Mentre nelle aule attrezzate 13 mila commissioni accoglievano i maturandi di tutta Italia giunti a scuola dopo mesi con mascherine e in classe dopo aver igienizzato le mani, il Veneto annunciava le linee guida che regoleranno l’anno scolastico 2020/2021.
Protagonista, nell’uno e nell’altro caso, ancora il Coronavirus.
E’ stata la pandemia, infatti, a tener banco tra insegnanti e studenti, gli unici probabilmente finora a trovarsi a spiegare in sede d’esame di Stato cos’è un DPCM e a saper concretizzare molte nozioni in tema di Cittadinanza e Costituzione.
Sarà ancora il virus a indicare le modalità con le quali la scuola si dovrà affrontare l’anno venturo.
Mascherine: resteranno obbligatorie, ma non in classe
Il presidente del Veneto, Luca Zaia ha annunciato che la princiapale misura prevista dalle linee guida per la scuola approvate dalla Conferenza delle Regioni riguarda l’uso della mascherina. Gli alunni dovranno indossarla per entrare a scuola, così come dovranno igienizzare le mani, ma potranno toglierla una volta raggiunto il proprio banco.
“Voglio che si eviti – ha sottolineato – che andare a scuola significhi inalare CO2 per tante ore. La mia posizione è condivisa dagli altri presidenti di Regione e penso che su questo si possa trovare una soluzione anche a livello nazionale. Del resto, la scheda che abbiamo approvato ha alle spalle il lavoro dei Dipartimenti di prevenzione delle Regioni. E direi che, almeno al 90%, le linee guida contenute sono già condivise a livello nazionale”.
Se tuttavia la mascherina non accompagnerà le ore di lezione, diventerà indispensabile per gli spostamenti all’interno della struttura scolastica.
Sicurezza e sorveglianza
La sicurezza di tutti passerà ancora anche attraverso il distanziamento.
Le linee guida sulle quali le regioni hanno trovato un accordo (e per le quali si sta attendendo il via libera da parte del Governo) prevedono che gli alunni dovranno stare ad almeno 2 metri di distanza dall’insegnante. Lo spazio vitale di ciascun banco, invece, sarà di 2 metri quadrati.
Le linee guida prevedono anche varchi all’ingresso delle scuole, anche per rilevare la temperatura.
Un capitolo ancora non risolto riguarda la sorveglianza, per la quale il Ministero “dovrà probabilmente -ha detto Zaia – rinforzare il personale ATA”.
La ricreazione: un tema delicato
Sono i momenti di condivisione a rappresentare l’aspetto più difficile da gestire. Per la ricreazione il documento così prevede che, per evitare assembramenti, sia effettuata “in loco” se non è possibile avvalersi degli spazi esterni.
“Soprattutto i bambini delle elementari -ha ricordato il presidente Zaia – hanno il diritto di correre. Se però dovesse piovere, non si può pensare a una ricreazione che raduni tutti nel corridoio. E’ in questi casi che bisognerà accontentarsi del banco”.
A rientrare nelle prerogative del Ministero è infine la questione dei doppi turni che, come il calendario scolastico, ancora non sono state definite, anche se una data di orientamento esiste e fissa il 14 settembre.