Lo studio britannico presentato al congresso della European Respiratory Society sfata il mito delle sigarette elettroniche meno nocive per polmoni, circolazione e muscoli rispetto a quelle tradizionali
Il fisico di chi svapa è più simile a quello di un fumatore classico che a quello di chi non ha mai fumato.
È dunque priva di fondamento l’idea che la sigaretta elettronica non faccia male alla salute di polmoni e sistema circolatorio, influendo così anche sulle prestazioni a livello muscolare, o che, quantomeno, sia un’alternativa più sana al fumo.
La conclusione emerge dai risultati dello studio “Effetti dannosi delle sigarette elettroniche sulla funzione vascolare e sull’efficienza ventilatoria durante l’esercizio fisico”, coordinato da Azmy Faisal della Manchester Metropolitan University, presentati a Vienna, in occasione del congresso della European Respiratory Society (Ers).
Fumatori, svapatori e non fumatori alla cyclette
Lo studio britannico ha coinvolto 60 ragazzi di 20 anni con funzione polmonare normale secondo i test spirometrici, suddivisi in 3 gruppi. Nel primo, i fumatori “classici” da almeno 2 anni; quelli del secondo gruppo usavano sigarette elettroniche dallo stesso periodo di tempo; gli ultimi 20 non avevano mai fumato. I partecipanti sono quindi stati invitati a pedalare su una cyclette e sottoposti a test da sforzo appositamente progettati per misurare la loro capacità di esercizio.
L’esercizio fisico incrementale alla cyclette è infatti ritenuto il “gold standard” per testare l’abilità fisica e il modo in cui una persona affronta l’esercizio, osservando le risposte del cuore, dei polmoni e dei muscoli a livelli sempre più difficili, fino a raggiungere il loro massimo. I giovani sono poi stati sottoposti a esami del sangue e a un’ecografia per analizzare il funzionamento delle loro arterie.
L’influsso negativo dello svapo nei test da sforzo
Tutti i risultati ottenuti hanno indicato in maniera uniforme che svapo e fumo da tabacco provocano sostanzialmente danni simili ai polmoni dei giovani e permettono di produrre prestazioni e raggiungere risultati simili, inferiori a quelle di chi non ha mai fumato. Per esempio, la “capacità di esercizio di picco”, cioè la quantità massima di sforzo fisico che una persona può raggiungere, è stata pari a 182 watt nei fumatori, 186 watt negli svapatori e 226 watt nei non fumatori.
Durante i periodi di massimo esercizio, è risultata più bassa anche la capacità di consumare ossigeno (in media, 2,6, 2,7 e 3 litri al minuto rispettivamente per le 3 categorie). Inoltre, gli esami hanno palesato un funzionamento meno efficace dei vasi sanguigni di vapers e fumatori, che, anche prima del livello massimo di esercizio, sono apparsi maggiormente senza fiato, più affaticati nelle gambe e con livelli più alti di lattato nel sangue, segno di affaticamento muscolare.
Giovani, non sottovalutate le sigarette elettroniche
“Ricerche precedenti – commenta Faisal sul sito dell’Ers – hanno dimostrato che lo svapo è collegato all’infiammazione e al danno polmonare e a cambiamenti dannosi ai vasi sanguigni. Sebbene alcune ricerche suggeriscano che lo svapo potrebbe essere utilizzato per ridurre o smettere di fumare, non sappiamo ancora quali effetti abbia l’uso dello svapo a lungo termine sui nostri corpi”.
Il dibattito sull’uso delle sigarette elettroniche come alternativa più salutare al fumo da tabacco è del resto aperto. Tanto più in considerazione della loro sempre maggiore diffusione. A fine agosto, i medici inglesi avevano per esempio lanciato l’allarme per la crescita di 6 volte negli ultimi 10 anni dello svapo tra i minorenni. Una tendenza confermata anche dai dati del Ministero della Salute, aggiornati al 2022, che confermano l’aumento dell’uso di questi prodotti da parte dei giovanissimi.
Alberto Minazzi