Da quasi 2 mesi, sulla più alta vetta delle Dolomiti la temperatura non scende sotto lo 0. Rischio scomparsa entro fine secolo
È l’ennesimo dato sconvolgente di un’estate caldissima e che, almeno per il momento, non sembra aver intenzione di finire. Sulla cima della Marmolada, la più alta delle Dolomiti con i suoi 3343 metri, da 55 giorni il termometro si mantiene costantemente sopra lo 0.
L’ultima volta che ci si è avvicinati a questa temperatura, ricorda il direttore dell’Ufficio previsioni di Meteo Trentino, Mauro Gaddo, all’agenzia LaPresse, è stata il 4 luglio. E così lo storico ghiacciaio continua il suo preoccupante processo di riduzione, che lo pone a rischio scomparsa entro fine secolo.
La riduzione del ghiacciaio della Marmolada
In questi mesi in cui lo 0 termico è salito quasi costantemente oltre i 4 mila metri, lo spessore del ghiacciaio, spiega ancora Gaddo, sta diminuendo alla media di 5 centimetri al giorno, con una proiezione su base annua di circa 1 metro.
Né sono bastate le nevicate tardive di maggio, che avevano portato la coltre a 5 metri.
E non è purtroppo una novità. Nel 2022 a sparire sono stati per esempio ben 112 ettari di ghiacciaio e, negli ultimi 25 anni, il deposito si è praticamente dimezzato.
Lo scorso anno, a Punta Penia, la vetta della Marmolada, si era toccata una punta di 14 gradi.
Lo scioglimento del ghiaccio, a metà agosto 2024, ha anche riportato alla luce i corpi di 2 soldati caduti nella Grande Guerra e rimasti quindi congelati per oltre un secolo nella zona di Forcella Serauta.
Ghiacciai d’Italia a rischio
La situazione dei ghiacciai è drammatica in tutta Italia.
Sempre lo scorso agosto, tra il 10 e l’11 del mese, è stata per esempio registrata una temperatura superiore allo 0 per 33 ore consecutive anche nelle vicinanze della vetta più alta del nostro Paese: ai 4750 metri del Colle Major, di poco sotto i 4805 del Monte Bianco.
E, tornando al 2023, Greenpeace Italia e Comitato glaciologico italiano si erano concentrati sul ghiacciaio dei Forni, nel Parco Nazionale dello Stelvio, concludendo, dopo aver riscontrato una perdita per fusione superiore del 50% a quanto avvenuto nel 2022, che rischia di scomparire entro il 2060.
Una condizione che, hanno aggiunto gli esperti che avevano partecipato alla spedizione, potrebbe essere comune all’80% di tutti i ghiacciai alpini, determinando durante il periodo estivo anche un aggravamento del rischio di siccità, che saranno più intense anche a valle entro un periodo tra i 30 e i 40 anni.
Alberto Minazzi