Lo avreste mai immaginato che per combattere l’inquinamento in acqua si potessero usare barriere in lana?
Succede in Sardegna, dove il sistema sta funzionando alla Marina Sant’Elmo di Cagliari.
Le troveremo anche in altri porti italiani come ad Ajaccio e Livorno e, all’estero, già esiste in Spagna (alle Baleari e alle Canarie) e in Grecia. In quelle acque è infatti posizionata la “Geolana salvamare”.
Si tratta di banner in lana bianca che si vedono ai lati delle banchine.
La loro funzione, assieme ad altre soluzioni con materiali green – sughero e canapa – per la salvaguardia delle acque marine, è quella di assorbimento e biodegradazione delle chiazze di idrocarburi nei porticcioli.
Banner certificati dal Ministero dell’Ambiente
Partiamo dal dato che nel Mediterraneo il 25% dell’inquinamento è causato dai micro sversamenti quotidiani che si verificano nei porti e nei porticcioli.
E’ nata da qui l’idea sviluppata da un’azienda sarda, la Edizero, in collaborazione con l’Università di Cagliari: utilizzare la lana di pecora.
«L’utilizzo di banner di lana oleo assorbitori ai lati della banchine, una sorta di tappeto per intenderci – spiega Daniela Ducato del settore Ricerca e Sviluppo di Industrie Edizero – è sicuramente una cosa curiosa. La loro efficacia è dimostrata: basti pensare che, presi un kg di lana e un kg di idrocarburi, in 50 giorni il banner – tappeto riduce del 70% la presenza di oli in mare. Si tratta di un sistema nato nel 2016 e che in Italia ha iniziato a svolgere il suo compito in Sicilia, nelle isole Egadi. Ora sta crescendo la sua diffusione in altre zone. In contesti di emergenza – spiega ancora Ducato – quando nelle acque si verifica uno sversamento e c’è la necessità di intervenire immediatamente, alla componente lana si aggiunge il sughero per formare dei “salsicciotti”, in termine tecnico “booms”. Questi vengono agganciati tra loro a formare una barriera galleggiante capace di ridurre l’inquinamento».
L’assorbimento immediato della lana
«La caratteristica fondamentale del sistema – sottolinea Daniela Ducato – è la capacità di rapido assorbimento. Con un kg di “Geolana salvamare” nei momenti di emergenza, in un minuto si catturano 11 kg di oli inquinanti. Un risultato significativo considerata in quei casi l’importanza di impedire agli sversamenti inquinanti di scendere nelle acque».
Dunque una filosofia verde che parte dall’utilizzo di materiali e procedure industriali sostenibili.
I banner sono realizzati al 100% in lana e posizionati dove ci sono le correnti.
Hanno dimensioni che variano da 70 cm a 1 metro e 20 a seconda della tipologia di banchina dove vengono utilizzati. A pelo d’acqua catturano gli inquinanti e svolgono un’azione di depurazione naturale.
L’azienda produttrice è stata inserita nel 2016 al Forum mondiale dell’Economia tra le dieci eccellenze nel campo delle biotecnologie.
La lana di pecora è solo uno dei materiali utilizzati in Italia in contesti “salva-ambiente”.
Oggi sono oltre cento i recuperi dall’agroindustria e dalle filiere del cibo tra le quali lane ovine e vegetali; sughero; canapa; paglie; inerti; calce; surplus di sfalci e potature; sotto lavorazioni agroindustriali del food, del boschivo delle cave e delle parti vegetali non edibili altrimenti destinate a diventare rifiuti.
Un patrimonio naturale non sprecato ma convertito in bio materiali ad alta tecnologia.
Guardando al futuro green per salvaguardare terra e acque.
Silvia Bolognini
