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Montagna “su prenotazione”: tocca alle Tre Cime di Lavaredo

Montagna “su prenotazione”: tocca alle Tre Cime di Lavaredo
Il lago di Sorapiss e le tre Cime di Lavaredo

Sulla falsariga di Venezia, dove sta per tornare il contributo d’accesso, anche sulle Dolomiti si tenta la carta del contingentamento per limitare l’overtourism

Che si tratti di un gioiellino dell’arte e della storia affacciata sull’acqua o di un capolavoro della natura in alta quota, il problema non cambia. Uno dei mali che affliggono il turismo, nel terzo millennio, è il sovraffollamento, che complica la miglior fruizione da parte dei visitatori delle meraviglie presenti sul territorio italiano e, al tempo stesso, rischia di comprometterne anche la conservazione. E se Venezia, prima città che ha provato a mettere concretamente in campo una soluzione di questo tipo, si accinge (dal 18 aprile) a riproporre per il secondo anno, dopo i buoni risultati ottenuti all’esordio, la sperimentazione del contributo d’accesso, spostandosi di pochi km più a nord, sulle Tre Cime di Lavaredo, si applicherà la prossima estate una soluzione simile: l’introduzione della prenotazione obbligatoria in aggiunta al “ticket” già in vigore.

Il ticket per il parcheggio ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo

Anche sulle montagne dolomitiche, del resto, si può parlare di giornate da “bollino nero”. Sulle Tre Cime di Lavaredo, a fronte di una media quotidiana di circa 8 mila visitatori in alta stagione, in alcune occasioni, nel pieno dell’estate, si arriverebbero a toccare nelle giornate di punta anche le 13 mila presenze, in un contesto che, calcolano gli esperti, ha una soglia di sostenibilità attorno ai 5 mila arrivi giornalieri. Il Comune bellunese di Auronzo di Cadore, all’interno del cui territorio ricade, a 2.333 metri, l’omonimo rifugio da cui parte l’ascesa a piedi verso le montagne, Patrimonio dell’Umanità Unesco, ha così dato il via libera all’aggiornamento delle regole per l’accesso alle Tre Cime. Da anni, per parcheggiare negli ampi spazi ricavati al termine della strada privata che raggiunge il rifugio è richiesto il pagamento di una tariffa che lo scorso anno variava dai 20 euro per i motocicli ai 120 per gli autobus oltre 30 posti a sedere, mentre la quota per le autovetture era fissata in 30 euro. Questa dovrebbe essere portata, per il 2025, a 40 euro. Le somme così raccolte vengono destinate alla manutenzione delle infrastrutture e al finanziamento di iniziative di tutela ambientale.

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Lago di Auronzo, sullo sfondo le Tre cime di Lavaredo patrimonio Unesco

La prenotazione obbligatoria contro l’overtourism

Per avere accesso al parcheggio, finora, era sufficiente pagare il ticket. Al di là dei rincari, la vera novità sarà dunque quella dell’introduzione dell’obbligo di prenotazione anticipata, effettuabile on line attraverso il sito ufficiale del Comune di Auronzo, gestore dell’accesso all’area. Una misura pensata proprio per consentire una miglior gestione dei flussi turistici, tant’è che si consiglia agli interessati di prenotare molto prima dell’arrivo dell’alta stagione, per garantirsi la disponibilità del posto-auto, e ridurre nel contempo il numero di presenze, riportandole verso livelli più compatibili con la tutela dell’ambiente. Sempre in questa prospettiva vengono infatti indicati anche possibili mezzi alternativi a quelli privati, come i trasporti pubblici o i servizi di navetta attivi nelle principali località turistiche della zona, che, oltre ai vantaggi di sostenibilità ambientale, risultano anche più convenienti per i fruitori. Da tempo, non a caso, si sta parlando, in prospettiva futura, di realizzare una cabinovia che colleghi Misurina con le Tre Cime, potendo in tal caso pensare anche alla chiusura della strada verso il rifugio Auronzo e il relativo parcheggio.

I Serrai di Sottoguda prossimi alla riapertura

Il tema della montagna a pagamento, tra le polemiche di chi sottolinea come, in tal modo, la si renda una meta fruibile solo da parte di chi può permettersi le sue principali attrattive, non è del resto una novità. Sempre nel Bellunese, prima dei devastanti effetti prodotti dalla tempesta Vaia era stato introdotto per esempio un ticket per l’accesso ai Serrai di Sottoguda, una sorta di affascinante “grand canyon” nostrano. Tra i servizi messi a disposizione, un trenino su gomma per portare i visitatori dal centro del paesino montano fino a Malga Ciapela, ai piedi della Marmolada.

I Serrai di Sottoguda in occasione della riapertura a luglio 2024

La risistemazione da parte di Veneto Acque dei luoghi sconvolti dalla forza della natura nel 2018 è ora praticamente completata e, con lo scioglimento delle nevi, i Serrai saranno riconsegnati al Comune di Rocca Pietore, che torneranno presto visitabili in forma permanente, dopo la sperimentazione, a cantieri sospesi, avvenuta la scorsa estate, in cui si erano contati 5 mila visitatori in 40 giorni. Anche qui, in ogni caso, il Comune, fermo restando il biglietto a pagamento, sta valutando l’eventualità di prevedere un numero chiuso alle visite.

Le strade di montagna? Si pagano

Non ci sono però solo le grandi attrazioni turistiche, tra i luoghi montani a pagamento. Anzi, su tutto il fronte alpino, sono soprattutto le strade a richiedere un pedaggio per la loro fruizione. L’elenco è lungo e variegato: Numerose sono quelle piemontesi, come la strada comunale della Valle Argentera o una serie di strade bianche tra l’Alta Valsusa e l’Alta Val Chisone. Ancora, in Val Seriana e Val Brembana, sulle Alpi Orobie lombarde. E poi i passi alpini, come il passo del Rombo in Alto Adige o lo Stelvio, che collega la provincia di Bolzano con la Lombardia. Altro fronte che vede numerose realtà a pagamento è infine quello dei parcheggi in quota.

Alberto Minazzi

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Tag:  montagna, turismo