Ambiente +

L’eterno dilemma dell’albero di Natale: vero o finto?

L’eterno dilemma dell’albero di Natale: vero o finto?

Sostenibilità, tradizione e ambiente: perché scegliere un abete naturale è spesso la soluzione più green

Assieme al “sacro” presepe, il “laico” albero di Natale è il simbolo delle Festività di fine anno che, in un modo o nell’altro, non  manca nelle nostre case.
Una tradizione non scritta vuole che alla preparazione e l’allestimento dell’abete natalizio sia dedicata la giornata dell’Immacolata Concezione, ovvero l’8 dicembre.
Così, anche se forse in molti, in linea con la tendenza moderna di anticipare i tempi, ci hanno già provveduto, è arrivato il momento dell’eterno dilemma.
Perché, insieme all’acquisto dei regali, alle pubblicità a tema e a un lungo insieme di abitudini e tradizioni, ogni anno si ripropone la stessa domanda: meglio l’albero vero o quello finto?

albero di natale

L’impatto degli alberi di Natale sull’ambiente

Non si tratta solo di una questione estetica.
In un’epoca come la nostra, in cui ci si deve confrontare ogni giorno con le conseguenze prodotte sull’ambiente dall’impatto delle attività umane, anche la scelta di un oggetto come l’albero di Natale si traduce in un gesto significativo nella prospettiva della sostenibilità.
Nonostante poco si sappia, anche se c’è chi vede nel taglio degli abeti per destinarli alla decorazione casalinga un affronto alla natura, la scelta di un albero vero resta comunque quella più ecologica.
L’albero finto infatti inquina sia nella fase di produzione, visto che è composto di plastica e metalli, che in quella di trasporto.
L’associazione ambientalista Carbon Trust quantifica in 40 kg di anidride carbonica l’impatto sull’ambiente di un albero finto alto 2 metri. Inoltre, Pefc Italia sottolinea, nella prospettiva dello smaltimento, che un albero di plastica si deteriora dopo ben 200 anni.
Ancora, essendo prodotti in gran parte in Cina, hanno bisogno di una elevata quantità di gas per il loro trasporto. Così alcuni studi calcolano che, per ammortizzarne l’impatto ambientale, l’albero sintetico dovrebbe essere utilizzato per un periodo medio tra i 9 e i 20 anni.

Vero sì (ma con alcuni accorgimenti)

Meglio, dunque, puntare su un albero vero, la cui impronta di carbonio è di circa 3,5 kg di CO2, che arrivano a 15 nel caso in cui, una volta utilizzato, l’abete sia conferito per lo smaltimento in una discarica.
Il legno, comunque, può essere riutilizzato o trasformato in compost nelle isole ecologiche.
Va poi chiarito un altro punto: in gran parte dei casi, gli alberi che entrano nelle nostre case sono coltivati già in questa prospettiva. E non contribuiscono alla deforestazione nemmeno quelli più grandi, utilizzati negli spazi pubblici, che provengono da boschi gestiti nel rispetto della sostenibilità.

Sempre nell’ottica green, bisogna dunque puntare su alberi provenienti da vivai specializzati, meglio se a km zero.
È proprio da queste strutture, secondo dati di Coldiretti risalenti a qualche anno fa, che arriva circa il 90% degli alberi di Natale, con il restante 10% legato alle normali pratiche forestali.
È consigliabile poi scegliere alberi con radici, che, dopo le Feste, anziché essere buttati possono essere reinseriti in natura e ripiantati, anche se affidandosi in questo caso, a meno che non si intervenga sul proprio giardino, a esperti, per evitare di interferire con l’ambiente boschivo. Infine, quanto alle decorazioni, se è difficile puntare su prodotti naturali, una valida alternativa è il riutilizzo per più anni.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Tag:  alberi, Natale