L’intervento della presidente del Consiglio al convegno alla Camera: “Lo Stato non deve più essere percepito come nemico”
Consegnare ai cittadini “un fisco che sia più equo, più giusto e più comprensibile”. “Disegnare una nuova idea di Italia più vicina alle esigenze dei contribuenti, più attrattiva per le aziende e gli investimenti”.
Sono questi gli obiettivi cui mira il Governo attraverso la riforma fiscale, di cui la premier, Giorgia Meloni, si è dichiarata “molto fiera”, ribadendo che “è un tema che noi consideriamo fondamentale per lo sviluppo e il benessere della nostra Nazione”.
“La riforma fiscale – ha sottolineato la presidente del Consiglio nel suo intervento al convegno sul fisco alla Camera – non è un semplice atto normativo, ma è uno dei perni attorno ai quali si costruisce il tessuto economico di una Nazione, uno degli strumenti attraverso i quali lo Stato può aiutare la società a crescere e a prosperare, mettendo chi crea ricchezza nelle condizioni migliori per produrla”.
La sfida della riforma del fisco
“Affrontiamo un momento storico particolarmente complesso, soprattutto a livello internazionale, in cui ci viene imposto di dare risposte coraggiose e strutturali”, ha esordito Meloni, ricordando come la riforma del sistema fiscale italiano sia “attesa da 50 anni”. “Un sistema fiscale – ha sottolineato – non nasce per soffocare la società, ma per aiutarla a prosperare. Non è uno strumento con il quale lo Stato si impone sul cittadino, ma uno degli strumenti attraverso i quali lo Stato può dare risposte”.
“Non penso e non dirò mai che le tasse sono una cosa bellissima”, ha affermato Meloni, ricordando una dichiarazione del 2007 dell’allora ministro Tommaso Padoa-Schioppa.
“Le tasse devono essere immaginate in modo da far sì che chi le ha pagate, comprensibilmente controvoglia, possa dire: almeno sono risorse spese per cose utili a me e alla comunità nazionale”, ha aggiunto, ricordando la “grande responsabilità di chi è chiamato a gestire le risorse che arrivano da quei prelievi”.
Lo Stato al fianco dei contribuenti
L’obiettivo della riforma organica prevista dalla legge delega è dunque quello di creare una nuova alleanza con il contribuente di uno Stato che “non deve opprimere le famiglie con regole astruse, incomprensibili, con un livello di tassazione ingiusto, che non corrisponde spesso ai servizi che lo Stato eroga con le risorse raccolte. Deve chiedere il giusto e saper usare ciò che chiede ai cittadini con lo stesso criterio che userebbe un buon padre di famiglia. E cioè con buonsenso, lungimiranza e senza sprecare quelle risorse”.
La presidente del Consiglio ha dunque inserito tra i “grandi obiettivi” del Governo “una riduzione generalizzata della pressione fiscale che grava sulle spalle delle famiglie e delle imprese”. Intanto, la scelta è quella di mettersi al fianco degli “italiani onesti che pagano le tasse e contribuiscono al mantenimento del bilancio pubblico. Anche quando non riescono a pagare e non riescono a farlo, meritando di essere aiutati e di essere messi in condizione di pagare ciò che devono. Non c’è spazio per chi vuole fare il furbo”.
Le tasse per lo sviluppo
“Queste misure – ha aggiunto la premier – sono espressione di una visione: di un’Italia in cui il fisco viene finalmente visto un alleato per la crescita e lo sviluppo, un’Italia in cui imprenditori, lavoratori autonomi e dipendenti, pensionati possano sentirsi supportati dalle istituzioni. Un’Italia nella quale tutti remano nella stessa direzione, perché hanno un obiettivo comune: far crescere insieme questa Nazione. La riforma fiscale è solo l’inizio di questo percorso. Chiaramente continueremo a lavorare per migliorare il sistema, per renderlo sempre più equo e funzionale”.
Un cambio di passo e di prospettiva, dunque. Un salto culturale, sia sul fronte degli enti pubblici che dei cittadini, per superare l’idea di una contrapposizione.
“Più ricchezza viene prodotta – ha ricordato Meloni – più lo Stato potrà utilizzare la parte di quella ricchezza che gli compete per dare ai cittadini le risposte che attendono. La riforma fiscale è lo strumento con cui lo Stato raccoglie le risorse necessarie per erogare i servizi pubblici, per far funzionare la macchina pubblica, per rendere la società più equa, ridistribuendo le risorse particolarmente ai più fragili”.
Alberto Minazzi