La Commissione: il nostro Paese inserito tra quelli che devono essere pronti a prendere misure di consolidamento
Per il momento, il giudizio è sospeso.
Dopo l’esame del documento programmatico, Bruxelles rinvia a primavera la valutazione sulla Legge di bilancio dell’Italia. Insieme a quelle di altri 9 Stati membri tra cui la Germania.
Altri 4, invece, a partire dalla Francia, rischiano concretamente di non essere in linea con le raccomandazioni del Consiglio.
Tutto rinviato a primavera, dunque.
Nel frattempo, l’Italia dovrà predisporsi a prendere delle misure di consolidamento della manovra. Come Germania, Lettonia, Olanda, Austria, Lussemburgo, Malta, Portogallo e Slovacchia.
“Non è una bocciatura”, ha rilevato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.
Il senso del giudizio di Bruxelles
Il rinvio a primavera, ha spiegato sempre Gentiloni, è in sostanza “un invito alla prudenza di bilancio e a utilizzare al meglio le risorse comuni europee”.
La valutazione di Bruxelles si basa sull’analisi del documento che ogni anno deve essere trasmesso dagli Stati dell’Unione entro il 15 ottobre, illustrando le valutazioni macroeconomiche e le azioni prioritarie del Governo, l’aggiornamento dello stato di avanzamento del programma nazionale di riforma e la manovra di finanza pubblica per l’anno successivo, con relativi impatti finanziari.
La valutazione della Commissione Ue sul Dpb italiano
Il Documento programmatico di bilancio dell’Italia, secondo la Commissione europea, non rispetta pienamente le raccomandazioni del Consiglio soprattutto in quanto supera il tetto di spesa relativo al prossimo anno, con la previsione di una limitazione della crescita della spesa primaria netta nel 2024 inferiore alle indicazioni.
Pur essendo arrivato l’apprezzamento per lo stop alla misura, a pesare sul giudizio è ancora l’impatto del Superbonus sulla spesa, che nel 2023 è stato superiore alle attese.
I nodi da sciogliere
Tra i punti che saranno riesaminati in primavera c’è anche la destinazione dei risparmi derivanti dalla progressiva eliminazione delle misure di sostegno energetico, che dovrebbero essere interamente utilizzati per ridurre il disavanzo pubblico, pur sollevando dubbi sulla possibilità di raggiungere l’obiettivo. E c’è anche un invito all’Italia ad “accelerare i progressi” per quanto riguarda gli elementi strutturali delle raccomandazioni di bilancio.
Il parere sul Dpb si sofferma inoltre sulle conseguenze negative sulla certezza dell’economia legate ai frequenti cambiamenti nella politica fiscale. Il riferimento esplicito contenuto nelle raccomandazioni Ue riguarda la riduzione ulteriore delle imposte sul lavoro e un efficientamento del sistema fiscale. In sostanza, c’è preoccupazione per le previsioni del Tesoro su deficit e debito. E, di sottofondo, si ripropone anche il tema dell’attuazione del Pnrr.
I rischi per la manovra
Gentiloni ha ricordato che, per i Paesi non pienamente in linea con le raccomandazioni, com’è attualmente l’Italia, l’invito non è a intervenire con manovre correttive, ma solo a prendere contromisure, seguendo politiche di spesa prudenti per evitare che la valutazione si faccia più critica. Il rischio che, in primavera, arrivi un giudizio negativo è infatti concreto. E, nel peggiore dei casi, potrebbe tradursi nell’attivazione del meccanismo di allarme previsto per gli squilibri macroeconomici di bilancio eccessivi, con relativa procedura di infrazione.
Alberto Minazzi