilmente attraversare i confini geografici.
In questo momento, non a caso, epidemie di morbillo si stanno verificando in ogni regione del mondo. E, secondo una valutazione recente dell’Ecdc, l’agenzia europea del farmaco, i casi di morbillo potrebbero continuare ad aumentare nei prossimi mesi nell’Ue/See.
Il peso della vaccinazione
Sempre l’Oms ricorda anche che una persona infetta può trasmettere il morbillo a circa il 90% dei contatti stretti suscettibili, cioè non vaccinati o non immuni, e quindi può causare epidemie in qualsiasi comunità in cui le coperture vaccinali sono inadeguate. Tornando così ai dati relativi ai primi 2 mesi del 2025, il 90,4% dei 115 casi segnalati in Italia di cui era noto lo stato vaccinale ha colpito persone non vaccinate, più un altro 7% di vaccinati con una sola dose, mentre solo in un caso la malattia ha colpito un vaccinato con 2 dosi. Anche tra gli operatori sanitari colpiti, 10 su 13 non avevano effettuato la vaccinazione. Ci sono stati inoltre 8 casi di morbillo in bambini con meno di 1 anno, che quindi non possono essere vaccinati. “La vaccinazione – evidenzia l’Iss – protegge non solo il singolo, ma anche la comunità”, comprese le persone con immunodeficienza. Per ottenere questo risultato, però, servirebbe almeno il 95% della popolazione con almeno 2 dosi di vaccino.
In Italia, secondo i dati recentemente pubblicati relativi al 2023, sono però coperti con la prima dose il 94,6% di bambini fino a 2 anni (nel 2022 si era al 94,4%), ma solo l’84,8% in bambini di 5-6 anni, in discesa dall’85,1%. Si riscontrano anche notevoli differenze tra regioni: la forbice va dall’83,8% al 97,3% per la prima dose e dal 71% al 94,2% per la seconda. E se solo 10 regioni hanno raggiunto l’obiettivo del 95% per la prima dose, nessuna ha toccato questa soglia per la seconda.
La protezione del vaccino e i rischi di complicanze
Il vaccino Mpr, aggiunge il bollettino, “è ampiamente studiato e usato nel mondo ed è un vaccino sicuro ed altamente efficace”.
Si stima infatti che “negli ultimi 50 anni la vaccinazione contro il morbillo abbia evitato 94 milioni di decessi nel mondo”.
Anche per questi motivi, considerando anche che la maggior parte dei casi segnalati riguardano adolescenti e giovani adulti fino a 39 anni, si sottolinea l’importanza, insieme alle vaccinazioni in età pediatrica, di fornire opportunità di vaccinazione contro il morbillo a persone in età più avanzata che non si siano vaccinate in precedenza, non abbiano completato il ciclo vaccinale o non abbiano mai acquisito la malattia. Il morbillo, del resto, può avere complicanze importanti. Tra queste, polmonite (1 caso su 20) ed encefalite (1 su 1.000, con esiti permanenti nel 20%-30% dei casi), mentre la morte, legata principalmente a complicanze respiratorie e neurologiche, si presenta nei Paesi industrializzati in 1 caso ogni 1.000. In Italia, nel 2025, il 37,8% dei casi ha riportato per esempio almeno una complicanza, a partire da polmonite e diarrea, con anche un caso di encefalite in un giovane adulto non vaccinato. Infine, nel 56,7% dei casi si è reso necessario un ricovero ospedaliero e nell’11% una visita in Pronto soccorso.
Alberto Minazzi