Autorizzata la trasmissione della Legge di Bilancio alle Camere. La maggioranza stretta sul premierato: il Cdm il 3 novembre
L’iter verso l’approvazione della Legge di bilancio è ufficialmente partito. E quello verso il premierato è iniziato.
Dopo il via libera della Ragioneria dello Stato, nella serata di ieri, 30 ottobre 2023, il presidente della Repubblica ha “bollinato” il testo della manovra, autorizzando la presentazione alle Camere del disegno di legge.
Può così partire il confronto parlamentare sui 109 articoli che definiranno la strategia economica decisa dal Governo per il prossimo anno.
Un provvedimento al quale l’Esecutivo punta ad arrivare in tempi rapidi, auspicando che, alla Camera e al Senato, sia ridotta al minimo la presentazione di emendamenti.
In considerazione dell’urgenza, la premier Giorgia Meloni ha invitato le forze di maggioranza ad approvare la legge senza richiedere ulteriori modifiche.
Riguardo la riforma costituzionale con la quale si vorrebbero ottenere l’elezione diretta del presidente del Consiglio, la norma “antiribaltone” e lo stop a nuove nomine di senatori a vita (eccezion fatta per i presidenti della Repubblica, che lo diventano automaticamente), il testo è passato al vertice della maggioranza.
Il Cdm (consiglio dei ministri) si riunirà il 3 novembre per approvare il disegno di legge proposto dal ministro per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione Normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Gli ultimi ritocchi del Governo alla Legge di bilancio
Proprio l’andamento del confronto parlamentare offrirà un significativo banco di prova sulla solidità e sulla compattezza della coalizione di Governo.
Il vertice di ieri tra i rappresentanti dei partiti che sostengono l’Esecutivo si è per il momento chiuso positivamente, dopo una sola ora di confronto, con pochi ritocchi rispetto al testo della manovra varato 2 settimane fa da Palazzo Chigi.
Tra i punti chiave per ottenere il placet da Lega e Forza Italia ci sono il mantenimento di “quota 103” per richiedere la pensione anticipata e le precisazioni inserite nel testo riguardo alla cedolare secca per gli affitti brevi.
L’aliquota cioè sale dal 21% al 26% quando viene destinato a questo tipo di locazione più di un appartamento per ogni periodo di imposta.
L’aumento della tassa sulle seconde e terze case sarà però accompagnata da un “codice anti-sommerso”. Questo codice contro l’evasione, pensato in particolare per far emergere gli affitti in nero per pochi giorni ai turisti, secondo i primi calcoli consentirebbe di portare fino a un miliardo in più al taglio delle tasse.
La misura sarà inserita nel “decreto anticipi”, collegato alla manovra.
L’iter parlamentare
Con l’invio del testo bollinato dal Quirinale, sarà ora l’aula del Senato la prima a confrontarsi sul disegno di Legge di bilancio. E si capirà subito se la mediazione a cui sono arrivate le forze di Governo a evitare l’insorgere di ulteriori polemiche.
Nella storia recente della Repubblica, solo nel 2011 l’allora Governo Berlusconi riuscì a passare il vaglio delle Camere senza emendamenti di maggioranza.
L’idea dell’Esecutivo è quella di rimandare eventuali richieste ulteriori da parte degli alleati ad altri provvedimenti, senza mettere mano alla manovra. Anche in considerazione proprio della risicatissima disponibilità economica per modificare i provvedimenti: 100 milioni per il 2024 e altrettanti per il 2025.
Somme che, per esempio, potrebbero servire a un nuovo calmieramento dell’Iva sui pannolini, altrimenti destinata a tornare al 22%.
A fronte dell’annunciata battaglia da parte delle opposizioni, una delle ipotesi teorizzate per evitare sorprese è dunque quella di un ulteriore intervento del Governo, sulla base di quanto emergerà dal dibattito in aula, per elaborare presentare un mini pacchetto di emendamenti, che sintetizzi le istanze avanzate dagli esponenti di maggioranza e opposizione.
Alberto Minazzi