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La prostituzione legale è ora attività con “codice Ateco”

La prostituzione legale è ora attività con “codice Ateco”
Young prostitute receiving money from client, closeup

È operativa dal 1° aprile la nuova classificazione Istat, utilizzata a fini statistici e fiscali, su “Servizi di incontro ed eventi simili”

Il numero è 96.99, ma (nonostante l’ambito sia più o meno quello…) non stiamo parlando di una nuova linea erotica, bensì di un “codice Ateco”, cioè quello adottato, a fini statistici, fiscali e amministrativi, per identificare le diverse attività economiche di imprese, professionisti e organizzazioni. Né, pur essendo iniziato l’utilizzo del nuovo codice dal 1° aprile 2025, si tratta di uno scherzo. Perché adesso anche nel nostro Paese sarà più facile sottoporre a regolare tassazione le attività come la prostituzione o quella svolta dalle escort. Una novità subito oggetto di polemiche, per il possibile contrasto con altre norme del nostro ordinamento giuridico, anche se l’Istat ha subito chiarito il riferimento alle sole attività legali.

Quali sono le attività che rientrano nel nuovo codice Ateco

La nuova classificazione sviluppata dall’Istat era già stata presentata a dicembre, ma solo ora è divenuta operativa. La completa ristrutturazione della “divisione 96”, “prevedendo nuovi gruppi e nuove classi”, è avvenuta recependo nel nostro ordinamento il codice utilizzato a livello europeo per le “Altre attività di servizi alla persona”. È stata dunque l’Unione Europea a riportare, tra le altre attività facenti riferimento al codice 96.99, anche eventi legati alla prostituzione e organizzazione di eventi sessuali. Per esempio, all’interno del codice 96.99.92, riferito specificamente ai “Servizi di incontro ed eventi simili”, rientrano le attività delle escort e quelle svolte da agenzie di incontro e agenzie matrimoniali, la fornitura o organizzazione di servizi sessuali e la gestione di locali di prostituzione, l’organizzazione di incontri e altre attività di speed networking e speed dating, ma anche quella di eventi di prostituzione.

La prostituzione in Italia

Riguardo al cosiddetto “mestiere più antico del mondo”, va fatta innanzitutto una precisazione. In Italia, oggi, chi svolge un’attività di prostituzione non commette alcun reato. Pur ammettendo che si tratta di un comportamento degradante e contrario al buon costume, il legislatore ne ha escluso l’illiceità penale, in quanto si rientra nell’ambito della libertà di autodeterminazione della persona. L’ultimo rapporto sull’“Economia non osservata”, pubblicato a fine 2024 dall’Istat con dati relativi al 2022, ha stimato in 4,7 miliardi di euro i consumi per i servizi di prostituzione, in crescita del +4% dal 2021. Va ricordato però che si ritorna nell’ambito della punibilità penale, con sanzioni che possono raggiungere i 6 anni di reclusione e multe fino a 10.329 euro (ed è stata presentata una proposta di legge per arrivare rispettivamente a 8 anni e 25 mila euro), oltre alla confisca degli incassi in quanto provento di reato, per chi sfrutta, induce e favoreggia la prostituzione di altre persone.

Il tema della legalità

Già nel 1996 la Cassazione, con una sentenza ribadita da un altro pronunciamento del 2011, ha spiegato che l’attività di meretricio, quando svolta in forma abituale, può essere assimilata al lavoro autonomo. Ma anche i redditi derivanti da quella svolta in forma occasionale, sempre autonomamente, possono essere tassati, in quanto rientrante nella categoria dei “redditi diversi”. La principale critica che è stata mossa, anche del Codacons, all’introduzione della regolamentazione attraverso la previsione di specifici codici Ateco riguarda dunque proprio il possibile contrasto con le norme che sanzionano i comportamenti definiti come illeciti penali dal nostro ordinamento. In realtà, ha chiarito l’Istat in una nota, mentre a livello comunitario vanno incluse nel codice 96.99 anche le attività illegali, “l’implementazione della classificazione Ateco 2025 a livello nazionale riguarderà solo gli operatori economici residenti che svolgono attività legali”.

Alberto Minazzi

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