Il conto dei danni diventa sempre più salato. L’incubo non è ancora finito dopo la lunga notte che ha trascinato Venezia nel dramma.
Anche la Basilica di San Marco ha subito gravi danni, come l’intera città e le isole.
Difficile al momento quantificare a quanto ammontino, ma la situazione è estremamente complessa e preoccupante come ha sottolineato il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia durante la conferenza stampa presso la sede della Protezione civile regionale a Marghera.
«Alcune decine di centimetri in Piazza San Marco sono gestibili – dice al microfono di Metropolitano.it -, fanno parte della storia della città. Ma lo scenario di un anno fa che io ho visto con i miei occhi e soprattutto quello di stanotte non dovrebbero ripetersi perché sono fatti prevedibili che si verificano abbastanza di frequente e devono quindi essere gestiti in modo serio. Io non ho mai assistito a una cosa del genere.
Ho visto la Piazza molte volte colma d’acqua, ieri è stato impressionante. C’erano le onde come se si fosse in riva al mare. La Basilica sta soffrendo dei danni strutturali, perchè l’acqua che la invade è acqua salata. Questa crea dei danni irreparabili soprattutto quando si asciuga, nella parte bassa dei mosaici, i pavimenti, le colonne. Sta diventando un serio problema. Noi possiamo fare manutenzione ordinaria ma non straordinaria strutturale. Auspico che ci sia un’attenzione particolare del Governo su questo patrimonio mondiale».
«Superato il metro e 65 centimetri, l’acqua è entrata – racconta il procuratore della basilica di San Marco Pierpaolo Campostrini – allagando il pavimento e, rompendo le finestre, anche la cripta. Una situazione drammatica per il patrimonio artistico e culturale contenuto al suo interno e che rischia di essere seriamente danneggiato. Il pericolo è anche che l’acqua possa creare danni statici alle colonne. Dalla Polizia Municipale si apprende che nel momento di picco massimo di marea a 187 centimetri, si misuravano dalla pavimentazione circa 110 centimetri d’acqua. Un fenomeno di queste proporzioni non si verificava dal 1966.
Fortunatamente – ha concluso Campostrini – c’è stato il pronto intervento del personale e le paratoie mobili hanno evitato danni fisici peggiori. All’interno della Basilica non ci sono danni visibili perchè gli oggetti preziosi e i paramenti sono stati sollevati e messi al sicuro. Resta il danno invisibile, in via di valutazione, che riguarda le infiltrazioni e la risalita dell’acqua lungo le pareti».