Iata: solo un leggero aumento di incidenti e di vittime dopo la ripartenza dei voli post pandemia
Avete paura di volare? Tranquilli: se anche vi imbarcaste in un aereo tutti i giorni, dovreste statisticamente aspettare 2.263 anni prima che vi capiti un incidente e 25.214 anni per morire in volo. E questo sebbene nell’ultimo anno, l’aviazione commerciale abbia subito 39 incidenti, 10 in più del 2021, con un tasso passato da 1,13 a 1,21 per milione. In pratica, un incidente ogni 826.088 voli.
È però migliorato il tasso di incidenti mortali, che sono stati 5 (2 in meno in un anno), sceso da 0,27 a 0,16 per milione. Dato sotto anche lo 0,20 medio a 5 anni, periodo nel quale sono stati in media 7 per 231 vittime all’anno. I rassicuranti dati emergono dall’ultimo rapporto sulla sicurezza pubblicato dall’International Air Transport Association (Iata), l’organizzazione che raggruppa 300 compagnie aeree internazionali, pari all’83% del traffico mondiale.
Il tutto senza dimenticare che, per la fine praticamente in tutto il mondo delle restrizioni ai viaggi legate alla pandemia, si è registrato un aumento del 25% dei voli rispetto all’anno precedente. Anche se gli oltre 32 milioni di voli sono comunque inferiori del 31% se paragonati con i numeri del 2019, quando i morti in incidenti aerei civili furono 240, scendendo a 132 nel 2020.
Le vittime del cielo nel 2022
Va detto che, lo scorso anno, proprio il numero di vittime di voli aerei civili è tornato nel complesso ad aumentare, passando da 121 a 158. È però anche vero che, sul totale, incide in maniera decisiva l’incidente del 21 marzo, in Cina, quando 132 persone a bordo di un Boeing 737 della China Eastern persero la vita per motivi ancora inesplicabili. E altre 19 il 6 novembre in Tanzania, per lo schianto di un turboelica Atr-42.
Nel 2022 ci sono state anche 5 persone coinvolte in incidenti aerei che hanno perso la vita pur non facendo parte né dell’equipaggio né dei passeggeri a bordo. Il primo è un lavoratore a terra di una compagnia aerea, risucchiato all’interno di un motore prima dello spegnimento dello stesso nei pressi del terminal dell’aeroporto di Montgomery, in Alabama, negli Stati Uniti.
Negli altri due casi, si è trattato di scontri tra mezzi di terra e velivoli in fase di partenza o arrivo. Si tratta di due persone a bordo di una motocicletta sono andate a sbattere contro un aereo in fase di atterraggio a Conakry, in Guinea, e di due vigili del fuoco che, a bordo di un veicolo antincendio, hanno provocato una collisione del mezzo con un aereo in decollo a Lima, in Perù.
Incidenti aerei: tendenze e cause
Dal rapporto Iata emerge in ogni caso una tendenza di lungo termine al miglioramento delle prestazioni di sicurezza del settore, quantificato nel 48% nell’arco degli ultimi 10 anni e spiegato, tra le altre motivazioni, con l’aggiornamento di norme e regolamenti e con la costante formazione dei piloti. Basti pensare che il tasso di incidenti, nel 2013, era di 2,31 per milione, con 11 incidenti mortali nei quali persero la vita 173 persone.
Va detto però che il tasso di incidenti è diverso a seconda delle varie aree geografiche. Il livello più basso di sicurezza si registra in Africa, con 8,70 per milione, in aumento rispetto ai 5,66 del 2021 e anche superiore alla media quinquennale di 5,68. Al secondo posto si posizionano quindi America Latina e Caraibi, con un tasso di 4,07, anche in questo caso in crescita da 1,06 dell’anno precedente e superiore alla media degli ultimi cinque anni (2,24).
Lo scorso anno, il 77% degli incidenti nel trasporto aereo commerciale ha riguardato voli passeggeri. Tra i fattori comuni maggiormente citati spiccano le condizioni meteo avverse, che hanno contribuito agli incidenti nel 31% dei casi, con vento e temporali che, da soli, raggiungono il 18%. Al secondo posto tra i fattori determinanti, con il 26%, la non conformità alle procedure operative standard, mentre gli errori di gestione manuale e controllo di volo, insieme al malfunzionamento dell’aereo, sono terzi con il 21%.
Alberto Minazzi