Ultime ore per Hannibal, ma resta l’Italia delle ondate di calore
Il mese di maggio 2022 resterà nella memoria per la lunghissima ondata di calore, cominciata martedì 10 e legata all’anticiclone africano Hannibal, che ha portato la colonnina di mercurio anche oltre i 35 gradi in molte località.
Come è accaduto 19 anni fa, nella torrida primavera del 2003, quando in tutta Europa l’impennata delle temperature fece parlare del mese più caldo dell’ultimo trentennio.
Il record registrato nel continente, però, rimanda all’11 agosto 2021 quando, a Siracusa, il termometro ha registrato ben 49°.
“In particolari condizioni – prevede Lorenzo Tedici, meteorologo responsabile media di iLMeteo.it – si potrebbero toccare stavolta i 50°. Comunque, in tutta Europa quest’estate si possono prevedere temperature tra i 2 e i 3 gradi sopra le medie”.
Per quanto riguarda questo mese, però, il grande caldo sembra esser finito.
Le prime avvisaglie di un ritorno del clima su valori più un linea con quelli medi del periodo si cominciano ad avvertire, almeno nel nord Italia e il maltempo annunciato dai meteorologi tra la seconda metà di oggi, martedì 24 e mercoledì 25 maggio, dovrebbe portare a un deciso ridimensionamento della situazione.
Hannibal se ne va. Anomalia termica in contenuta attenuazione
Al momento, l’attesa è tutta concentrata sulle prossime ore.
In Veneto, ad esempio, tutti i meteorologi dell’Arpav sono allertati e in continuo contatto con la Protezione civile regionale, il cui Centro funzionale decentrato già domenica aveva emesso un avviso di criticità idrogeologica e idraulica, dichiarando lo stato di attenzione (allerta gialla).
Sono previsti “temporali diffusi e localmente intensi su gran parte delle zone alpine e prealpine. In particolare poi dal pomeriggio/sera ci sarà un elevato rischio di acquazzoni forti anche in Pianura Padana, con i rovesci in discesa dai rilievi alpini”.
La temperatura al nord dovrebbe scendere così tra i 5 e i 7 gradi.
Possibili, fino a domani mattina, anche grandinate, con qualche temporale residuo anche sulla Sardegna, dove l’area proveniente dalle Isole Britanniche porterà piogge e un calo delle temperature.
Hannibal, sottolinea il sito di iLMeteo.it, continuerà però a farsi sentire al centro-sud. Anzi, non sono da escludere picchi di temperatura fino a 37 gradi, con caldo opprimente per alcuni giorni soprattutto sulla fascia adriatica, dall’Abruzzo alla Puglia.
“Da sabato – spiega Tedici – Hannibal lascerà anche le regioni centro-meridionali, dove è arrivato qualche giorno dopo”.
Le previsioni per l’estate di iLMeteo.it
Anche se i 17 giorni caratterizzati da Hannibal sono un dato eccezionale (basti pensare che ne sono sufficienti 4 o 5 per parlare di ondata di calore), l’Italia si deve però abituare a un clima cambiato. “Con il riscaldamento globale – spiega il responsabile di iLMeteo.it – le ondate di calore diventano più frequenti, fosse solo per un fatto statistico legato alle medie”.
Guardando all’estate, Lorenzo Tedici ritiene che il modello del Centro europeo, pur essendo proiettato su tutti e 3 i mesi, resti il più affidabile. “L’ipotesi di avere tra giugno e agosto 90 giorni con temperature sopra la media in tutta Europa – commenta – è plausibile. Del resto, è da 20 anni che questo si verifica, anche se in alcuni casi solo di un grado, mentre stavolta la differenza potrebbe essere tra i 2 e i 3 gradi in più”.
Rispetto all’estate 2003, “c’è l’analogia di un maggio caldo sul nord-ovest dell’Italia e sulla Francia, che potrebbe far ipotizzare un 2022 su quei livelli o anche oltre. Ma dirlo adesso – rileva Tedici – è prematuro e poco attendibile. Di certo si prospetta un’estate molto calda”.
Il vero problema è la siccità
Quello che preoccupa maggiormente è la siccità. “Non tanto – precisa – per un eventuale riscaldamento anche dell’acqua del mare, quanto per il rischio reale di possibili razionamenti dell’acqua e sull’evaporazione. L’inverno è stato secchissimo, non solo al nord; a marzo e aprile, pur freschi, è piovuto poco, così come a maggio, ultimo mese in cui ci si potevano aspettare le piogge”.
Quanto al timore di toccare i 50 gradi, il responsabile media di iLMeteo.it, sottolinea: “Scientificamente ci sta, anche pensando che la scorsa non fu un’estate calda, pur con quel picco. Comunque, il record di Siracusa si è legato a una particolare condizione di colonna d’aria molto secca, condizionata anche dall’Etna. I 50 gradi potrebbero insomma arrivare in Sardegna, Sicilia o Puglia, ma solo con concomitanti venti secchi di caduta”.
Il report sui cambiamenti climatici in Italia
Che, alla base di tutto, ci sia il riscaldamento globale, lo aveva sottolineato già a fine marzo l’Istat nell’aggiornamento del report sui cambiamenti climatici, sia pur riferito ai dati 2020. Guardando solo alle città capoluogo di regione, l’Istituto di statistica ha segnalato che la temperatura media si è attesta a 15,8 gradi, cioè 1,2 in più rispetto al periodo tra il 1971 e il 2000.
In particolare, si sottolinea, dal 2014 la temperatura media ha raggiunto i 16 gradi, “segnale di un riscaldamento in atto nei sistemi urbani”.
A crescere, sia le massime che le minime, con il record di Perugia (+2,1), seguita da Roma (+2) e Milano (+1,9) a breve distanza.
Il dato diventa ancor più preoccupante se si guarda alle precipitazioni: dal 2011, il 2020 è stato l’anno meno piovoso, con una media annua di 661 millimetri, 132 in meno rispetto al valore del periodo tra il 2006 e il 2015. Napoli, con 423,5 millimetri in meno rispetto al periodo precedente e ben 439,6 se rapportati a quello tra il 1971 e il 2000 guida la non invidiabile classifica.
“Negli ultimi 12-13 anni – conclude Tedici – abbiamo effettuato un lavoro sul clima da cui è emerso che per la fine del 2030 potremmo scegliere non più le spiagge, ma la montagna sopra i 6-700 metri per star meglio d’estate. In tal caso, la stagione sulle coste andrebbe ripensata, puntando più su settembre che su luglio e agosto”.
Alberto Minazzi