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Luna: ci sono tunnel sotto la superficie

Luna: ci sono tunnel sotto la superficie
Modello 3D LRO della Nasa (Brian Kumanchik, Christian Lopez. Nasa/Jpl-Caltech), foto dell'alba del 24 dicembre 1968, alle 16:40 Utc dell'astronauta Bill Anders di Apollo 8 (@pressroom.unitn.it - Elaborazione di una foto di A. Romeo)

Uno studio coordinato dall’Università di Trento trova per la prima volta la conferma a un’ipotesi che potrebbe facilitare le missioni future

Probabilmente per la presenza di tanti crateri sulla sua superficie, spesso, nei fumetti ma non solo, la Luna viene rappresentata dall’immaginario collettivo come una sorta di grande pezzo di gruviera.

Continuando, con buona pace della scienza, a utilizzare la metafora culinaria del famoso formaggio, il fatto che i buchi si estendano, sotto forma di tunnel, anche sotto la superficie del satellite terrestre era però fino a oggi solo una ipotesi.

La presenza di gallerie sulla Luna è ora confermata, grazie al lavoro di un team internazionale, coordinato dall’Università di Trento, a cui hanno preso parte anche ricercatori dell’Università di Padova e di La Venta Geographic Explorations Aps.

E i risultati, pubblicati sulla rivista Nature Astronomy, non hanno solo una valenza teorica, ma aprono a nuove opportunità nella prospettiva di future missioni spaziali inviate dalla Terra sul satellite.

Da condotto di lava a tunnel

La tesi delle gallerie rocciose nel sottosuolo della Luna era stata avanzata dagli scienziati da più di 50 anni, ricorda Lorenzo Bruzzone, coordinatore della ricerca, facendo però notare anche che “è la prima volta in assoluto che ne dimostriamo l’esistenza”. La struttura, spiega il primo autore, Leonardo Carrer, deriverebbe con tutta probabilità da un condotto di lava ora svuotato, come quelli che si possono trovare per esempio alle Hawaii.

Al risultato si è giunti attraverso l’analisi dei dati raccolti dal radar Miniature Radio-Frequency del Nasa Lunar Reconaissance Orbiter nel lunare mare della Tranquillità in una missione svolta ancora nel 2010. Nell’arco degli ultimi 15 anni, il laboratorio dell’ateneo trentino è infatti riuscito recentemente a sviluppare nuove complesse tecnologie di elaborazione dei segnali.

Attraverso le sofisticate apparecchiature, spiega Bruzzone, si è ottenuta “la prima prova diretta di un tunnel roccioso accessibile sotto la superficie della Luna”, dopo aver confermato la possibile attribuzione a un condotto sotterraneo di una parte delle riflessioni radar registrate dalla missione della Nasa. “L’analisi dei dati – aggiunge Carrer – ha permesso di costruire un modello che rappresenta la parte iniziale del tunnel”.

I possibili sviluppi della scoperta

Lo studio, ricorda l’Università di Trento, ha impatto scientifico, ma anche implicazioni per lo sviluppo delle missioni sulla Luna, dove l’ambiente è ostile per la vita umana, con il lato esposto al Sole che può raggiungere 127°C e quello opposto che scende fino a -173°C, una radiazione cosmica e solare fino a 150 volte più potente di quella che si sperimenta sulla Terra e una minaccia costante di meteoriti.

La presenza di grotte canalari sotterranee di questo tipo consentirebbe dunque di ipotizzare la costruzione di infrastrutture protette realizzate nella profondità della Luna, garantendo a future colonie la protezione dai possibili rischi. Logicamente, prima della progettazione servirà un approfondimento della conoscenza dell’estensione e della forma dei condotti per poi poter procedere all’esplorazione attraverso future missioni robotiche.

Alberto Minazzi

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Tag:  luna, ricerca, spazio