Dagli ultimi ritrovamenti, la conferma: le terme di Montegrotto erano molto in auge in età romana. Strutture antiche anche al di fuori dell’area archeologica
Due strutture murarie databili a età romana sono venute alla luce nel corso di un intervento di sistemazione e riqualificazione in viale Stazione a Montegrotto Terme.
Sebbene notevolmente abrase e intaccate da sottoservizi recenti, sono riemerse, ben visibili, per una decina di metri lungo la trincea di scavo a una quota di 80/90 centimetri dal piano stradale.
I lavori di scavo del terreno, effettuati con la presenza, richiesta dalla Soprintendenza, di archeologi professionisti, hanno fatto riaffiorare una canaletta per il deflusso delle acque, con molta probabilità da mettere in relazione con il sistema di canalette presente nella vicina area archeologica, affacciata sulla stessa strada, e che conserva i resti di un complesso termale di età romana.
L’altra struttura rinvenuta è interpretabile invece come muro di terrazzamento e potrebbe essere connessa ad un edificio individuato nei secoli XVIII-XIX sul colle Bortolone, interpretato anche questo come edificio termale.
“Le strutture sono state analizzate, documentate fotograficamente, georeferenziate, protette con strati di sabbia, tessuto traspirante e quindi ricoperte per la prosecuzione dei lavori di cantiere programmati che, realizzati sempre con l’assistenza di archeologi professionisti, prevedono anche l’abbattimento di alcune barriere architettoniche presenti in loco – spiega Carla Pirazzini, archeologa della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso – Resteranno conservate sotto la sede stradale ma di esse rimarrà traccia nella documentazione di scavo e potranno quindi essere oggetto di studio in un momento futuro”.
Le antiche terme di Montegrotto
Con ogni probabilità entrambe le strutture sono state spianate in età medievale/moderna, considerata la presenza di frammenti di ceramica pettinata e invetriata.
“I rinvenimenti sono importanti in quanto testimoniano la presenza di strutture antiche anche al di fuori dell’area archeologica visibile dalla strada, confermando che Montegrotto era un centro termale di grande rilievo già in età romana, periodo in cui è stato monumentalizzato – continua l’archeologa – Non bisogna dimenticare però che le proprietà curative delle acque erano note e sfruttate anche in età preromana, come testimoniato dai molti oggetti (tazzine in terracotta, statuette in bronzo e oggetti votivi) recuperati da vecchi scavi ed esposti nel Museo del Termalismo antico e del territorio di Montegrotto, dove è possibile scoprire i segreti del termalismo del territorio Euganeo. Altri reperti sono conservati anche che nel Museo Nazionale Atestino di Este e nel Museo Archeologico di Padova”.
Una gita a Montegrotto Terme può avere quindi non solo una valenza terapeutica e rilassante ma anche culturale e storica, considerando la presenza in città sia di un Museo che di un area archeologica aperti al pubblico che raccontano la storia termale euganea e non solo.
Le Aquae Patavinae
I romani le chiamavano “Aquae Patavinae”.
Persone di ogni ceto sociale affrontavano viaggi o veri e propri pellegrinaggi per immergersi nelle acque del comprensorio termale euganeo per risolvere patologie e infermità e nel percorso di guarigione donavano alle divinità che patrocinavano le sorgenti oggetti preziosi, recipienti, ma anche riproduzioni anatomiche delle parti del corpo sanate.
Il fluire dell’acqua termale ha segnato fin dall’antichità l’aspetto del territorio di Montegrotto Terme.
I corsi d’acqua, le pozze e i piccoli laghi, originati da questo fluire hanno definito la storia, gli insediamenti, la crescita dell’economia, e il fiorire della cultura nell’area euganea.
Il Museo del Termalismo antico e del territorio
Con l’obiettivo di far conoscere la storia e le leggende legate al termalismo del territorio di Montegrotto, oggi noto come il più grande polo dedicato alla salute termale in Europa, è stato realizzato nel 2021 a Montegrotto il Museo del Termalismo antico e del territorio, il primo museo dedicato alla risorsa termale, declinata nei suoi molteplici aspetti, tra geologia, medicina, archeologia e storia.
Il Museo si articola in tre aree tematiche: il termalismo come fenomeno naturale, il termalismo percepito nell’antichità sia come dono divino, dalle straordinarie potenzialità terapeutiche, sia come risorsa, anche economica, da sfruttare per la cura e il benessere del corpo. La parte più estesa e ricca riguarda il termalismo euganeo, inserito nel contesto del territorio collinare attraverso le sue trasformazioni nel corso del tempo, tra antichità ed età moderna e contemporanea.
La villa di via Neroniana
Uno degli spazi del Museo è dedicato alla ricostruzione di parte di una villa scoperta in via Neroniana, sempre nella cittadina termale, con la sua pavimentazione realizzata con preziosi marmi bianchi e neri, la lunga parete dipinta con un vivace rosso “pompeiano”, e i raffinati affreschi che decoravano le pareti e il soffitto; nelle vetrine, molti oggetti di grande pregio, tra cui spiccano gli elementi ricomposti di un sontuoso sedile realizzato in calcedonio.
Per comprendere come funzionassero le antiche terme curative, nel Museo è stato anche ricostruito il funzionamento di una noria, utilizzata per il sollevamento dell’acqua, uno strumento simile a quelle individuate nell’area con le grandi piscine di via degli Scavi, nel centro di Montegrotto, zona rappresentata in un grande plastico “storico”, risalente agli anni ‘60.
Il museo, situato nel Rustico di Villa Draghi, in Via Fermi 1, all’interno di un parco raggiungibile a piedi in dieci minuti dal centro di Montegrotto Terme, è aperto al pubblico il venerdì dalle 15 alle 18 e sabato e domenica dalle 9 alle 18.
Il complesso termale di età augustea
Nell’area archeologica di via degli Scavi, limitrofa alla zona dei recenti ritrovamenti di Viale Stazione, è possibile inoltre visitare i resti di un complesso termale monumentale il cui impianto risale all’età augustea, un’opera imponente utilizzata fino al III secolo d.C. .
Il sito fu scoperto tra il 1781 e il 1788, in seguito la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto riprese le indagini nel 1953 e tra il 1965 e il 1970.
Dell’originario complesso termale sono visibili i resti di tre grandi piscine con relativo sistema di adduzione idrica, di un piccolo teatro per l’intrattenimento dei frequentatori delle terme, di un edificio a pianta centrale con due absidi laterali e di un altro di dimensioni più modeste.
Una sontuosa villa del I sec d.C.
A poche centinaia di metri dall’area archeologica di via degli Scavi, oltrepassando la stazione ferroviaria di Montegrotto e imboccando via Neronian,a si incontra un’altra importante area archeologica che presenta i resti di una sontuosa villa romana databile agli inizi del I secolo d.C. Anche all’interno del vicino Hotel Terme Neroniane è possibile ammirare reperti di epoca romana. In seguito ad alcuni lavori di ristrutturazione sono stati infatti rinvenuti i resti di un altro straordinario complesso termale risalente alla fine del I e inizio del II secolo d.C. Il sito archeologico è visibile da scenografici oblò posti sul pavimento del ristorante dell’Hotel ed è stato reso accessibile anche esternamente grazie alla realizzazione di un passaggio che consente di entrare sotto le fondamenta dell’edificio per ammirare da vicino gli scavi.
Claudia Meschini
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