Rientrato dai 18 giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale, confessa: “Sono contento di essere tornato”
Ci sono voluti 13 anni di addestramento, per trascorrere 18 giorni in orbita, fuori dall’atmosfera terrestre, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Era quasi scontato, quindi, che Walter Villadei, l’astronauta italiano impegnato come pilota nella missione “Ax-3 Voluntas”, appena rientrato sulla Terra, l’abbia descritta come “un’esperienza incredibile” in occasione dell’evento organizzato presso il Palazzo dell’Aeronautica di Roma per dargli il bentornato.
Sorprende già di più l’altra riflessione del non ancora 50enne colonnello romano: “La Terra vista dallo Spazio – ha ammesso – è bellissima ma sono contento di esserci tornato, perché anche la Terra vissuta a terra è straordinaria”. Uno spaccato di grande umanità: quella che, del resto, non è mancata nemmeno in orbita. A partire dal collegamento con i bambini ricoverati all’ospedale Bambin Gesù, che Villadei incontrerà venerdì, prima di tornare negli Usa per proseguire le attività post missione.
Il racconto di Villadei
Come riporta l’agenzia di stampa Agi, che ha intervistato il militare, uno degli auspici espressi da Villadei è proprio quello che gli esperimenti scientifici condotti in orbita possano aiutare a trovare rimedi ai problemi dei piccoli pazienti. Così, parlando del futuro, l’astronauta ha detto di vederci “la prosecuzione di un percorso. Resto al servizio delle istituzioni italiane e continuerò a sostenere una strategia nazionale per consolidare il ruolo straordinario che ha l’Italia nella Space Economy mondiale, con la sua industria, con le sue istituzioni e con le sue università e centri di ricerca”.
“Alle spalle di un astronauta che vola – ha aggiunto – c’è un sistema e il compito dell’astronauta è quello di portare avanti il programma che gli è stato assegnato. Oggi lo spazio diventa sicuramente un contesto, un ambiente, un dominio dove l’accesso è facilitato ed andremo sempre di più in questa direzione. Abbiamo messo insieme realtà diverse come quelle del mondo militare, accademico, scientifico e industriale. Tutte queste sono riuscite ad elaborare e a portare avanti insieme un programma efficace, consistente, ricco di contenuti, di innovazione, di ricerca”.
Ripercorrendo le proprie emozioni, il colonnello ha invece raccontato: “Quando arrivi a bordo, ogni momento è attività operativa ma si cerca anche di vivere quel momento come persone, in un clima di incredibile collaborazione: abbiamo dimostrato che questo è un modello che funziona.. Ci sono anche opportunità per godersi un pochino questo ambiente unico, straordinario”. “Con Voluntas – ha concluso – l’Italia ha fatto squadra, è diventata una missione di Sistema Paese. Ancora una volta siamo stati e siamo un po’ apripista come storicamente nella vocazione dell’Italia. Abbiamo delle opportunità e delle potenzialità notevoli da poter esprimere nei prossimi anni”.
La missione Voluntas
A chiudere la missione Ax-3 Voluntas è stato l’ammaraggio della navetta Dragon di SpaceX, avvenuto, dopo due giorni dallo sgancio dalla Iss, poco prima delle 14.30 (ora italiana) di venerdì 9 febbraio al largo delle coste di Daytona, in Florida. La spedizione, durata 3 settimane, era iniziata il 18 gennaio con il lancio del razzo Falcon 9 di SpaceX dal Kennedy Space Centre di Cape Canaveral.
In orbita, Villadei aveva svolto 13 attività sperimentali in microgravità, promosse dall’Aeronautica Militare in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, in ambito operativo, medico e tecnologico applicati allo spazio. Nei giorni successivi al rientro, sono stati condotti in laboratorio altri 2 esperimenti per studiare gli effetti della microgravità sul corpo umano.
Tra gli obiettivi cui ha mirato l’attività di sperimentazione, come spiega l’Aeronautica, le possibili ricadute positive nello studio di malattie neurogenerative come l’Alzheimer, della fertilità umana, del cancro, del sistema cardiovascolare. Inoltre, si sottolinea, “il coinvolgimento di attori pubblici e privati, alcuni già di riferimento per il settore spaziale, altri operanti in settori affini o completamente diversi, permetterà un aumento del livello tecnologico e applicativo legato allo spazio, ma non solo”.
Alberto Minazzi
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