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Luoghi recuperati: alla riconquista del territorio

Luoghi recuperati: alla riconquista del territorio

Oasi, luoghi della legalità, parchi agroambientali, comunità energetiche: tante iniziative per ridar vita ad aree altrimenti abbandonate

Spazi rurali abbandonati, borghi in preda allo spopolamento, castelli a rischio crollo, edifici e terreni sottratti alle mafie.
Luoghi strappati a un triste destino tornano a vivere grazie alla sinergia tra abitanti e istituzioni lungimiranti, trasformandosi in spazi e territori riqualificati e rigenerati, nuovamente aperti alla comunità.
E’ il caso delle Vignole, un angolo poco conosciuto della laguna veneziana composta da due isolotti separati da uno stretto canale e collegati da un ponte.
Poche case sparse intervallate da campi coltivati, una trattoria sulla sponda occidentale, una chiesetta dedicata a Santa Maria Assunta e Santa Eurosia.
Da poco più di un anno quest’oasi fuori dai flussi turistici che interessano altre isole lagunari (in primis Murano e Burano) è diventata una sorta di laboratorio eco- sostenibile.
Il Provveditorato alle Opere Pubbliche ha infatti ufficializzato la concessione all’associazione no-profit VERAS – Vignole Energia Rinnovabile Agricoltura Sana VERAS di un’area demaniale di oltre quattro ettari all’interno dell’isola, sulla quale è stato avviato un piano di riordino per sviluppare iniziative di conoscenza e valorizzazione del territorio.

Il Parco Agro-Ambientale delle Vignole, a Venezia

Sono due i punti cardine del progetto ideato da un gruppo di abitanti delle Vignole riunitesi nel 2021 nell’associazione VERAS: produrre cibo sano in un ambiente naturale e energia pulita a km0.
“La produzione del cibo sano in un ambiente naturale già avviene nell’isola e il progetto di VERAS intende valorizzare e far conoscere al meglio questa tradizione costruendo nel Parco Agro-Ambientale delle Vignole un sistema di piccoli orti per le scuole in cui creare occasioni di sensibilizzazione sul cibo sano e la sua relazione con la salute e con i comportamenti corretti”, spiega il presidente Carlo Zangrando.

Secondo cardine dell’associazione no-profit è rendere quest’oasi “carbon free”, realizzando una sorta di fattoria didattica che produce e consuma localmente l’energia prodotta da un piccolo impianto fotovoltaico istallato nel parco: energia a km0 e priva di impatti.
“Il Parco Agro-Ambientale pubblico che sarà realizzato su quest’area di notevole interesse ambientale, da anni inutilizzata e che abbiamo già provveduto a disboscare, ha caratteristiche vegetative e di biodiversità uniche nell’ambito della laguna veneziana – aggiunge Zangrando – Negli ultimi mesi abbiamo potuto ospitarvi iniziative di vario tipo alle quali hanno partecipato centinaia di persone e in particolare giovani e giovanissimi delle scuole veneziane. Il 25 gennaio siamo stati anche ospiti di una bella iniziativa didattico-conviviale organizzata da Venice Resilience Lab, associazione che opera all’interno di Wigwam Circuit, la rete per lo sviluppo equo-solidale e sostenibile delle comunità locali.

La villa dell’ex boss summer school della legalità

Sempre in Veneto troviamo un altro emblema di recupero ambientale e di rinascita sociale e culturale.
Si tratta della villa di Campolongo Maggiore confiscata all’ex boss della Mala del Brenta, Felice Maniero.

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Ex villa di Felice Maniero a Campolongo Maggiore

Nel maggio del 2021 è diventata la casa della legalità, intitolata a Cristina Pavesi, studentessa di Conegliano uccisa il 13 dicembre 1990, a 22 anni, nell’assalto armato al portavalori delle Poste sul treno Venezia-Milano.
Cristina viaggiava su un altro convoglio, che da Padova la stava riportando a casa, un treno il cui passaggio i banditi non avevano messo in conto e che fu investito dall’esplosivo utilizzato per far saltare in aria il vagone portavalori. Cristina morì sul colpo e altre 13 persone furono gravemente ferite. La banda di Maniero riuscì a impadronirsi del bottino. Oggi, in quella che fu l’abitazione del boss, trovano sede una decina di associazioni comunali, uno sportello antiviolenza e la summer school della legalità.
Il 19 luglio 2021, in occasione del 29esimo anniversario dalla morte del Giudice Paolo Borsellino, l’Amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione Mondo di Carta, ha inaugurato all’interno della villa il Museo della Legalità che raccoglie alcuni degli elaborati artistici prodotti dai ragazzi di tutta Italia nell’ambito del concorso “Cristina Pavesi”, oltre a quelli di vari di artisti locali: un viaggio che racconta la storia della mafia del Brenta e il percorso di riscatto avviato grazie alla cultura della legalità.

