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L'Oms allerta: esiste il rischio di una nuova pandemia

L'Oms allerta: esiste il rischio di una nuova pandemia
Il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus

Bassetti: “Sono molti i campanelli d’allarme”. In Cina, nel frattempo, si attende un nuovo picco di Covid a fine giugno

A meno di un mese dalla fine della pandemia,  la Cina è di nuovo al centro dell’attenzione, con una nuova ondata di contagi che dovrebbe toccare secondo gli esperti locali il picco entro fine giugno. Sono previsti 65 milioni di nuovi casi settimanali provocati dalle nuove mutazioni della versione del virus “Omicron XBB”, più conosciuta come “Gryphon”.
Che non si debba abbassare la guardia di fronte al Covid è cosa nota. Ma l’asticella dell’attenzione, potrebbe doversi spingere oltre.
Il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, nel suo intervento all’Assemblea mondiale della sanità in corso a Ginevra, ha infatti invitato gli Stati membri a prepararsi per fronteggiare un’eventuale nuova pandemia che si potrà presentare nei prossimi due anni.

L’allarme per una nuova pandemia

“Certamente dobbiamo continuare a vigilare attentamente. Sono molti i campanelli d’allarme – ammette Matteo Bassetti, infettivologo e primario del reparto di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova -. Quello più probabile e secondo me più preoccupante – prosegue – è l’influenza aviaria. Ieri il Brasile ha decretato lo stato di emergenza relativamente ai polli, ci sono stati alcuni casi sospetti di infezione negli uomini, anche se, fortunatamente, al momento, sono tutti negativi”.

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Il direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino Matteo Bassetti @Fb Matteo Bassetti

Anche per la aviaria, secondo Bassetti, il tema è quello delle possibili ricombinazioni del virus.
“È veramente un grande problema, per il momento negli animali. Ma cosa succederà quando più persone si contageranno e quando magari questo virus avrà la possibilità di trasmettersi da una persona all’altra? Questo è certamente qualcosa a cui noi dobbiamo guardare e per il quale dobbiamo continuare a lavorare con sistemi di sorveglianza, essere pronti con farmaci e vaccini, sensibilizzare la popolazione”.
Il rischio di un’altra variante di Sars-CoV-2 o di un altro agente patogeno emergente è emerso chiaramente dalle parole di Ghebreyesus: “Quando la prossima pandemia busserà, e lo farà, dobbiamo essere pronti a rispondere in modo deciso, collettivo ed equo. Esorto tutti gli Stati membri a impegnarsi in modo costruttivo e urgente nei negoziati sull’accordo sulle pandemie e sul Regolamento sanitario internazionale, in modo che il mondo non debba mai più affrontare la devastazione di una pandemia come il Covid-19”, ha detto.

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Le sottovarianti e la nuova ondata di Covid in Cina

In Cina, dalle mutazioni di Gryphon, individuata per la prima volta nell’agosto del 2022, sono derivate alcune forme ricombinanti, l’utima delle quali, “Acrux”, riscontrata anche in Italia, è stata inserita tra le varianti sotto monitoraggio dall’Oms da meno di una settimana.
Le principali varianti d’interesse, sempre della famiglia XBB, attualmente sono “Kraken”, rilevata in ben 110 Paesi ma in calo da settimane, e “Arturo”, presente in 50 Paesi ma con un trend di crescita, così come altre varianti sotto monitoraggio, a partire da “Hyperion” .
L’Oms sottolinea però che le evidenze disponibili non mostrano al momento una gravità superiore negli effetti provocati da queste forme del virus.
Non c’è da attendersi, quindi, sugli ospedali cinesi un impatto della nuova ondata sul livello di quelle precedenti. Anche perché la stessa Cina ha annunciato di aver perfezionato due vaccini che si sono dimostrati efficaci contro le sottovarianti di XBB. E, in ogni caso, pur auspicando una riformulazione, l’Oms conferma la protezione sostanziale contro la malattia grave e la morte per i sieri più diffusi attualmente in uso.

Bassetti: la nuova ondata non sarà un problema per Italia ed Europa

“Non credo che XBB rappresenterà un problema per noi – dice Matteo Bassetti -. Qui l’emergenza è finita. Potrà forse esserci un incremento dei casi, ma un conto è avere persone col mal di gola o il naso che cola, un altro è avere gente che riempie gli ospedali con la polmonite. E non credo che si verificherà questa ipotesi. Ciò che è stato detto in Cina si riferisce a un modello matematico per la situazione cinese”.
Riguardo alla Cina, il medico genovese rimarca poi che “la situazione cinese è ben diversa da quella europea e italiana. Hanno usato vaccini diversi. Hanno vaccinato in maniera molto differente. Gli anziani sono stati rimasti per molto scoperti. Hanno avuto, tra dicembre e febbraio, un’ondata importante e si sono fatti quindi gli anticorpi troppo recentemente”.

Alberto Minazzi

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