La ricerca dell’Osservatorio del Politecnico di Milano: continua la crescita del mercato del settore (+23% nel 2023). Entro fine 2024 operativa la prima struttura nazionale per gli aeromobili a decollo verticale
Il futuro della mobilità aerea avanzata è già declinato al presente.
Tra droni e vertiporti, il 2023, sottolinea il Politecnico di Milano, è stato in tutto il mondo un anno di fermento e grandi annunci per un settore dalle grandi potenzialità, applicabile a moltissimi ambiti industriali.
“La tecnologia è matura, la normativa Easa è ora pienamente applicabile e gli addetti ai lavori scalpitano”, fa notare Marco Lovera, responsabile scientifico dell’Osservatorio Droni e mobilità aerea avanzata fondato nel 2019 al Politecnico di Milano.
Dalla teoria alla pratica
Basta un dato: i progetti di aeromobili e Vtol (gli apparecchi elettrici a decollo verticale) sono ben 480 in tutto il mondo, con un aumento del +530% rispetto al 2020.
Il fatto è che, di questi, quasi la metà (il 48%) è a livello di semplice sviluppo concettuale, di un altro 39% è stato realizzato solo un prototipo, con appena il 13% che ha già raggiunto la fase di produzione e vendita.
Manca, insomma, solo l’ultimo tassello: passare dalle sperimentazioni ai servizi operativi, sia nei settori più tradizionali che nel campo della mobilità e del trasporto.
Un passo fondamentale e tutt’altro che scontato, per le molte problematiche che restano in piedi, ma per il quale il 2024 dovrà essere, aggiunge Lovera, “l’anno della concretezza e della realizzazione delle promesse”.
Il mercato professionale dei droni: una crescita continua
Parte da queste premesse il report “Droni e mobilità aerea avanzata: in volo verso il futuro, tra sfide e opportunità”, presentato in un convegno dall’Osservatorio.
Un’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte del comparto, mettendo sul tavolo “evidenze empiriche e dati utili a discernere tra preoccupazioni irrazionali e aree di lavoro per lo sviluppo del settore”.
La prima domanda-chiave cui il convegno ha dato una risposta è quella relativa al valore raggiunto dal mercato professionale dei droni in Italia.
Nel 2023, si sono toccati i 145 milioni di euro, con un incremento del +23% su base annua e una tendenza alla crescita in doppia cifra confermata dalle prime stime sul 2024.
L’81% degli addetti ai lavori vede del resto il mercato ancora in forte espansione nei prossimi 3 anni.
A essere premiate saranno soprattutto le realtà più strutturate, come testimonia già il trend di imprese attive, che sono scese nel 2023 da 706 a 664.
Le caratteristiche del mercato professionale dei droni in Italia
Nel mercato professionale dei droni italiano è netta la prevalenza delle Aerial Operation, tra cui prevalgono i servizi di rilievi (67%), riprese aeree (64%) e ispezioni (61%): si tocca il 97% del totale, coinvolgendo l’81% delle imprese attive, per un valore di mercato del 54%.
Va sottolineato che, nonostante il 38% delle imprese dell’offerta abbia enti pubblici tra i propri clienti e il 47% dei progetti italiani siano realizzati da Pubbliche Amministrazioni, la domanda pubblica rappresenta solo l’8% del valore complessivo.
Sono invece 32 le imprese attive nel segmento, ancor più emergente, dell’Innovative Air Mobility & Delivery, il 60% delle quali producono piattaforme e droni a proprio marchio e raccolgono l’80% del valore di mercato.
“Nel nostro Paese – fa notare Cristina Rossi Lamastra, responsabile scientifica dell’Osservatorio – il mercato è dominato da droni per uso ricreativo, che sono l’88% delle oltre 14 mila registrazioni a d-flight del 2023 e 2 aziende su 3 che non utilizzano droni attualmente reputano la tecnologia non utile alle loro attività”.
I progetti mondiali di servizi con droni
L’Osservatorio ha anche allargato la prospettiva a livello mondiale, censendo, tra il 2019 e il 2023, 1.471 casi applicativi di droni.
Nella maggioranza dei casi (1.023, il 69,5%), si tratta di progetti che riguardano droni di piccola e media taglia, operanti nei settori più tradizionali: ispezioni e sopralluoghi (44% del totale) e sicurezza e sorveglianza (20%) le principali. I casi operativi nei settori “storici” sono aumentati lo scorso anno del +186%.
Tra i restanti progetti di Innovative Air Mobility & Delivery, che richiedono l’uso di droni più grandi, appena il 23% riguarda il trasporto di persone e di questi il 72% è ancora in fase di annuncio, testimoniando come il settore degli aerotaxi elettrici a decollo verticale sia ancora indietro.
Quanto al trasporto merci (54% generiche e 46% di materiale sanitario), riguarda il 77% dei progetti del segmento, ma solo il 7% è operativo.
2024: arriva il primo vertiporto italiano
La ricerca si è quindi focalizzata sullo stato di avanzamento della realizzazione delle infrastrutture, fisiche e digitali, a supporto del mercato della mobilità e del trasporto aereo.
In particolare, per quanto riguarda i vertiporti, i progetti per l’atterraggio e il decollo di aeromobili Vtol sono complessivamente 97 in tutto il mondo, il 36% dei quali sono in fase di prototipo, sviluppo e test. Sono 16 quelli per i quali è previsto l’avvio dell’operatività entro il 2024, tra cui il vertiporto di Roma. E, per quest’anno, è stata prevista anche la costruzione di quello di Venezia.
Lo scorso anno, sono partite le sperimentazioni per esempio a Singapore e New York, mentre a Roma, va ricordato, il primo viaggio di prova di un aerotaxi risale addirittura al 2022. “Ma tutti i 15 aeroporti italiani che hanno risposto all’indagine dell’Osservatorio – si sottolinea – sono favorevoli a mettere a disposizione le proprie infrastrutture e competenze per la realizzazione di vertiporti, con un 33% che ha già qualche progetto all’attivo e un 13% che li attiverà entro i prossimi tre anni”.
Tra questi, Milano, che mira a introdurre servizi di trasporto passeggeri nel 2026.
Alberto Minazzi