All’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di questa mattina anche un disegno di legge con misure di garanzia sulle prestazioni sanitarie
Il Governo prova a smuovere le acque su uno dei punti dolenti irrisolti della sanità: le liste d’attesa. E intende farlo con un doppio provvedimento.
In primo luogo, un decreto legge con “Misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie”. In parallelo, l’analisi di uno schema di disegno di legge contenente “Misure di garanzia sulle prestazioni sanitarie”.
Sono questi infatti i primi due punti all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri numero 84, che è stato convocato per le ore 11.30 di martedì 4 giugno 2024 a Palazzo Chigi.
Obiettivi: potenziare il personale e ridurre le liste d’attesa
Nelle ultime ore hanno iniziato a circolare, soprattutto attraverso le dichiarazioni del ministro della Salute, Orazio Schillaci, le anticipazioni sui contenuti della bozza del decreto legge, proposta dalla Presidenza del Consiglio e dal Ministero della Salute, che sarà sottoposta all’esame dell’Esecutivo e che potrà poi tradursi in pratica senza necessità di grandi stanziamenti di risorse.
Per far fronte alle necessità organiche richieste al fine di ridurre le liste il decreto consentirà innanzitutto un aumento, dal 10% al 15%, del tetto di spesa fissato per l’assunzione del personale sanitario. Il ministro ha anche accennato alla possibilità di introdurre una “agenda pubblica di prenotazione con le disponibilità nel pubblico e nel privato convenzionato” e una “piattaforma nazionale per capire cosa e dove manca” gestita da Agenas.
Dovrebbero confluire nel decreto anche interventi riorganizzativi come la possibilità di effettuare esami e visite nei weekend, l’interoperatività dei sistemi regionali, la creazione di una nuova struttura ispettiva dedicata, l’apertura dei Cup regionali anche al privato accreditato e l’acquisto di pacchetti di prestazioni in intramoenia. L’agenzia Adnkronos ipotizza anche l’introduzione della garanzia di accesso alla telemedicina per medici di famiglia e pediatri.
Ancora, dalle parole di Schillaci, è emersa la possibilità che il Governo preveda una riduzione dell’imposta fiscale per gli straordinari del lavoro medico, con la relativa aliquota che passerebbe dal 43% al 15%. Uno stanziamento specifico, dell’ammontare di 80 milioni di euro, dovrebbe infine essere destinato alla salute mentale. Le principali misure, proprio in considerazione dell’urgenza, potrebbero essere operative fin da subito.
Il disegno di legge e le critiche
Le misure che richiedono un più importante impegno sul fronte delle risorse, come l’innalzamento del tetto di spesa per il privato e le risorse aggiuntive per il personale, dovrebbero confluire nel secondo provvedimento: il disegno di legge. Proprio il tema delle risorse, intanto, è stato uno dei punti caldi nella riunione di ieri tra i rappresentanti di Ministero e Regioni, con questi ultimi che hanno lamentato anche di non aver ricevuto ufficialmente le bozze prima dell’incontro.
“A oggi – ha dichiarato al termine del vertice Raffaele Donini, assessore alla Salute dell’Emilia Romagna e coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni – non sappiamo ancora quali siano le coperture”. Per esempio, riferendosi al tema “privatizzazione”, che sarebbe stato ventilato dal Governo nel corso dell’incontro, Donini ha spiegato che “non sappiamo come si declinerebbe”.Ancor più dura la critica di Anaao-Assomed, il sindacato dei medici dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale. “Se il decreto sulle liste d’attesa diventerà un disegno di legge – ha dichiarato all’Adnkronos il segretario nazionale, Pierino Di Silverio – sarà uno schiaffo alla coerenza. Il messaggio che arriva è che non c’è urgenza nel risolvere i problemi della sanità pubblica. Le risorse in più devono andare al personale”.
Alberto Minazzi