Facebook è il social network più diffuso tra i capoluoghi italiani
Facebook, Twitter, Instagram, YouTube. Come pure, anche se magari meno conosciuti, Telegram, Messenger e Linkedin. I social network svolgono ormai una parte importante nel quotidiano di ciascuno di noi. E sono sempre più utilizzati anche come mezzo istituzionale da parte delle città italiane per interfacciarsi in modo diretto e continuativo con i cittadini del proprio territorio. La maggior parte dei capoluoghi è infatti presente in modo articolato sui social media.
Ma in che misura? A rivelarlo è l’indagine FPA, società del gruppo Digital360, che ne ha analizzato l’utilizzo in 108 Comuni capoluogo. Ai primi 3 posti si sono piazzate Bologna, Venezia e Firenze. L’indice delle social cities è uno degli indicatori dell’annuale classifica di FPA sui Comuni più digitali d’Italia, il Rapporto “ICity Rank” la cui edizione del 2022 sarà presentata integralmente il prossimo 29 novembre al Forum PA Città on line.
La top ten italiana
E’ Bologna la città più social d’Italia che si classifica al primo posto con punteggio 100. Il capoluogo emiliano è seguito da vicino da Venezia che conquista la medaglia d’argento con 98. Segue Firenze in terza posizione con 96.
Scorrendo la classifica si trova al 4° posto Torino con 94, poi Napoli e Pordenone con 91, Roma con 89, Cagliari 88, Genova 87. Chiude la top ten Milano con 85. L’indagine conferma che il social più utilizzato è Facebook capace di attirare complessivamente 3,5 milioni di follower nelle 103 pagine degli enti locali attivi sul canale su 108 presi in esame, vale a dire circa un quinto della popolazione residente nelle città capoluogo.
Analizzando il tasso di penetrazione, l’uso della piattaforma risulta più diffuso nelle città di medio-piccole dimensioni con i tassi più elevati a Crotone che registra 69,9 follower ogni 100 abitanti; Verbania con 55,8; Rimini 54,7, Caserta 53,4 e Macerata 51,7.
I social network più utilizzati
Oltre a Facebook, molto presente è anche YouTube presente in 102 Comuni su 108. Tuttavia per quanto riguarda la sua gestione risulta che solo 70 città hanno aggiornato il canale nell’ultimo mese.
Instagram è presente in 89 Comuni; Twitter in 87; Messenger in 80, attivati tutti e tre da tre quarti delle amministrazioni. Linkedin attivo in 56 Comuni e Telegram in 48 è utilizzato da circa la metà delle Amministrazioni. Presenti su tutti e 7 i canali social si contano 23 Comuni sui 108 presi in considerazione. Gli altri 60 ne hanno attivati almeno 5. Su questo parametro vi sono differenze geografiche che cambiano le percentuali: l’82% dei capoluoghi del Centro e l’81% del Nord ne hanno almeno cinque, mentre la percentuale scende al 69% tra quelli del Sud e Isole.
In costante crescita i follower nei Comuni
Sono in generale più “social” i Comuni di grandi dimensioni: 9 dei primi 10 in classifica sono capoluoghi metropolitani, con l’eccezione della 6^ posizione di Pordenone. L’inserimento dei contenuti nei social ha avuto in generale un’accelerazione tra l’inizio del 2020 e la primavera 2021 per poi assestarsi. Tuttavia si evidenzia una continua crescita dei caricamenti video sui canali YouTube che si avvicinano a 70 mila e dei post Instagram che sfiorano quota 100 mila.
I follower dei Comuni capoluogo su Facebook sono in crescita di 230 mila unità nel 2022 rispetto al 2021. Anche YouTube registra un aumento di iscritti del +22%, mentre Instagram pur avendo avuto una diffusione tardiva negli ultimi 12 mesi ha aumentato di 300 mila i suoi seguaci, raggiungendo quasi quota 1,3 milioni. Roma, Bologna, Milano, Firenze e Genova sono le realtà quantitativamente più consistenti. Infine per quanto riguarda Twitter le 87 amministrazioni presenti sono sostanzialmente stabili dal 2020, ma è in crescita il numero di profili “fantasma non aggiornati che sono 26.
La diffusione è concentrata. Le quattro maggiori città Roma, Milano, Torino e Napoli guidano la classifica dei valori assoluti di follower e coprono il 66,7% dei follower complessivi. I capoluoghi metropolitani aggiornano il profilo con continuità, le città più piccole dopo averne iniziato l’utilizzo lo hanno sostanzialmente abbandonato.
Silvia Bolognini