Arte e Cultura +

Una raccolta di incisioni di Tiziano ci racconta un'altra parte di Venezia

Una raccolta di incisioni di Tiziano ci racconta un'altra parte di Venezia
Venezia

La pittura rinascimentale veneta riesce nell’impresa di infrangere un altro mito.
A Pieve di Cadore, nella Casa di Tiziano Vecellio, tramite l’acquisizione recente di 110 stampe “di” e “da” Tiziano che integra un fondo precedente di altre 280 (200 della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e 80 della Magnifica Comunità del Cadore), prende infatti vita la più grande raccolta di incisioni in tutta Italia.
Questo fondo incredibile permette un viaggio nella pittura veneta dal ‘500 fino alle soglie del ‘900.
Protagonista indiscusso è, ovviamente, Tiziano Vecellio, visto e studiato però sotto una luce diversa rispetto a quella del famoso pittore della Serenissima: quella delle incisioni.

Un filo diretto tra Venezia e il Cadore

Riproduzioni che arrivano direttamente dai suoi disegni, eseguite dai suoi contemporanei per richiesta diretta, ma anche opere che riprendono posteriormente i suoi soggetti, facendoli vivere nel tempo.
Il rapporto tra la città di Venezia e la Comunità del Cadore si infittisce in questo frangente, rivelando nuove sfumature.
In questa raccolta gigantesca di immagini, infatti, si può apprendere molto della Venezia rinascimentale e dei suoi successivi passaggi nella storia, ricostruendone alcune forme che oggi risultano andate perdute.

Tiziano, le incisioni e un nuovo mondo artistico

Tiziano Vecellio è un nome della storia dell’arte che non ha bisogno di troppe presentazioni. Essendo il pittore più rappresentativo della pittura veneta nel corso del ‘500, le sue immagini sono oggi delle icone degli studi di questo periodo artistico.
Un aspetto decisamente meno chiaro e noto è sicuramente quello delle incisioni.
Le xilografie, i bulini, la puntasecca, sono tutte tecniche per la riproduzione di un’immagine che ne permettono la replica per poterla diffondere.
Per certi versi, sono la pubblicità per le opere degli artisti.
L’incisione, come ogni altra forma d’arte, ha avuto un processo di crescita e sviluppo che ha visto Venezia diventare protagonista all’inizio del XVI secolo.
Albrecht Dürer, incisore tedesco di fama imparagonabile, all’inizio del secolo, scelse proprio la laguna quale una delle tappe fondamentali del suo viaggio in Italia.

Venezia, inoltre, grazie allo sviluppo del mondo della stampa con Aldo Manuzio, diventò uno dei più importanti centri di diffusione tipografica d’Europa.
In questo contesto di incroci culturali, Tiziano gioca un ruolo fondamentale. Diventato il pittore per eccellenza della Repubblica Serenissima, iniziò a sperimentare nuovi soggetti e nuove forme per i suoi disegni. Egli è l’indiscusso protagonista di questa raccolta che riproduce molti dei suoi soggetti, delle sue forme tipiche e di alcune sue opere oggi andate perdute.

Segni di Venezia e la scoperta di un mondo perduto

Quanta Venezia c’è in questa raccolta?
Dal pittore più famoso dell’Europa cinquecentesca, adorato da Carlo V di Spagna e adottato dalla Serenissima, ci aspetteremo forse un bagaglio iconografico incentrato sulla laguna e sulle sue figure ricorrenti. Questo però non succede.
Le incisioni che ritroviamo, riportano i soggetti di Tiziano, i suoi sfondi e le sue peculiarità, che spesso riguardano concetti e luoghi diversi rispetto a quelli strettamente veneziani, come nel caso della Pala di San Pietro Martire della Chiesa di Santi Giovanni e Paolo andata distrutta da un incendio nel 1867.

Felice Zuliani, Martirio di San Pietro Martire, litografia ,ante 1867
Felice Zuliani, Martirio di San Pietro Martire, litografia ,ante 1867

L’apparato decorativo del Fontego dei Tedeschi

In essi però ritroviamo le figure che siamo abituati a vedere nei luoghi storici della città, le forme femminili, i corpi maschili e i tratti tipici della pittura veneta.
L’aspetto più significativo riguarda alcune figure tratte dagli affreschi perduti del Fondaco dei Tedeschi.
La grande struttura, un tempo, presentava un apparato decorativo esterno di grande pregio e fama, realizzato da Giorgione, nella facciata verso il Canal Grande, e dal suo giovane allievo Tiziano in quella opposta. La storia vuole che i dettagli realizzati da Tiziano fossero stati particolarmente apprezzati, facendo nascere un dissidio tra i due pittori. Di questa maestosa opera d’arte oggi restano pochi stralci, tuttavia in queste incisioni sono riportate alcune delle figure un tempo affrescate dal giovane pittore cadorino.

Fondaco Tedeschi, Venezia
Fondaco Tedeschi, Venezia

Venezia in rapporto con Tiziano

Quale scorcio della città potrebbe essere arrivata fino a noi grazie agli incisori della storia?
Sarebbe comodo pensare ai principali punti di Venezia. Invece si tratta di un’altra chicca oggi andata perduta nei secoli: la casa veneziana di Tiziano Vecellio.
Oggi, Campo del Tiziano, nei pressi dell’Ospedale Santi Giovanni e Paolo, a Cannaregio, si considera la zona in cui visse il pittore cadorino.
Tuttavia quest’area, come tutta la città, è cambiata moltissimo nei secoli. Grazie a una litografia ottocentesca e a un conseguente disegno, contenuti entrambi nella Collezione Paludetti, possiamo ricostruire un pezzettino della storia di quest’area.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Tag:  arte