Dalla Mafia al Museo del Mare e della Biodiversità

Anche in Emilia, precisamente a Salsomaggiore Terme, un bene confiscato all’illegalità è diventato un luogo di storia ma anche di turismo, al centro di numerosi itinerari per vivere esperienze autentiche tra natura, cultura ed enogastronomia.
Si tratta del Podere Millepioppi, nato all’interno di una vasta area agricola confiscata alla mafia nel Parco dello Stirone e del Piacenziano.
Da anni ospita campi di lavoro e di volontariato dell’associazione Libera, un centro di recupero per animali selvatici e di recente il MuMAB – Museo del Mare Antico e della Biodiversità con una sezione geopaleontologica allestita nell’edificio principale del podere e una sezione naturalistica ospitata nell’ex-stalla della casa colonica.

Visitando questo speciale museo, che custodisce fossili e reperti risalenti a oltre 7 milioni di anni fa, tra i quali coralli, conchiglie, denti di squalo e resti di balenottere, si possono comprendere i processi evolutivi della Pianura Padana e dell’antico mare che la sommergeva.

Un’oasi naturale al posto della vecchia discarica

A Castel Volturno, in Campania, fino a pochi anni fa c’erano 150 ettari di cave di sabbia abusive che avevano devastato la zona creando nuovi fenomeni di erosione e di degrado in larghe fasce di costiera.
L’intera area, che comprende i Laghi Nabi, è oggi diventata la prima Oasi Naturale della Campania grazie all’opera di bonifica che l’ha liberata dai rifiuti.
Il lavoro di riqualificazione ambientale ha portato alla realizzazione di un luogo lacustre ricco di alberi ripiantati dove la natura regna sovrana, gli uccelli acquatici si lasciano scrutare, e gli abitanti e i turisti possono vivere esperienze a contatto con l’acqua e con l’ambiente circostante (tantissime le attività organizzate, dalla canoa al kitesurf, ma anche bici, escursioni, birdwatching, yoga). L’area dei laghi ospita attualmente anche un complesso turistico eco-sostenibile.

Castel del Giudice non più paese fantasma

Simbolo di riscatto e di rinascita ambientale, economica, sociale e turistica è anche Castel del Giudice (IS), in Molise, un borgo decimato dallo spopolamento tipico delle zone interne dell’Appennino.
Da un’idea del sindaco Lino Gentile che ha chiamato a raccolta abitanti, imprenditori, istituzioni, persone legate al paese, ha preso il via una strategia di sviluppo sostenibile partecipata. Una scuola in disuso è diventata una RSA, grazie ad un grande lavoro di recupero, al posto dei terreni abbandonati sono nati i meleti biologici Melise, un luogo dove nel Giardino delle Mele Antiche si coltivano frutti dimenticati. Stalle e fienili ristrutturati hanno dato origine ad un albergo diffuso totalmente integrato nel paesaggio, fulcro di turismo esperienziale: da qui si parte per i tour nei meleti con degustazioni nel birrificio agricolo, passeggiate poetico-rurali con il poeta contadino del paese, escursioni tra boschi e montagne, attività di apicoltura, rafting e vacanze slow. Grazie a questa grande opera di riqualificazione e di rigenerazione, oggi Castel del Giudice non è più un paese fantasma, anzi la sua popolazione sta costantemente aumentando e l’occupazione è a livelli altissimi rispetto ad altre zone del Molise.

Il crowdfunding che salva il castello dalla rovina

Anche nel caso del Castello di Padernello, il maniero della Bassa Bresciana, sono stati gli abitanti del luogo, guidati da Giuseppe Lama, sindaco di Borgo San Giacomo, a unirsi in sodalizio per recuperare il castello e restituirlo alla comunità, salvandolo dalla rovina.
Con Domenico Pedroni in prima linea, presidente della Fondazione Castello di Padernello, e la collaborazione di enti pubblici, associazioni, cittadini e fondazioni, una grande opera di crowdfunding ha vinto la sfida di restaurare il maniero e renderlo fulcro di sviluppo culturale, turistico ed economico.

Oggi il Castello di Padernello è luogo di visite guidate nell’arte e nella storia, di eventi incentrati sullo sviluppo sostenibile, di mostre ed esposizioni, ma anche di nuovi progetti. E’ in via di riqualificazione anche  anche il borgo adiacente al maniero, dove sono state aperte scuole-botteghe artigiane di alta formazione e sta per essere inaugurato anche un albergo diffuso.
Il crowdfunding è ancora aperto e con una quota di 100 euro si partecipa all’acquisto condiviso di Cascina Bassa (il futuro albergo diffuso) dove vivere una vacanza per due persone non appena l’hotel sarà inaugurato. Info: Tel. 030 9408766.

Claudia Meschini

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