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Meteo: arriva l'”orso russo”, il primo vero freddo dell'inverno

Meteo: arriva l'”orso russo”, il primo vero freddo dell'inverno

Dalla prossima settimana, temperature in picchiata e possibile neve anche in pianura. Il ricordo del gennaio 1985

Sono già passate 3 settimane di inverno e il grande assente, finora, è l’elemento che caratterizza maggiormente questa stagione: il freddo.
Nei prossimi giorni, però, l’Europa centrale prima e poi il bacino del Mediterraneo, Italia compresa, dovranno fare i conti con un flusso di area gelida di provenienza artica che farà precipitare la colonnina di mercurio.
È quello che i meteorologi ribattezzano “orso russo”, ovvero l‘anticiclone russo-siberiano, uno dei principali fattori che incidono sugli inverni freddi di Europa e Asia.
Orso che, spiegano i meteorologi di iLMeteo.it, sta prendendo forma nelle ultime giornate, con temperature crollate in tante città russe, compresa la capitale Mosca, fino a -35°.

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Prime avvisaglie a metà mese

Pur trattandosi di previsioni a lungo termine, quindi con un grado di attendibilità inferiore, l’ipotesi più accreditata è quella che una vera e propria ondata di gelo potrà interessare i Paesi europei, partendo da quelli orientali, tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio.
Le prime avvisaglie di questo cambio di tendenza, però, potrebbero presentarsi, dopo un inizio weekend senza socossoni, già a partire da domenica 15 gennaio,in particolare sulle zone alpine e sul nord-ovest dell’Italia, per poi produrre i suoi effetti in maniera più estesa da martedì 17.

La svolta invernale

La “svolta invernale” sul nostro Paese potrà tradursi, oltre che nel deciso calo delle temperature, che in alcuni casi potrà raggiungere i 10° in meno, anche in altri fenomeni atmosferici rilevanti come vento, gelo e neve.
Questa si presenterà sicuramente sui confini e sui crinali di montagna, ma non sono esclusi fenomeni anche in pianura e in grandi città del nord e del centro come Milano, Torino e Bologna.

I più freddi inverni del passato. Lo storico 1985

Gli effetti della bolla gelida dell’“orso russo”, ricordano i meteorologi, non sono una novità, per l’Italia. Simili ondate si sono registrate, come elenca iLMeteo, per esempio nel 1929, quando perfino la laguna di Venezia ghiacciò, nel 1956, nel 1985, nel 1996 e, in tempi più recenti, nel 2012 e nel 2018.
In particolare, è passato alla storia il gennaio 1985, considerato uno dei mesi più freddi che si ricordino nel nostro Paese e in buona parte dell’Europa.

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Anche in quel caso, buona parte del dicembre precedente aveva fatto segnare temperature abbondantemente sopra le medie, ma già a partire da Natale iniziò una prima inversione di tendenza, anche se il vero cambio di scenario meteorologico iniziò ai primi di gennaio.
L’aria artica raggiunse infatti il Mediterraneo e, dopo un capodanno con temperature ancora gradevoli, le minime precipitarono. Il 2 gennaio, iniziarono nelle zone interne della penisola e sulla costa adriatica le prime nevicate, che il 3 raggiunsero anche l’Isola d’Elba. Nelle stesse ore, il termometro a Torino raggiunse -1° il 2 e -10,5° il 3 gennaio.

La “nevicata del secolo”

La situazione si fece sempre più problematica nei giorni a seguire.
Si parlò di “nevicata del secolo”, nel nord Italia nelle giornate del 14, 15 e 16 (20 cm a Genova, 30 a Venezia, 100 a Milano, 150 a Trento), ma i fiocchi raggiunsero anche il litorale siciliano, con accumuli, il 9 gennaio, di 10 cm a Napoli, 30 a Bologna e 40 a Firenze. E il freddo, l’8 gennaio, toccò i -26° a Firenzuola: la temperatura ufficiale più bassa mai toccata in Toscana dall’inizio delle serie storiche.
I record di freddo, in quei giorni, riguardarono anche Piacenza, con -22°, Firenze (-23,2° a Peretola e fiume Arno ghicciato), ma anche Brescia e Ferrara (-19,4°), Roma Ciampino (-11°) e Fiumicino (-7,8°) e perfino la costa orientale sarda, sia pure con “solo” -2°. Una situazione, che sarebbe durata fino al 17 del mese, del tutto anomala non solo in Italia. Perché i flussi d’aria portarono una sorta di “estate”, in Groenlandia, con 0° di minima e +9,6° di massima.

Alberto Minazzi

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