Sono due “simboli” della pandemia ed è lecito chiederselo: quale sarà il destino di Green Pass e mascherine, nei prossimi mesi, quando (auspicabilmente) l’emergenza si ridimensionerà?
Un cronoprogramma, in tal senso, c’è già. Con un orizzonte che guarda metà febbraio (per i dispositivi di protezione individuale, almeno all’aperto) e fine marzo (per il certificato verde, per il quale è però probabile una dismissione progressiva successiva a questa data).
Sempre fermo restando quel che ci hanno insegnato proprio gli ultimi 2 anni. E cioè che tutto può cambiare nell’arco di poche ore e che quindi tutto si legherà all’evoluzione delle condizioni sanitarie.
Green Pass: verso uno stop graduale
L’ultimo intervento in ordine di tempo sul tema delle restrizioni è quello del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che ha parlato a Radio24.
“Con la gradualità che ci consentirà la circolazione del virus – ha dichiarato – verranno prese le decisioni nella direzione di un alleggerimento delle restrizioni. In merito alla rimozione del green pass, sarà una decisione che sarà presa sempre in base alla circolazione del virus. Ma attenzione: questa decisione non è imminente”.
Il decreto legge di gennaio, in tal senso, fissa al 31 marzo la scadenza dell’obbligo di Green Pass per accedere ai negozi. La data coincide con la fine attualmente prevista anche per lo stato di emergenza. Ma in realtà le due misure sono indipendenti.
Tanto che il Governo sta ragionando sul mantenimento del Green Pass fino all’estate.
Nel frattempo, si procederà con una progressiva riduzione graduale delle restrizioni, partendo dalle attività all’aperto, dalle edicole ai ristoranti, in cui non c’è rischio di assembramenti. Lo ha ammesso, nei giorni scorsi, l’altro sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, affermando però anche che “è però ancora troppo presto”.
Green Pass: durata prolungata e lavoro
Da oggi, intanto, il Green Pass ottenuto da chi ha effettuato la dose booster o da chi è guarito dal Covid dopo l’effettuazione del ciclo vaccinale con 2 dosi, ha durata illimitata.
In altri termini, la scadenza, che era stata da poco ridotta da 9 a 6 mesi, è stata resa indefinita. E questo, soprattutto, per evitare il presentarsi di situazioni paradossali, in cui chi si è sottoposto per primo alla terza somministrazione si trovasse sprovvisto di certificato per il completamento del periodo semestrale.
Una decisione che assume un peso importante in particolare in prospettiva lavorativa. Da martedì 15 febbraio, infatti, per accedere ai luoghi di lavoro sarà obbligatorio presentare il Super Green Pass. Ed è proprio partendo da questa prospettiva che, per non rischiare una risalita delle curve, Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, auspica il mantenimento del certificato anche per tutta l’estate. Compreso l’ambito lavorativo, soprattutto per chi opera a contatto diretto con il pubblico. Ipotesi che trova d’accordo anche il sottosegretario Costa.
Lo sblocco dei Green Pass: l’esempio dell’Ulss Serenissima
Riguardo al Green Pass, nelle ultime settimane, si è registrata anche un’altra problematica, oltre a quella della durata.
L’elevato numero di persone risultate positive ha portato a ritardi nella ricezione dei codici per scaricare il certificato dopo l’avvenuta guarigione o, comunque, alla difficoltà di scaricare il QR Code. In tal senso, l’esempio di una buona pratica per la soluzione del problema arriva dall’Ulss 3 Serenissima di Venezia.
Negli ultimi 30 giorni, l’azienda sanitaria ha ricevuto circa 17 mila e-mail di richiesta, soprattutto di persone in uscita dalla quarantena, con picchi di 6 mila utenti e 1.000 mail tra il 24 e il 30 gennaio. Per far fronte a questa mole di domande di aiuto, è stata istituita una squadra di una dozzina di operatori formati ad hoc, al lavoro ininterrottamente, che ha permesso di restituire ai proprietari migliaia di Pass in 2 mesi, con una soluzione intervenuta al massimo entro 48 ore nei giorni più caldi.
Mascherine: verso lo stop all’aperto
La misura di contenimento del contagio che sembra più prossima alla fine è però quella delle mascherine.
“Siamo tutti stanchi delle mascherine all’aperto“, ha affermato Sileri, che ha fissato la scadenza a “metà febbraio”.
I tempi per togliere l’obbligo al chiuso, invece, sono più lunghi. “Dovranno rimanere: è ancora troppo presto per toglierlo” ha dichiarato il sottosegretario. Si va comunque verso “una transizione con mascherine al chiuso. E prima o poi toglieremo anche quella, ma non è imminente”.
Alberto Minazzi