La premier inizia conferenza di fine anno ammettendo la sua preoccupazione per gli sviluppi dell’intelligenza artificiale
Pur con validissime ragioni (l’influenza della premier), per la prima volta la conferenza di fine anno del presidente del Consiglio è stata rinviata ripetutamente e l’incontro con i giornalisti è avvenuto all’inizio dell’anno nuovo. Ma Giorgia Meloni non si è assolutamente sottratta alle domande della stampa.
Ridotto all’osso il suo discorso introduttivo, all’augurio ha aggiunto il suo dispiacere per le polemiche generate dal rinvio del consueto appuntamento per motivi di salute sottolineando che “non c’era alcun intendimento di scappare dalle domande dei giornalisti” e ribadendo: “di rado sono scappata da qualcosa in vita mia”.
Soprattutto, ha annunciato che “questo sarà un anno molto complesso per tutti, con molte scadenze importanti” rispondendo al presidente dell’Ordine dei giornalisti sulla protesta della Fnsi per la cosiddetta “legge-bavaglio” e soffermandosi infine solo sulle preoccupazioni per gli sviluppi dell‘intelligenza artificiale.
Ai: priorità al G7
“Questo Governo porterà l‘intelligenza artificiale tra le priorità del G7 che l’Italia ospiterà nel 2024”, ha detto a questo proposito Meloni. “Io sono particolarmente preoccupata – ha aggiunto –per l’impatto dell’intelligenza artificiale a vari livelli e soprattutto per quello sul mercato del lavoro”.
La presidente del Consiglio ha quindi approfondito i motivi delle sue preoccupazioni. “In passato, il mondo del lavoro ha vissuto sostituzioni soprattutto fisiche. È l’intelletto che, adesso, rischia di essere sostituito, con un possibile impatto dell’intelligenza artificiale nei lavori ad alto profilo, particolarmente devastante perché le persone saranno sempre meno necessarie”.
“Dunque – ha concluso – pur ammettendo che non so se siamo ancora in tempo, una valutazione va fatta. Per questo organizzeremo un focus molto preciso nel G7, prima ancora del vertice di giugno. Sto lavorando su un’iniziativa specifica proprio sull’impatto dell’Ai nel mondo del lavoro, proprio perché rischiamo di fatto una sostituzione”.
Meglio il taglio alla spesa che nuove tasse
Giorgia Meloni ha quindi iniziato a rispondere alle domande dei giornalisti presenti. Alla prima, in cui le è stato chiesto se preferirebbe aumentare le tasse o tagliare la spesa in vista della manovra 2025, la premier ha premesso che “non sappiamo ancora quale sviluppo avrà l’economia italiana in quest’anno. La crescita stimata, dato per me buono, è comunque superiore alla media europea”.
“Io – ha quindi aggiunto – non sono favorevole a nuove tasse, lavorando invece, come abbiamo fatto quest’anno, sul taglio della spesa. Vedremo quindi quali sarà l’evoluzione di quest’anno; ma confido che durante il 2024 si possa essere ragionevoli e immaginare una riduzione dei tassi di interesse, che libererebbero importanti risorse”.
“L’obiettivo – ha concluso Meloni – è quindi quello di confermare le misure, se possibile migliorarle. Quindi, rispondendo alla domanda, tra le due ipotesi preferisco i tagli alla spesa pubblica, che penso si possa fare con un lavoro ancor più preciso di quanto fatto con la legge di bilancio”.
Dalla candidatura alle Europee al Mes
Le domande successive hanno toccato un po’ tutti i temi del momento.
Dalla sua possibile candidatura alle Europee (“Non ho ancora preso una decisione”, alla tassazione degli extraprofitti delle banche (“La tassa è lì, nessuno l’ha tolta: in sede di conversione è stata solo aggiunta un’alternativa, che comunque si è tradotta per lo Stato in un’operazione win/win”), alle tema delle concessioni (“L’appello del presidente Mattarella non rimarrà inascoltato”) e del premierato (“Non toccheremo i poteri del presidente della Repubblica, perché è giusto così. E’ una figura di garanzia di cui ci sarà bisogno quando il primo ministro sarà eletto direttamente”).
Sul Mes, definito uno strumento “obsoleto”, la premier ha sottolineato di non credere “che la mancata ratifica vada letta in relazione al patto di stabilità, che chiaramente non è quello che avrei voluto io, anche se sono soddisfatta dell’accordo raggiunto”. Poi ha aggiunto: “Il fatto è che manca in Europa un superiore interesse comune. Inoltre, va detto che in Parlamento non c’è mai stata una maggioranza per ratificare la modifica del Mes. Forse la mancata ratifica da parte dell’Italia – ha concluso – può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace”.
Migranti, Meloni: “Mi auguro che il Piano Mattei diventi modello per altri Paesi”
Sull’attrattività del nostro Paese sul piano economico, la presidente del Consiglio ha sottolineato che “molti investirebbero in Italia, se ci fossero più certezze: per questo una riforma seria della burocrazia e della giustizia saranno due delle mie priorità, che vorrei chiudere quest’anno”. E, guardando al quadro internazionale, ha sottolineato che “probabilmente abbiamo sottovalutato le forme contemporanee di antisemitismo”.
Meloni si è soffermata a lungo sul tema dei migranti. “Considero le regole del Patto di migrazione e asilo, che abbiamo sostenuto anche se non è una delle nostre priorità, migliori delle precedenti, perché significano per noi più garanzie. Ma il Patto non è la soluzione: non risolveremo mai questo problema se continueremo a ragionare su come gestire e distribuire i migranti una volta che arrivano in Europa. Bisogna lavorare a monte e mi auguro che il Piano Mattei diventi modello per altri Paesi”.
Infine, sull’autonomia delle regioni: “A uno Stato forte – ha detto Meloni – devono corrispondere autonomie forti. Autonomia non è togliere a una regione per dare a un’altra. E penso che la responsabilizzazione della classe dirigente possa essere un volano anche per il Mezzogiorno”.
Alberto Minazzi