Il 47% di loro sono stranieri non accompagnati. Nordio: “Alcuni vendono accolti, altri lasciati a se stessi, talvolta quasi costretti a delinquere
I numeri non sono mai stati così alti nel periodo dopo la pandemia. Sono ben 555 i giovani reclusi negli istituti penali per minorenni in Italia. A incidere sull’aumento delle presenze sarebbe stato il significativo aumento di minori stranieri non accompagnati. Come ha precisato il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, pur se la capacità carceraria del nostro Paese è sempre stata costruita tenendo in considerazione una minoranza considerevole di minori, ora ci troviamo di fronte quasi a un’invasione di under 18 che arrivano soprattutto da altri Paesi.
Una situazione che sta assumendo proporzioni allarmanti di sovraffollamento.
A questa criticità si aggiunge il dramma dei suicidi tra le pareti penitenziarie, sia tra i detenuti sia tra il personale delle carceri.
L’ ultimo registrato in ordine di tempo è avvenuto il 1 luglio nel carcere di Paola, in provincia di Cosenza, dove si è tolto la vita un detenuto di 21 anni. Un numero di decessi che sembra in costante crescita, basti pensare che anche il mese di giugno si è chiuso con la morte di un agente della Polizia Penitenziaria a Favignana, in Sicilia.
A fine mese il decreto “svuotacarceri”
E’ per questo che, come ha annunciato il ministro della Giustizia Carlo Nordio all’inaugurazione della sede milanese del Tribunale dei Brevetti, entro fine mese arriverà al vaglio del Consiglio dei Ministri quello che è già stato battezzato il “decreto svuotacarceri”.
“In realtà non lo è – ha spiegato Nordio -. Si tratta di consentire di scontare le pene per i reati minori e soprattutto per i tossicodipendenti, in strutture diverse da quelle carcerarie, come in comunità. L’altro intento è quello di far scontare le pene agli stranieri, quanto meno a una parte, nei loro Paesi di provenienza, con i quali si cercherà di stringere degli accordi“.
Considerato che gli stranieri attualmente reclusi in Italia sono circa 20 mila, se anche solo la metà di questi scontassero la loro pena nel proprio Paese, “considerando che la nostra eccedenza carceraria è proprio di 10 mila persone, 60 mila rispetto alle 50 mila delle nostre capienze, avremmo già quasi risolto il problema”.
Sovraffollamento e suicidi: i drammi delle carceri italiane
“Molto spesso – ha precisato il Ministro Nordio all’agenzia Ansa – le organizzazioni criminali inseriscono nelle barche con le quali arrivano molti minori. Alcuni di loro vengono accolti, altri lasciati a se stessi e talvolta sono quasi costretti a delinquere”.
Il 2022 l’anno record dei suicidi in carcere, sovraffollamento al 130,59%
Secondo il XX Rapporto di Antigone, il 2022 con 85 suicidi nelle carceri è stato l’anno record, ma anche il 2023, nel quale se ne contano 69, continua a evidenziare una situazione critica.
Nel 2024 dall’inizio dell’anno al 20 giugno ve ne sono stati 44, uno ogni tre giorni e mezzo: 42 uomini e 2 donne, 24 sono italiani e 20 stranieri provenienti da 14 diversi Paesi.
I dati del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale rivelano che il 55% delle persone che si è tolta la vita in carcere era accusata o era stata condannata per reati contro la persona; a 10 era contestato l’omicidio, tentato o consumato; a 6 il maltrattamento in famiglia e a 4 la violenza sessuale.
Per quanto riguarda il sovraffollamento, alla data del 12 giugno i detenuti in Italia sono 61.468 contro una disponibilità di posti di 51.221. A livello nazionale significa che si determina un indice di sovraffollamento del 130,59%.
Il Consiglio d’Europa ha definito allarmante la condizione dell’Italia, considerato che dal 2016 a oggi i numeri continuano a salire.