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La pioggia di lapilli, il caldo, la lava: il nulla

La pioggia di lapilli, il caldo, la lava: il nulla

Nuovi ritrovamenti aiutano a ricostruire gli ultimi momenti di vita delle vittime di una delle più grandi catastrofi naturali dell’antichità

Sono morti incastrati nel piccolo locale senza finestre, utilizzato temporaneamente come camera da letto durante i lavori di restauro della propria abitazione, nel quale si erano rifugiati per scampare ai lapilli che da alcune ore dal Vesuvio avevano iniziato a cadere come pioggia su ogni spazio aperto dell’urbs.
Erano probabilmente una coppia l’uomo e la donna i cui scheletri sono stati ritrovati ancora nell’area di scavo della Regio IX , Insula 10 di Pompei.

Regio IX pianta Agosto 2024

Erano pronti per la fuga tra i lapilli

Nella posizione in cui sono emersi, lei sul letto, con accanto i loro averi (monete d’argento e di bronzo e alcuni monili in oro e perle) lui accanto alla porta che doveva aprirsi per lasciar loro scampo al termine del fenomeno, lasciano ben immaginare quei loro ultimi momenti,  dapprima di speranza e poi di terrore e forse di rassegnazione.
In quel lontano 79 d. C.la pioggia di lapilli non si è fermata, il vulcano ha iniziato a eruttare, il calore a permeare in ogni anfratto, la lava a entrare in casa dalle finestre, a bloccare ogni possibilità d’uscita da quell’angusto spazio di cui, sulla cenere, sono stati ritrovate anche le impronte degli arredi: oltre al letto, anche una cassa, un candelabro in bronzo e un tavolo.

 

 

Un approfondimento scientifico sull’ultimo ritrovamento di Pompei è stato di recente pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei. Ma altri studi e nuovi scavi sono previsti nel territorio, soprattutto tra Civita Giuliana e Villa dei Misteri, così come sull’area dell’antica Oplonti, nel comune di Torre Annunziata.

“L’opportunità di analizzare i preziosissimi dati antropologici relativi alle due vittime rinvenute all’interno del contesto archeologico che ne ha segnato la tragica fine, permette di recuperare una quantità notevole di dati sulla vita quotidiana degli antichi pompeiani e sulle micro storie di alcuni di essi, con una documentazione precisa e puntuale, confermando l’unicità del territorio vesuviano. – ha sottolineato il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – Un lavoro che vede la collaborazione tra archeologi, antropologi e vulcanologi impegnati nella ricostruzione degli ultimi istanti di vita di uomini, donne e bambini periti durante una delle più grandi catastrofi naturali dell’antichità.

“Pompei – ha concluso – rimane un grande cantiere di ricerca e restauro, ma nei prossimi anni ci aspettiamo importanti sviluppi negli scavi archeologici e nella valorizzazione anche dal territorio, anche grazie agli investimenti Cipess annunciati in questi giorni dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.“

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Tag:  Pompei

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