I primi 14 edifici pubblici saranno serviti a partire dal 2026
Finora, le acque termali reflue sono state trattate alla stregua di un rifiuto, soggetto dunque a una tassazione per il suo smaltimento.
E le tante strutture delle Terme Euganee, in Veneto, le cui sorgenti sono sfruttate a scopi curativi fin dal tempo degli antichi romani, ne producono un bel po’.
Ma le cose stanno cambiando e proprio da Montegrotto Terme, località del Padovano, si sta lavorando al primo progetto che intende sfruttare le acque termali reflue degli alberghi per produrre calore.
Il teleriscaldamento sostenibile e circolare attraverso le acque termali
Il progetto sarà spiegato ai cittadini nel corso di un incontro che si terrà mercoledì 23 ottobre, alle 21, all’Hotel Petrarca di Montegrotto. È questa una delle 6 strutture ricettive che, senza ricevere nessun contributo economico pubblico, metteranno a disposizione le proprie acque termali reflue per il teleriscaldamento.
Il primo step, che dovrebbe diventare operativo nel 2026, prevede di servire ben 14 edifici pubblici, tra cui il municipio e alcune scuole. Completata la prima fase, si punta a sfruttare i rifiuti geotermici anche in abitazioni private, per contribuire alla decarbonizzazione, nella prospettiva di azzerare il ricorso a combustibili fossili.
Come funziona il progetto
Realizzato dalla cooperativa Stp La Prospettiva di Ferrara su incarico dell’Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile, il progetto può contare su una parziale copertura dei 5,5 milioni di euro richiesti per la prima fase attraverso le risorse del Pnrr. Si prevede di completare i lavori per i primi mesi del 2026, per poi passare alla concreta operatività del sistema.
L’impianto progettato prevede la raccolta in vasche di accumulo delle acque termali reflue convogliate in 2 fabbricati tecnici. Depurate con uno scambiatore e riscaldate ulteriormente con pompe di calore verranno quindi inviate agli edifici, senza passare per le relative caldaie.
La dimensione “green” dell’iniziativa si lega anche alla provenienza dell’energia elettrica necessaria dai pannelli fotovoltaici della locale comunità energetica.
Le possibilità di un ulteriore sviluppo nell’area
Si calcola che, in un anno, il sistema consenta il risparmio di 377 tonnellate di anidride carbonica e quasi 200 mila metri cubi di gas.
Nella seconda fase saranno coinvolti anche gli altri alberghi termali, portando il risparmio rispettivamente a 1.130 tonnellate di CO2 e 588 metri cubi di metano.
Il potenziale non utilizzato, del resto, è enorme, se si considera che il comprensorio delle Terme Euganee scarta attualmente 15 milioni di metri cubi di acqua ogni anno.
Oltre ad avere acqua termale sufficiente per fornire potenzialmente metà del territorio comunale di Montegrotto, il progetto potrebbe essere replicato anche in altre località del bacino termale euganeo. Dove, in ogni caso, va ricordato che, ad Abano Terme, da anni questa risorsa viene utilizzata per riscaldare il Palazzo dello Sport e, lo scorso gennaio, è stato annunciato l’utilizzo dell’acqua di scarico delle piscine termali per l’impianto della scuola media Vittorio da Feltre.
Alberto Minazzi