Venezia è ferma a tempo indeterminato. Come tutto il Paese. Ma ci sono produzioni che il mondo attende comunque. Perché sono uniche e preziose.
Tra queste, soprattutto i velluti, i damaschi, i broccati e i lampassi dell’antica tessitura Luigi Bevilacqua.
Tessuti ricercati, che nei secoli hanno decorato chiese (basti pensare alla Basilica della Salute) e antichi palazzi.
Recentemente hanno contribuito a restaurare il Cremlino di Mosca e il palazzo reale di Dresda, abbellito abitazioni da mille e una notte negli emirati arabi e riepilogato la lunga storia del Caffè Quadri giocando in casa, in Piazza San Marco.
L’Antica Tessitura Bevilacqua: telai del settecento e modalità artigianale
Dietro all’ antica tessitura Bevilacqua, nata nel lontano 1875, si cela d’altra parte una storia di tecnica e pazienza tramandata per secoli che, ancora oggi, si compie come nel Settecento.
Con gli originali telai e una modalità artigianale che fa sì che la produzione media giornaliera delle tessitrici possa essere di soli 35-40 centimetri di tessuto.
“I velluti a mano che produciamo vengono tutti realizzati su telai del Settecento, gli stessi che Luigi Bevilacqua ha recuperato nel 1875 dalla Scuola della Seta della Serenissima – spiega Alberto Bevilacqua, amministratore delegato dell’azienda – Lo stesso vale per i macchinari che utilizziamo per preparare i fili dell’ordito. I 18 telai nella nostra sala di tessitura sono tutti dotati della macchina Jacquard, grazie alla quale i fili dell’ordito che realizzano il disegno vengono spostati automaticamente, un’invenzione di inizio Ottocento – aggiunge – Il lavoro resta comunque manuale, perché sono le tessitrici ad azionare la macchina e a tagliare il velluto “.
Oggi sono sette le tessitrici della Bevilacqua. Per imparare questo mestiere, che richiede tantissima precisione, le apprendiste devono seguire le orme di una “maestra” per almeno due anni, prima di essere pronte a realizzare le trame più elaborate.
Il tessuto più pregiato è il soprarizzo, il più complesso tra i velluti operati. E’ molto richiesto, così come lo sono i disegni più particolari e antichi, come dimostra l’elaborazione del lavoro fatto per il Cremlino.
Da Venezia alla Russia. “Velluto Grottesche”
“Il modello mostratoci dai committenti russi per rivestire alcune sedie era un disegno francese di 250 anni fa, simile al nostro velluto Grottesche – racconta ancora Alberto Bevilacqua -Il problema stava nel fatto che il telaio usato per produrre questo tessuto d’arredamento non era più in attività da ormai 50 anni. I nostri tecnici hanno dovuto davvero spremere le meningi per capire come impostare la macchina, le schede forate per il telaio Jacquard e i rocchetti dei fili. Non c’è da stupirsi che ci siano voluti 6 mesi prima che potessimo anche solo cominciare a tessere. Il risultato – conclude – è qualcosa che continua a stupirci ancora oggi: non solo per l’altezza del pelo, il disegno elaborato o i giochi di colore che crea quando lo si accarezza – passando da giallo e verde a marrone – ma anche perché sappiamo quanto lavoro ha richiesto”.
Un archivio storico di 3500 disegni
L’archivio dell’antica tessitura è ricchissimo di disegni e di motivi che spaziano dall’arte bizantina all’art déco. Periodicamente vengono però aggiornati i colori per adattarli al gusto moderno e aggiunti nuovi disegni.
Per il restauro dello storico Caffè Quadri di Piazza San Marco, per esempio, lo storico velluto è stato reinterpretato e personalizzato con alcune nuove figure.
“E’ stato lo stesso Philippe Starck a scegliere il tessuto da posare sulle pareti del Caffè Quadri selezionandolo tra i 3500 disegni conservati nel nostro archivio storico. La preferenza del design, chiamato a ripensare gli spazi storici del Quadri senza stravolgerne l’anima, è caduta su un campione di velluto “grottesche” del XXI secolo in stile eclettico realizzato con un telaio a 16.000 fili. Il pezzo storico è stato poi personalizzato con l’inserimento di alcune figure insolite e sorprendenti, angeli con i mitra, navicelle spaziali oltre ai volti dei due fratelli Alajmo, proprietari del Caffè”.
Altre volte il tessuto viene riprodotto tale e quale all’originale, come accaduto per il palazzo reale di Dresda. Per questo, andato distrutto durante la seconda guerra mondiale, le tessitrici hanno realizzato750 metri di velluto rosso cremisi grazie ad un frammento recuperato dalle macerie.
Antica tessitura Bevilacqua
Un lavoro storico e filologico al quale la famiglia Bevilacqua è avezza. Il suo legame con il mondo della tessitura affonda nel 1499. In quell’anno, infatti, Giovanni Mansueti ha dipinto San Marco trascinato nella sinagoga, segnalando in un cartiglio i nomi dei committenti: tra questi appare un certo “Giacomo Bevilacqua Tessitore“.
Fu Luigi Bevilacqua nel 1875, insieme a Giovanni Battista Gianoglio (poi ritiratosi), a fondare l’attuale azienda, acquistando, come prima sede, un edificio in Fondamenta San Lorenzo, a Castello, luogo che un tempo ospitava la Scuola della Seta, abbandonata all’inizio del secolo. Nell’arco degli anni i tessuti prodotti per committenti ed edifici prestigiosi sono stati moltissimi ed hanno reso celebre quest’azienda oggi guidata da Rodolfo Bevilacqua, presidente e responsabile della produzione.