Dal 9 marzo al 14 luglio al centro culturale San Gaetano, le 50 opere dalle quali l’artista non si è mai separato
Un angolo di Parigi traslocherà a Padova; una veduta en plein air, per la precisione, uno scorcio su ciò che stava, e che sta, al di fuori nella Francia dell’Ottocento.
Non (solo) grandi panorami, ma piccoli particolari: impressioni di fiori e virgulti, di alberi e di campi di tulipani, nel pregno del loro colore essenziale, talvolta, e ai margini del psichedelico in altre.
Opere del cosiddetto “pittore della luce”, padre di quella corrente europea denominata Impressionismo, e di certo uno dei più famosi raffiguratori su tela della storia dell’essere umano.
L’ultima esposizione europea di Monet
Dal 9 marzo al 14 luglio approderà a Padova la mostra Monet.
Capolavori del Musée Marmottan Monet di Parigi, dopo sei mesi di esposizione in terra iberica, nel Centro di Madrid, capitale spagnola per la prima volta teatro delle opere impressioniste.
Al centro culturale San Gaetano – ex tribunale del centro patavino – troveranno spazio più di cinquanta opere del celeberrimo pittore francese, eccezionalmente prestate dal Musée Marmottan Monet di Parigi; la pinacoteca è custode dei più famosi e intimi capolavori del padre dell’Impressionismo, grazie al lascito del figlio di Claude, Michel, nel 1966.
150 anni dalla nascita dell’Impressionismo
L’eredità familiare ha permesso di tratteggiare una mostra particolarmente intima e spirituale; Monet infatti non si separò mai da questi dipinti fino al giungere della sua morte, nel 1926 a Giverny.
Questa mostra – parte delle esposizioni permanenti del Musée Marmottan Monet – celebra nel suo “tour mediterraneo” i 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo, da quel primo disvelamento al mondo che avvenne con la prima esibizione parigina, “Affamati di indipendenza”, il 15 aprile 1874, ad opera di Monet, Renoir, Degas, Morisot, Pissarro, Sisley e Cézanne.
I capolavori in mostra a Padova
Questa occasione sarà l’ultima per poter vedere i dipinti di Monet in casa propria: è già stato previsto infatti che questi dipinti non saranno più disponibili per esposizioni italiane nei prossimi anni.
Vale quindi la pena dare un “ultimo saluto” a capolavori quali Ritratto di Michel Monet con berretto a pompon (1880), Il treno nella neve. La locomotiva (1875), Londra. Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905), alle opere di grandi dimensioni come le eteree Ninfee (1917-1920) e gli evanescenti Glicini (1919-1920).
L’esposizione non si fermerà ai soli dipinti: sarà arricchita inoltre da scenografie curate, con l’implemento di materiale e contenuti video e testimonianze relative al pittore francese, le quali contribuiranno a rendere l’atmosfera particolarmente magica.
La vita di Claude Monet
Una vita lunga, piena e pregna di colori, di natura, di relazioni naturali e sociali.
Difficile riassumere la vita di Cluade Oscar Monet, vissuto tra il 1840 e il 1926.
Alla “classica” vita da artista nell’Ottocento tardo-imperiale, squattrinato e ribelle, si deve associare un carattere affabile e spiritoso – almeno nei primi anni di vita – fortemente caratterizzato dalle amicizie e dalle conoscenze con i più grandi pittori e intellettuali dell’epoca.
Un personaggio tanto immerso nella vita del XIX secolo quanto nell’amata natura, che lo condusse per mano verso il successo – riconosciutogli a fine secolo – e successivamente a realizzare il suo sogno: acquistare il casolare di Giverny e ritirarsi a vita privata, dopo il 1911, per curare il suo giardino ornamentale e dipingere specchi d’acqua e ninfee.
La mostra, promossa dal Comune di Padova, è prodotta ed organizzata da Arthemisia in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi ed è curata da Sylvie Carlier, curatrice generale del Musée Marmottan Monet, con la co-curatela della storica dell’arte Marianne Mathieu e l’assistente alla curatela del Musée Marmottan Monet Aurélie Gavoille.
Sarà aperta dal martedì alla domenica, dalle ore 9 alle 19.30 (il lunedì dalle 14.30 alle 19.30). Il costo dei biglietti è di 16 euro per l’intero e di 15 euro per il ridotto. Prenotazioni e informazioni sono reperibili nel sito dell’organizzazione.
Damiano Martin
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