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LHS 475 b: l'esopianeta che potrebbe essere abitabile

LHS 475 b: l'esopianeta che potrebbe essere abitabile
LHS 475 b @ESA

La Super-terra sembra avere condizioni idonee per la vita. A 48 anni luce da noi

Sono passati tre anni da quando il telescopio spaziale James Webb è stato lanciato nello spazio.
Dal 25 dicembre 2021 a oggi, ha aperto nuove prospettive per l’astronomia.
Ora, potenzialmente, anche per l’uomo.
Grazie alle immagini raccolte nel dicembre scorso di LHS 1140 b, un esopianeta scoperto già nel 2017, sappiamo infatti ora che a circa 48 anni luce da noi, nella costellazione della Balena, potrebbero sussistere le condizioni per la vita.
Lo studio di quelle immagini a raggi infrarossi che consentono di vedere regioni dello spazio altrimenti oscurate da polveri e gas è stato effettuato man mano che arrivavano da un team internazionale di astronomi guidato dall’Università di Montrèal e i dati di James Webb sono stati combinati con altri forniti da altri telescopi spaziali: Hubble, TESS e Spitzer.
Rivelando una potenzialità di vita mai individuata prima altrove.

LHS 475 b
LHS 475 b @ESA

LHS 475 b: la miglior alternativa sulla quale potremmo contare

LHS 1140 b, che orbita attorno a una stella nana rossa di piccola massa, sembra infatti avere non solo un’atmosfera di azoto ma addirittura un oceano grande quanto metà Atlantico. Acqua allo stato liquido. E dunque anche temperature che renderebbero l’esopianeta abitabile.
Il suo nucleo interno roccioso sarebbe simile a quello della terra, anche se sei volte più grande.
Il condizionale, benché lo studio sia stato già stato pubblicato sulla piattaforma arXiv e sia prossimo anche alla pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters, resta d’obbligo perché, come sottolineano anche gli autori, sono necessarie altre osservazioni e misurazioni che i ricercatori guidati da Charles Cadieux sono pronti a iniziare.

LHS 475 b
@ESA

LHS 1140 b, d’altra parte, è candidato a essere la miglior super Terra (di cui risulta più grande 1,7 volte), con clima temperato e un’atmosfera secondaria, sulla quale potremmo potenzialmente contare.
Con altre “misurazioni di transito ed eclissi” si potrebbe infatti capire se l’esopianeta è avvolto anche dall’anidride carbonica.

Gli 85 osservati speciali

Gli esopianeti al di fuori del Sistema Solare in osservazione perché si ritiene abbiano condizioni che potrebbero risultare idonee a ospitare la vita sono attualmente 85.
Sono stati individuati, grazie alle osservazioni del satellite Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite) da un recente studio condotto in collaborazione da esperti internazionali guidati da Faith Hawthorn, dell’Università di Warwick, nel Regno Unito.
Tra questi, 60 sono stati finora sconosciuti.
Identificati utilizzando la tecnica dei transiti, analizzando quindi le variazioni di luminosità di 1,4 milioni di stelle dovute al passaggio dei pianeti davanti al loro disco stellare, sono risultati simili per dimensione a Giove, Saturno e Nettuno.
Nonostante solitamente sia necessario osservare tre transiti per confermare l’esistenza di un esopianeta, questo studio si è concentrato su sistemi con solo due transiti e ciò ha permesso di individuare esopianeti con periodi orbitali più lunghi, più lontani dalla stella madre e potenzialmente più freddi.

Gli 85 possibili esopianeti impiegano dai 20 ai 700 giorni per orbitare attorno alle loro stelle madri.
Si tratta di una notevole differenza rispetto alla maggior parte di quelli osservati, che di solito hanno periodi orbitali di 3-10 giorni. Alcuni di questi si trovano nella “zona abitabile”, una regione lontana dalla stella madre con temperature dunque che potrebbero supportare la vita.

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