Nel 2022 sono stati registrati oltre 121 mila lavoratori domestici maschi, il 13,6% dei lavoratori totali
Non ci sono dubbi, che si voglia guardare in positivo per certi aspetti o in negativo per altri le cose sono cambiate. E se fino a qualche tempo fa il lavoro domestico era appannaggio prevalentemente delle donne, oggi non è più così. A confermarlo è il quinto Rapporto annuale sul lavoro domestico, promosso dall’Osservatorio Domina.
Nel 2022, infatti, sono stati registrati oltre 121 mila lavoratori domestici uomini, il 13,6% dei lavoratori totali.
Un fenomeno che si rileva maggiormente in Sicilia, dove la percentuale è del 23% e in Campania del 17%.
Nel 2022 è calata la spesa per il lavoro domestico che vale l’1% del Pil
Secondo quanto mette in evidenza il recente Rapporto, nel nostro Paese i lavoratori domestici italiani segnano un trend in crescita che raggiunge il 30,5% del totale pur tuttavia rimanendo prevalenti per il 69,5% gli stranieri.
Tra questi ultimi, sono i lavoratori dell’Est a segnare il passo con il 35,4% sui lavoratori domestici totali.
Il 17% è rappresentato dagli asiatici che superano il 20% nelle regioni in cui c’è una significativa presenza di colf come in Lazio con il 27,7%, Sicilia 24,7%, Campania 23,8% e Lombardia 22,5%.
Dai dati emerge anche però che, dopo l’aumento progressivo registrato dal 2017, nel 2022 la spesa delle famiglie per il lavoro domestico ha mostrato un calo. In particolare considerati gli 1,86 milioni di lavoratori complessivi domestici, un terzo dei quali si concentra nelle due sole regioni Lombardia e Lazio, ha raggiunto i 14,4 miliardi dei quali 7,7 per le badanti e 6,6 per le colf. E guardando al prodotto interno lordo italiano, il lavoro domestico vale l’1%, mentre a livello territoriale un quinto del Pil è prodotto in Lombardia.
La presenza italiana è maggiore nei livelli più qualificati con oltre il 40%, mentre ai livelli con qualifica inferiore per ben il 75% vi sono stranieri.
L’alto tasso di irregolarità
Nel rapporto si osserva che nel settore del lavoro domestico sono diminuiti i lavoratori regolari.
Nel 2022 i lavoratori regolari risultavano poco meno di 900 mila con un calo del 7,9% che l’Osservatorio Domina spiega con la fine degli effetti della “sanatoria” che ha permesso di regolarizzare molte persone in questo settore. Il comparto è caratterizzato da oltre la metà, 51,8% , di tasso di irregolarità, contro una media nazionale dell’11,3% per tutti i settori. Riguardo agli strumenti di pagamento, le famiglie italiane mantengono l’abitudine a utilizzare poco i mezzi tracciabili. La forma più comune di corresponsione dello stipendio è per il 38% il pagamento in contanti, il 27% utilizza bonifici bancari e il 3% assegni o vaglia. Il 32% delle famiglie non ha un metodo fisso.