L’8 gennaio cade l’anniversario ufficiale della scomparsa del grande viaggiatore veneziano, ricordato con una serie di iniziative
Se il genovese Cristoforo Colombo è passato alla storia per la scoperta di un “nuovo mondo”, l’America, al di là dell’Oceano Atlantico, circa un secolo e mezzo prima il veneziano Marco Polo aveva invece disvelato all’Occidente i segreti di un mondo, la Cina, la cui esistenza era nota, ma i cui usi e abitudini erano ancora fonte di grande mistero.
E così aprì quella “via della Seta” che ancor oggi porta fino all’Estremo Oriente.
Polo, partito a 17 anni al seguito del padre, ebbe il merito di raccontare le esperienze di questo suo viaggio, durato circa un quarto di secolo, in un libro, ribattezzato “Il Milione”, pietra miliare nei rapporti tra Occidente e Oriente giunta fino ai giorni nostri. Un testo oggi prossimo all’ennesima ristampa, in uscita venerdì 12 gennaio, con una nuova traduzione voluta da un editore veneziano, Marsilio.
È solo uno dei tanti omaggi che la città lagunare rende ora a uno dei suoi più cittadini più illustri in occasione dei 700 anni della sua morte.
Un evento che, ufficialmente, avvenne l’8 gennaio 1324.
Anche se il testamento originale, conservato alla Biblioteca Marciana, mette in dubbio questa collocazione temporale, visto che risulta datato 9 gennaio, da alcuni studiosi ritenuta dunque la data dell’effettivo decesso.
Le iniziative per i 700 anni della morte di Marco Polo
Venezia ha deciso innanzitutto di dedicare a Polo uno dei suoi eventi più importanti, il Carnevale, intitolato proprio “Ad Oriente. Il mirabolante viaggio di Marco Polo”.
Già prima dell’apertura ufficiale della kermesse, il 27 gennaio, si moltiplicano comunque già le iniziative per ricordare l’anniversario.
L’apertura dell’anno poliano è fissata per giovedì 11 gennaio, con l’inaugurazione della mostra “L’asse del tempo: tessuti per l’abbigliamento in seta di Suzhou”, a cura di Qian Zhaoyue, direttore del Museo della seta della città cinese gemellata dal 1980 con Venezia, che rimarrà aperta a Palazzo Mocenigo fino al 29 febbraio.
In esposizione, creazioni originali, tessuti e repliche di antichi abiti realizzati con la tecnica millenaria della regione dello Jiangnan.
Un’anticipazione degli eventi 2024 dedicati a Marco Polo, intanto, si è vissuta a Marghera, con l’avvio del progetto “Aspettando Marco Polo 700”, organizzato e ideato dall’associazione “Venezia Pesce di Pace”, basato sull’esposizione dei disegni realizzati da 500 bambini per un mese nelle vetrine di 45 negozi di Venezia e 7 di Marghera. Mentre è in via di definizione la conferenza “Rapporti culturali Italia-Cina nell’anno delle celebrazioni di Marco Polo”, in programma a Ca’ Foscari giovedì 11 alle 15.
Alla riscoperta di Marco Polo
Sono numerose anche le iniziative editoriali in programma per l’anno poliano, come quelle dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, in collaborazione con la Biblioteca Marciana e l’Archivio di Stato. Proprio dai documenti conservati in quest’ultimo, negli ultimi anni sono emerse informazioni che stanno aiutando a riscrivere la storia del viaggiatore veneziano.
Le curiosità, in tal senso, sono molte. C’è per esempio un atto notarile del 1314 in cui una certa “Elena” si definisce “madre di Marco Polo”, quando nel racconto del Milione si afferma che questa sarebbe morta ancor prima della partenza per la Cina. O l’esistenza di una figlia naturale, Agnese, in aggiunta alle 3, Fantina, Bellela e Moretta, nate dal matrimonio con Donata Badoer avvenuto nell’anno 1300.
Vicende personali a parte, resta il fascino di un uomo che, spinto da intenti commerciali, seppe poi tradurre le relazioni intessute con popolazioni molto diverse in un racconto di viaggio, scritto insieme a Rustichello da Pisa, che fornì un contributo fondamentale per ricucire due mondi fino a quel momento sviluppatisi autonomamente e fare da ponte tra due culture profondamente lontane.
Alberto Minazzi