Qual è il Parco più bello d’Italia?
Lo si saprà alla fine dell’estate.
Quel che per ora è certo è che, tra le 10 meraviglie italiane selezionate da un comitato scientifico composto da architetti, paesaggisti, botanici, storici e giornalisti, figura il Labirinto Borges dell’Isola di San Giorgio Maggiore, a Venezia. Il Concorso, giunto alla sua XVI edizione, gode del patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del Ministero dell’Ambiente, dell’Unesco e dell’Aci, con l’adesione del Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano), e dell’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio). Tra i finalisti di quest’anno annovera anche La Venaria Reale di Torino, Villa Manin a Passariano, il Parco Villa Gregoriana (Lazio), il Giardino della Minerva a Salerno, il Giardino Giusti a Verona, l‘Isola del Garda, la Fattoria di Celle (Toscana), Villa Imperiale a Pesaro (Marche) e il Parco Paternò del Toscano (Sicilia).
Il Labirinto di Venezia
Il Labirinto di Borges, uno spazio di 2.300 metri quadrati, con oltre tremila piante di bosso alte circa 90 cm, è un “capolavoro verde” ricco di significati spirituali.
Ci si arriva da Piazza San Marco, con pochi minuti di vaporetto. Lasciata alle spalle la frenesia della città, sull’Isola di San Giorgio Maggiore si entra in un mondo molto più intimo di cui il Labirinto è parte integrante. Si trova vicino alla celebre Basilica di Andrea Palladio e al complesso benedettino (il più antico monastero della laguna secondo la leggenda) dove dal 1951 ha sede la Fondazione Giorgio Cini.
E’ grazie alla collaborazione tra la Fondazione e Fundación Internacional Jorge Luis Borges che è nato il Labirinto, inaugurato nel 2011.
Dall’Argentina a Venezia
Venezia d’altra parte era tra le città più amate di Borges.
Il noto scrittore argentino, autore, tra gli altri, del racconto “Il giardino dei sentieri che si biforcano”, era profondamente innamorato del naturale labirinto di calli e canali di Venezia, della sua storia e della sua complessità.
A venticinque anni dalla sua morte, la città lo ha così ricordato con questo omaggio, che è la ricostruzione del primo giardino-labirinto realizzato nel 2003 a Mendoza dall’architetto Randoll Coate. Nel percorso lungo poco più di un chilometro si colgono gli oggetti simbolici cari allo scrittore argentino e presenti in molte sue opere come gli specchi, due clessidre, il bastone, la tigre, un enorme punto di domanda e le iniziali della vedova, Maria Kodama. Un luogo dove perdersi per poi ritrovarsi, un luogo che si è voluto rendere fruibile anche agli ipovedenti – in ricordo della cecità che colpì lo scrittore – guidati verso l’uscita da un corrimano che riporta la scritta in braille “El Jardín de senderos que se bifurcan”.
Al Labirinto si accede solo con visita guidata, tutti i giorni della settimana.
Il network “Il Parco Più Bello”
L’idea del premio è nata negli anni ‘90 in America per promuovere al grande pubblico le aree verdi ed è giunta in Italia nel 2003.
Il network nazionale di Parchi e Giardini raggruppa oltre mille “tesori” verdi dal riconosciuto valore paesaggistico e architettonico e per la Città Metropolitana sono presenti il giardino della Fondazione Querini Stampalia a Venezia, i parchi di Villa Belvedere e Morosini a Mirano, il giardino di Villa Widmann Rezzonico Foscari di Mira, il parco di Villa Foscarini Rossi e quello di Villa Pisani, entrambi a Stra.
Proprio il Parco di Villa Pisani è stato vincitore dell’edizione 2008, mentre l’anno scorso la coccarda è andata ad un’altra perla veneta, il Parco di Villa Revedin Bolasco di Castelfranco.
Oltre al Labirinto Borges selezionato per la categoria “Parchi Pubblici”, nella top ten dei finalisti dell’edizione 2019 appare anche il Giardino Giusti di Verona che potrebbe aggiudicarsi il podio per la categoria “Giardini privati”. Sarebbe un bel successo per il Veneto.
Una delle tante meraviglie di Venezia. Prima volta visto dall’alto
E’ vero Dora, è bellissimo
Peccato che il labirinto non sia più visitabile. O meglio non è percorribile ma solo visibile dall’interno delle sale del convento a cui si può accedere solo su visita guidata (a pagamento) solo sabato e domenica.
A parte che si può vedere tutti i giorni dalla settimana, non solo il sabato e la domenica, ma se ci passassi dentro cosa vedresti del bellissimo disegno del labirinto? Solo dall’alto si può apprezzare la simbologia di questo labirinto.
L’articolo è denso di significati e molto interessante. Vivace la scrittura. Complimenti davvero all’autore.