Alta o bassa: cosa fare quando le maree risultano anomale. Riprendono gli scavi dei rii.
Un’app per gli operatori a indicare i canali navigabili
Il 29 ottobre 2018 Venezia ha seriamente rischiato di ripetere il 4 novembre 1966. Se il vento fosse entrato con 4 ore d’anticipo sarebbe accaduto.
Se poi l’anticipo fosse stato di 6-7 ore, la marea sarebbe arrivata addirittura a 216 centimetri.
Cosa si sarebbe potuto fare se qualcuno, in quelle ore, avesse accusato un malore a Burano? Come l’ambulanza e/o i vigili del fuoco avrebbero potuto intervenire in aree della città difficilmente percorribili in quelle situazioni? Come si poteva anticipare ogni singola eventualità garantendo la massima sicurezza a tutti in città?
Non siamo abituati a pensare che dietro a ogni singola previsione ci siano mille interrogativi e risposte da cercare.
Quella dell’ Ufficio Maree è un’attività fondamentale per la città e da oggi ha uno strumento in più.
Da utilizzare non solo in caso di alta marea, ma anche di bassa marea. Sembra strano, ma quando l’acqua manca la situazione è spesso peggiore rispetto a quando ce n’è troppa.
Per il 4 novembre 2019, nella ricorrenza della tragedia che ha segnato la storia di Venezia, è stato annunciato l’entrata in funzione del sistema MOSE.
Nel frattempo, la Giunta comunale ha approvato oggi un nuovo piano integrato degli interventi che illustra tutte le operazioni da fare in città in caso di maree che si discostino dalla norma.
La marea è cambiata
L’ultimo aggiornamento del piano risaliva al 2002. Sono passati solo 17 anni eppure sembra di un’altra epoca. Non prevedeva nemmeno gli sms per avvisare la popolazione. Ma a esser cambiate sono, soprattutto, le condizioni naturali.
“Negli ultimi 15 anni – spiega Alvise Papa, responsabile del Centro maree – il livello medio della marea è cresciuto da 18 a 35 centimetri. E questo rende sempre più devastanti i fenomeni atipici. Tanto più che gli eventi mareali hanno perso la loro stagionalità”.
Negli ultimi tre anni, non a caso, l’Amministrazione ha investito in maniera importante anche nella revisione della modellistica previsionale.
“I fenomeni anomali – prosegue il responsabile – ci sono sempre stati, ma prima ce ne rendevamo conto solo in sala operativa. E si capisce che partendo da un livello medio più alto, l’impatto è sempre più serio”. “A Venezia – ha sottolineato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro – i cambiamenti climatici si sentono prima”.
Un piano condiviso
Il nuovo piano è diviso in 4 sezioni. La prima, non presente nel precedente piano, individua competenze e riferimenti della città. E stabilisce anche un linguaggio comune con il centro maree per facilitare la cooperazione. Se ospedale, vigili del fuoco, forze di polizia, scuole e centro maree parlano la stessa lingua e hanno un codice cui attenersi si semplificano le cose. La seconda aggiorna il vecchio piano integrato. La terza declina i rapporti del centro maree con i soggetti coinvolti. La quarta spiega cosa devono fare, questi soggetti.
La vera novità del piano, infatti, è la massima condivisione da cui parte. “In precedenza- riprende Papa – era il Centro maree, assurdamente, a decidere le soglie importanti per la città. Con un lavoro durato quasi un anno, abbiamo invertito allora la prospettiva. Siamo cioè andati dai singoli enti per capire le necessità e le problematiche di ciascuno di essi”. I soggetti coinvolti, così, sono passati da 5 a una trentina. Ed è stata creata anche una struttura di gestione e controllo, per evitare la sovrapposizione di competenze. “Il piano – ha rimarcato il primo cittadino – diventa ora veramente organico e integrato”.
Canali navigabili, una necessità
Il piano approvato dalla Giunta prevede non solo le situazioni di alta, ma anche quelle di bassa marea. Perché, dal punto di vista della sicurezza, l’acqua bassa diventa ancor più problematica per la città. Si capisce così chiaramente la necessità di scavare i canali per consentire ai mezzi di soccorso di raggiungere ogni parte della città.
“Sono degli extra costi – ha sottolineato Brugnaro – che abbiamo finanziato attraverso l’efficientamento della macchina comunale. E li incrementeremo, perché li riteniamo fondamentali in una città che vive sull’acqua. Da resilienti, non molliamo. Continuiamo inoltre a investire sul Centro maree per avere previsioni sempre più precise e gestire al meglio la città. Di fatto, però, operiamo senza alcun aiuto dello Stato. E ricordiamo che possiamo intervenire solo sulle acque interne di nostra competenza. In caso contrario, si configurerebbe il danno erariale”.
Negli ultimi tre anni, la scelta di quali canali scavare, allora, non è stata casuale: si è scelto di partire dai rii utilizzabili dai mezzi dei Vigili del Fuoco e del Suem. “Visto che molti operatori oggi arrivano da fuori – riprende il sindaco – abbiamo messo in pista sistemi informatici per far vedere loro in tempo reale, con una semplice app, quali siano i canali navigabili”. Lo scavo dei canali, però, è necessario in tutta la Laguna. In teoria, le competenze del Magistrato alle Acque avrebbero dovuto essere attribuite alla Città metropolitana fin dal 2015. E sarebbe bastato un decreto del Consiglio dei Ministri. Che però non c’è mai stato. “La navigabilità dei canali – ricorda Brugnaro – è necessaria e fondamentale. Per spostarsi, per la sicurezza. Ma anche per l’economia: stiamo rischiando di perdere traffici, navi e lavoro”.
Il Centro maree
Che il Centro previsioni e segnalazioni maree di Venezia sia un’eccellenza non è una novità. Non a caso, collabora con altri 80 centri di previsione in tutta Europa.
Nel nostro Paese poi, ha contribuito a creare una rete che va dal Friuli Venezia Giulia a Bologna, il cui Centro meteo è il più importante d’Italia.
Utilizza, per le maree, le previsioni che arrivano dalla Laguna. Il margine d’errore (8 cm nelle previsioni fino a 72 ore) è il più basso d’Europa e si sta lavorando sodo per ridurlo ulteriormente, specie nei casi di eventi atipici. Le previsioni, da qualche tempo, sono passate da 3 a 4 giorni.
Sono già 85.000 gli iscritti al servizio di previsione via sms. Nel frattempo, si stanno incrementando i canali di diffusione delle informazioni.
Con Venis, sono ad esempio già stati creati 2 canali Telegram (“Centro Maree Avvisi” e “Centro Maree Informa”). In prospettiva, l’idea è quella di sfruttare il numero unico della Centrale operativa. “L’iscrizione al servizio – spiega il sindaco Brugnaro– è oggi volontaria. In futuro, vorremmo far sì che chiunque, sia esso un cittadino o un ospite, ottenga questo servizio informativo in automatico. Potrà sapere così quali siano le aree allagate e dove invece ci si può muovere. In altri termini, si renderebbe più fruibile e più comoda la città”.