Emulo di Matteo Berrettini a dare un senso politico al “Non vi sento” con cui il tennista azzurro ha risposto al tifo contrario del pubblico al termine di una bella vittoria agli Australian Open, conclusa solo nelle prime ore di stamattina nella sfida con il grande Rafael Nadal.
In fuga da una finestra, calandosi con un lenzuolo come il classico evaso (accompagnato dal chiaro commento “Prima che sia troppo tardi”), o in volo appeso ai palloncini per provare a scappare dal Quirinale.
Immortalato mentre risponde al telefono fisso spacciandosi per un domestico filippino per sottrarsi all’interlocutore. Oppure, con la stessa finalità, “mascherato” da maggiordomo sudamericano al cellulare con l’ex premier Conte.
Il tutto, evidentemente, prima di disattivare la sim. Perché, in un altro “meme”, lo stesso Conte rivela al segretario Pd Letta che la voce automatica continua a dirgli che il numero è inesistente.
Mattarella superstar dei meme
Nelle ore in cui la politica italiana non riesce ancora a trovare la quadra per l’elezione del 13° inquilino del Colle, è il Presidente uscente, Sergio Mattarella, a ergersi a protagonista.
Non solo nell’aula di Montecitorio, dove crescono i consensi verso di lui, sebbene abbia più volte chiaramente espresso la volontà di non ricandidarsi (e il trasloco in corso in questi giorni è solo l’ennesima conferma).
Ma soprattutto nel mondo dei social network, a partire da Twitter, dove l’ironia si traduce in una serie di spiritosissime e bonarie trovate che, alla fin fine, testimoniano soprattutto un fatto: il Presidente è realmente nel cuore degli Italiani.
In principio fu il santino
È probabilmente la mancata evoluzione della situazione di stallo tra i Grandi elettori ad aver stimolato la fantasia degli utenti della rete, portando alla vera e propria viralità del fenomeno “Mattarella-meme”.
Uno dei primi, e più diffusi, resta però quello che è stato pubblicizzato da un deputato ancora a Natale. Perché il fotomontaggio del Presidente in saio e aureola, riprodotto in un santino accompagnato dalla classica devota invocazione “Ovunque proteggimi” riassume perfettamente il sentimento di molti: per evitare il rischio di un pesante contraccolpo per il Paese, ci vorrebbe davvero un Mattarella che, alla fine, decidesse di “sacrificarsi” per un altro settennato al Colle.
Palermitano “de Roma”
In molti “meme”, i pensieri del Presidente vengono espressi in romanesco. Sebbene lui sia palermitano, e non si noti nessuna inflessione nella sua cadenza, la parlata della capitale appare del resto la più adatta per esprimere in sintesi concetti che traducono perfettamente la sua volontà di non ricandidarsi e lo stupore per chi, al contrario, continua a insistere.
Come “…ma che davero…?” o “Famme spegne er telefono va”. E non è romanesco, ma ha tanta romanità, il messaggio “Adesso avete rotto il c…”.
Perché anche la lingua italiana, se accompagnata da adeguate immagini, all’occorrenza può risultare buona.
“Aiuto” (con un’espressione significativa sul volto di Mattarella) è il pensiero che per qualcuno attraversa la mente del Presidente mentre vede crescere nelle grafiche tv, dal divano di casa, i voti a suo favore. Oppure, in un fotomontaggio basato su un frame di un film di Aldo, Giovanni e Giacomo, è quel che ha scritto sulle mani, ostaggio all’interno di una macchina lanciata verso il nulla (come molti temono stia rischiando l’Italia).
Dalle parodie alla quotidianità
Giocando sui titoli, nei meme Mattarella diventa Carlo Verdone nella locandina del film “Perdiamoci di vista”. O un capelluto Claudio Baglioni nella copertina del disco “Io me ne andrei”.
Il Presidente poi si cala nei panni dell’attore Robert Hays, nel personaggio di Ted Striker, il protagonista di “L’aereo più pazzo del mondo”, che suda ben oltre i limiti per far atterrare l’aereo privo di guida. La stessa sensazione che l’autore del meme attribuisce a Mattarella vedendo che sta per essere rieletto.
Ma basta molto meno, per strappare un sorriso. Così la foto dietro la scrivania con un foglio in mano diventa il passaggio di consegne al suo successore, con l’indicazione di alcune indicazioni quotidiane (dal posizionamento della chiave della caldaia all’improbabile password “BrunettaCorazziere” del wifi del Quirinale). E la preghiera sull’inginocchiatoio di una chiesa si ipotizza che sia rivolta a Dio per non essere rieletto.
A meno che, come ipotizza un ultimo meme, per sottrarsi al bis alla fine non si renda necessaria per Mattarella la classica scusa del marito che abbandona il tetto coniugale: “Vado a comprare le sigarette”.
Alberto Minazzi