Il prossimo 8 dicembre lo storico Liceo Franchetti di Mestre compirà 80 anni.
A dirla tutta l’edificio di Corso del Popolo non se li portava proprio benissimo.
Ma tra poco, grazie a un finanziamento europeo, il Liceo tornerà a splendere come a inizio carriera, continuando a essere punto di eccellenza per la formazione secondaria della provincia di Venezia
Il restauro
Il liceo classico di Mestre sarà interessato infatti da un’importante operazione di restauro, quasi un total body.
Si va dai lavori di abbattimento dei rischi sismici al restauro delle facciate, dalla messa in sicurezza ed eliminazione delle barriere architettoniche al consolidamento degli arredi interni, dal rifacimento dei blocchi dei servizi igienici, dei serramenti e della guardiola di portineria alla sostituzione dei controsoffitti. Verrà inoltre restaurata l’Aula Magna e rifatta la pavimentazione in terrazzo “Verde Alpi”. I lavori sono già cominciati e si concluderanno entro l’anno prossimo.
Il finanziamento
Due milioni e 150 euro: a tanto ammonta il finanziamento concesso dalla BEI (Banca Europa Immobiliare) alla Città Metropolitana di Venezia per i lavori di manutenzione straordinaria del Liceo Franchetti. “Abbiamo lavorato sui conti del bilancio e partecipato ai bandi europei proprio per recuperare risorse da investire in questa direzione – spiega il Sindaco Luigi Brugnaro. Per troppo tempo il tema dell’edilizia scolastica è stato messo in secondo piano: gli studenti, invece, i ragazzi e le ragazze di oggi sono il nostro domani e hanno il diritto di studiare ed imparare all’interno di istituti sicuri, accoglienti e moderni”.
Un po’ di storia
Il Liceo Franchetti non è un liceo qualsiasi: qui si sono formati alcuni dei più noti professionisti mestrini e veneziani.
Nel 2010, in occasione del 70.imo anniversario, il prof. Carlo Franco ha pubblicato il libro ”Il Liceo Raimondo Franchetti” che ricostruisce la storia e le memorie del Liceo ma anche la vita della stessa città di Mestre. Incuriosisce l’intitolazione al barone-esploratore Franchetti. “La scelta di intitolarlo al trevigiano Raimondo Franchetti, imparentato con i Franchetti di Venezia, fu una scelta politica. Si volle infatti valorizzare la figura del famoso esploratore nell’imminenza della guerra d’Etiopia” ci racconta Carlo Franco.
Forse sorprende che il nome non sia mai stato cambiato nel dopoguerra. Ci fu un tentativo di intitolare il Liceo a Ugo Foscolo, tentativo che però non venne mai ufficializzato.
Il simbolo della nuova Mestre
Dapprima in via Caneve, come sezione staccata del Foscarini di Venezia, e poi la sede definitiva in Via Principe di Piemonte, l’attuale Corso del Popolo. “Il Liceo venne inaugurato l’8 dicembre 1940 – racconta Carlo Franco – e nei piani regolatori di allora l’imponente edificio bianco, che giganteggiava nel nulla, avrebbe dovuto essere il simbolo della nuova Mestre che si stava espandendo. Le cose purtroppo non andarono come previsto”.
Allora si trattava di un edificio monumentale per la città, arricchito di ornamenti artistici di un certo pregio come l’affresco dell’Aula Magna, opera di Edmondo Bacci e Luciano Gaspari, esponenti nel dopoguerra dello “spazialismo” veneziano, e gli altorilievi della facciata scolpiti dal veneziano Antonio Voltan.
Il Franchetti tra le migliori scuole superiori italiane
A prescindere da com’è andata con Mestre, il liceo ha fatto la propria strada.
Oggi, con quarant’anni di attività alle spalle, risulta tra gli istituti italiani che meglio preparano gli studenti agli studi universitari.
Più di una volta il liceo è entrato infatti nelle classifiche di Eduscopio, il progetto della Fondazione Agnelli che ogni anno mette a confronto le scuole secondarie italiane.
L’ottima settima posizione ottenuta nel 2018 conferma una qualità riconosciuta.
I talenti sfornati dal Liceo Franchetti
E dunque vediamo quali sono le personalità di spicco che si sono formate al Liceo classico Franchetti.
Tra i mestrini più importanti, purtroppo scomparsi, Costante Degan, ex ministro della Sanità, ancora ricordato per la sua campagna contro il fumo, e l’avvocato Piero Bergamo. Pochi sanno che il mestrino Tullio Pozzan, diplomatosi al Franchetti, è diventato scienziato di fama mondiale sfiorando il premio Nobel per aver scoperto come comunicano le cellule e come si coordinano per consentire a uomini e animali di vivere. Come pure Michele Boldrin, economista di fama internazionale.
Quasi tutti gli avvocati e medici mestrini e veneziani si sono diplomati al Franchetti così come Nicola Sartorello, lo storico direttore di Federalberghi Veneto scomparso due anni fa. Dal Franchetti sono uscite anche due volti noti della televisione: Carlotta Mantovan, giornalista e conduttrice televisiva e moglie del compianto Fabrizio Frizzi, e l’attrice Deborah Caprioglio.
Saranno famosi?
Chi giurisprudenza, chi architettura, chi lettere e chi medicina, i diplomati del Franchetti si sono iscritti a qualunque ordinamento universitario. E come è già successo nel passato, molti di loro sono destinati a diventare uomini e donne di successo. Tutto lo fa presagire per Susanna Scagliotti, Valeria Sitzia ed Emilio Dalla Torre: ex studenti ormai che, dopo aver vinto con i loro elaborati il premio “Leoncino d’oro – David Giovani”, hanno ottenuto il diritto di partecipare alla Mostra del Cinema di Venezia (rispettivamente dal 2017 al 2019) in qualità di giurati per il “Leoncino d’oro di Agiscuola”. E poi Alberi Virginia, Facchin Celeste, Maurin Elena, Pesce Enrico e Sanfilippo Pietro che con il video “Et omnia vanitas” si sono classificati secondi al concorso nazionale di Filosofia Romanae Disputationes.