Il viaggio nei ricordi delle grandi hit dagli anni Sessanta al 2000 di Amadeus è stato il programma più visto della prima serata di mercoledì 27 settembre
“Du du du, da da da” e “trottolino amoroso” non si possono di certo ritenere versi immortali alla stregua di quelli di Dante. Ma, probabilmente, il musicale idillio tra Mietta e Amedeo Minghi è conosciuto anche dalla maggioranza di chi non si ricorda il titolo della canzone (“Vattene amore”) anche perché magari non era ancora nato, in quel 1990 in cui la coppia conquistò il terzo gradino del podio al Festival di Sanremo, in abbinata con una non altrettanto indimenticabile versione internazionale (intitolata per la cronaca “All for the love”) dell’ex bambina prodigio Nikka Costa.
E se, 33 anni fa, a vincere furono i Pooh con “Uomini soli” (anche in questo caso a molti la canzone tornerà sicuramente più facilmente in testa citando il “Dio delle cittààààà…” urlato da Roby Facchinetti) con il recentemente scomparso Toto Cutugno a cogliere uno dei suoi 6 secondi posti con “Gli amori”, oltre tre decenni dopo è stato proprio il duetto Minghi-Mietta una delle “punte di diamante” a trascinare il successo del programma di Amadeus “Arena Suzuki dai 60 ai 2000”, che si è aggiudicato la gara degli ascolti nella serata televisiva del 27 settembre.
Alla riscoperta dei brani della nostra storia
Il format della trasmissione punta proprio sulla nostalgia che, da sempre, accompagna in parallelo alle più recenti tendenze musicali lo scenario musicale.
Così se siamo sicuri che qualche millennial abbia storto il naso di fronte alle sonorità ben diverse da quelle dell’imperante trap, non dobbiamo dimenticare che chi, allora, era un adolescente, ha sicuramente bocciato a suo tempo i gusti “retro” dei propri genitori.
Senza sottovalutare il fatto che, tra corsi e ricorsi storici, magari c’è anche qualche ragazzino di oggi che proprio in questa occasione ha potuto scoprire e apprezzare qualche brano.
Amadeus, tornato a vestire nell’occasione, insieme a quelli ormai abituali di presentatore, anche i panni di deejay e vocalist che hanno contrassegnato i primi passi della sua carriera nel mondo dello spettacolo, si è però rivolto soprattutto a chi, nelle note riproposte dal palco dell’Arena di Verona, ha spolverato con nostalgia ricordi passati dagli angoli della propria memoria, attraverso canzoni che, spesso, sono state prese a simbolo dalla propria generazione.
La playlist di Arena Suzuki
Nel secondo appuntamento della trasmissione, oltre a Minghi e Mietta (che ha proposto anche “Angeli noi”) si sono potuti riascoltare e rivedere gli idoli musicali di 5 decenni.
Ospite speciale della serata Kool & The Gang, il gruppo statunitense simbolo del mitico Studio 54 di New York, che ha lanciato tra gli anni ’70 e ’80 e riproposto ora hit come “Celebration” e “Fresh”.
Ma il merito di chi ha organizzato la scaletta della serata è stato quello di mettere assieme personaggi e stili decisamente diversi tra loro.
Si è passati per esempio dalla dance di Gala con “Freed From Desire” o Ice Mc con “It’s A Rainy Day” e “Think About The Way” alle note di Orietta Berti (“Quando l’amore diventa poesia” e “Fin che la barca va”).
Ma anche la pop commerciale italiana di fine anni ’80 di Lorella Cuccarini (“La notte vola”) si è alternata al sound anni ’70 dei The Rubettes (“Sugar Baby Love”) e a quello di inizio Duemila dei Blue, tornati per l’occasione in Italia per riproporre in lingua madre “One love” e nel nostro idioma “A chi mi dice”.
E, ancora, Jimmy “Bo” Horne con “Gimme Some” e Plastic Bertrand (“Ça Plane Pour Moi”), Jalisse (“Fiumi di parole”) e Alexia (esibitasi nell medley “Hu la la la – Happy – Summer is crazy” e in “Dimmi come”), Laid Back (“Sunshine Reggae”) e Whigfield con (“Saturday Night”), fino ad Haiducii e la sua “Dragostea Din Tei”.
Gli ascolti tv di mercoledì 27 settembre
Arena Suzuki si chiuderà con la puntata di mercoledì 4 ottobre, ma intanto ha fatto registrare i migliori ascolti tra le trasmissioni proposte in prima serata. A fare la scelta musicale, secondo i dati Auditel, sono stati 2 milioni e 509 mila italiani, per un 15,79% di share sintonizzato su Rai1. Le note in Arena hanno così battuto proposte ben diverse, come la serie “Maria Corleone” di Canale 5, fermatasi a 1,706 milioni di telespettatori (l’11,58%) e il sempreverde “Chi l’ha visto?” di Rai 3, sul podio con numeri solo leggermente inferiori per lo share complessivo (10,87%), ma superiori (1,740 milioni) all’ammiraglia Mediaset per numeri assoluti.
Alberto Minazzi