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Le parlamentari della Commissione Femminicidio sul red carpet

Le parlamentari della Commissione Femminicidio sul red carpet

A Venezia, per accendere i riflettori su un fenomeno diventato endemico e che miete una vittima ogni tre giorni

Nella penultima serata del Festival, hanno sfilato sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia indossando una T-shirt con lo slogan “Un passo avanti per la libertà delle donne” e scarpe basse, “per correre più veloci verso i nostri obiettivi”.
Protagoniste dell’inusuale sfilata, le onorevoli e le senatrici della Commissione bicamerale contro il femminicidio guidata dalla veneziana Martina Semenzato, di Coraggio Italia.
Donne della maggioranza e dell’opposizione, della Camera e del Senato, in costante dialogo diretto e unite da un unico scopo: contrastare gli omicidi di altre donne per mano di coniugi, ex mariti o ex compagni.
Da inizio anno, in Italia, se ne contano 80. Uno ogni tre giorni.

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Sono 21 mila attualmente le donne in accoglienza

L’iniziativa è stata presentata nella Sala Specchi dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia dalla stessa presidente della Commissione onorevole Semenzato, dalla vicepresidente senatrice Cecilia D’Elia, dalla senatrice Elena Leonardi, dalle onorevoli Laura Revetto e Luana Zanella e dalla senatrice Valeria Malente.
Tra i relatori, anche la presidente e la vice presidente di Dire, la più grande rete delle associazioni antiviolenza, con 107 centri di accoglienza, 62 case rifugio, oltre 300 attiviste e 21 mila donne in accoglienza.
Sono tante, troppe le donne vittime di femminicidio. E troppe coloro che attualmente sono a rischio.

Tanti i fronti per educare al rispetto delle donne

“La nostra è un’iniziativa robusta, come lo è la nostra Commissione bicamerale, che ci vede unite nella lotta contro questo fenomeno – ha spiegato Martina Semenzato – Oggi siamo tutte qui, per accedere le luci sul femminicidio e domani saremo a visitare i centri antiviolenza di Mestre ma il nostro lavoro è costante. Pensiamo che per contrastare i femminicidi si debba ripartire dal rispetto per le donne e che le due traiettorie attraverso le quali veicolarlo siano la famiglia e la scuola. La formazione come prevenzione è dunque fondamentale, ma altrettanto lo sono la garanzia di poter denunciare e la certezza della pena, che deve essere robusta. Pensiamo poi che si debba intervenire anche sui processi comunicativi e sul tema dell’indipendenza economica”.

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Un ruolo anche per le aziende

Per questo, tra gli ospiti, anche i rappresentanti delle forze dell’ordine, le istituzioni cittadine e religiose (con il patriarca di Venezia Francesco Moraglia), Confindustria Veneto est- Area Metropolitana Venezia-Padova, rappresentata dal suo presidente Vincenzo Marinese e l’imprenditrice e presidente dei Musei Civici di Venezia Maria Teresa Gribaudi.
L’educazione può passare infatti anche attraverso il lavoro e allo stesso si lega l’indipendenza economica che può facilitare le scelte delle donne che si trovano in situazioni a rischio.

“Le aziende possono fare tante cose – ha detto Gribaudi – A partire dai salari, che devono essere uguali tra donne e uomini. Dalla carriera, che anche le donne devono poter fare. Poi dovrebbe esserci un codice etico, da rispettare e da far rispettare e si potrebbero fare attività con associazioni, anche con i centri antiviolenza, perché spesso le donne non sanno a chi rivolgersi”.
L’attivazione di “angoli rossi” cui poter far riferimento è una delle ipotesi avanzate dal presidente Marinese, che ha sollecitato anche la politica ad attivare riforme perché, per esempio, se una donna ritorna sul lavoro a 45 anni, non veda perduti i suoi anni di contributi. L’indipendenza economica deve valere anche durante la pensione e la libertà delle donne passa attraverso la garanzia di poter provvedere a se stesse anche in età avanzata.

La proposta di legge per la scuola

“Il femminicidio non è un’emergenza, è oramai una questione endemica – ha detto la vice presidente della Commissione Cecilia D’Elia -.Per questo bisogna costruire una nuova grammatica dell’educazione sentimentale e la scuola può avere un ruolo importante”.
Una proposta di legge in tal senso è già stata presentata dal membro della Commissione Laura Revetto, chiedendo che sia introdotta un’ora a settimana di educazione al rispetto delle donne.
“Le bambine devono sapere che non dovranno rinunciare a nulla – ha asserito -. E i bambini che le donne vanno rispettate”.

Tutti contro stereotipi e pregiudizi

Che la questione riguardi soprattutto il genere maschile, anche se uomini e donne devono lavorare insieme verso una rivoluzione culturale in merito, è stato ribadito anche da Luana Zanella. “Sta soprattutto agli uomini, con l’esempio, educare anche i propri simili contro gli stereotipi e i pregiudizi”, ha sottolineato.
Dopo la missione a Venezia della Commissione, partiranno delle campagne di sensibilizzazione. Un altro fronte riguarderà le denunce e la tutela della vittime oltre che, come ha chiesto la presidente di Dire Antonella Veltri, che il processo di affidamento dei figli tenga conto anche delle denunce presentate.
Marisa Leo, l’ultima vittima di femminicidio, avvenuto mercoledì a Marsala, aveva denunciato il suo ex compagno nel 2020. Ma avevano una bambina e per il bene della figlia la mamma aveva ritirato la denuncia.
La morte è arrivata con una trappola quando lui l’ha chiamata chiedendole di andare a riprendere la piccola nella sua azienda.

Consuelo Terrin

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Tag:  femminicidi

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