Società +

La moda ha 40 mila anni

La moda ha 40 mila anni
Un momento della sfilata di Giorgio Armani all'Arsenale di Venezia

Lo rivela uno studio secondo il quale nel Paleolitico sono stati realizzati i primi aghi dotati di cruna per decorare e personalizzare gli abiti

Fashion, trendy, minimal, aesthetic, designer e la lista potrebbe continuare. Sono tutti termini che oggi sono soliti essere utilizzati nell’ambito della moda, o per utilizzare un altro termine inglese, nel fashion system dove si incrociano gusto, creatività, comunicazione e spettacolo fatto di passerelle scintillanti e modelle.
Ma vi siete mai chiesti quando è iniziata l’età della moda?
Pensate che la sua nascita risale al Paleolitico, quando sono stati sviluppati i primi aghi dotati di cruna che erano utilizzati per dare un tocco diverso agli indumenti.
Da quel momento l’abbigliamento, che fino ad allora era considerato solo una protezione dal freddo, è diventato un mezzo per esprimere la propria identità.
Lo rivela uno studio di un team internazionale, guidato dall’archeologo Ian Gilligan dell’università di Sidney e pubblicato sulla rivista Science Advances.

Dai punteruoli in osso agli aghi con cruna

Gli aghi con gli occhielli, la cruna dove far passare il filo, così come li conosciamo oggi, sono tra i manufatti più iconici del Paleolitico.
Tuttavia, recenti scoperte in Africa ed Eurasia hanno dimostrato che il confezionamento di indumenti principalmente con lo scopo di proteggersi dal freddo, avvenivano anche con altri strumenti quali i punteruoli in osso e i raschiatoi in pietra per pelli di animali che servivano a preparale per l’isolamento termico quando gli ominidi occupavano ambienti più freddi e hanno facilitato la creazione di indumenti più aderenti. I primi punteruoli in osso si trovano nell’Africa meridionale nella grotta di Plombos circa 73 mila-70 mila anni fa.

Punteruoli in osso provenienti dalla grotta di Blombos, nell’Africa meridionale, scoperti negli strati di Still Bay datati a circa 73.000-70.000 anni fa.


Con l’invenzione di aghi a occhio chiuso in osso, apparsi circa 40 mila anni fa in Siberia, 38 mila nel Caucaso, 30 mila in Asia orientale e da 26 mila in Europa, si ha testimonianza che la moda di allora si stava evolvendo verso esigenze di maggiore raffinatezza ed efficienza.

L’abbigliamento paleolitico si evolve

Verso la fine dell’ultimo periodo glaciale, nelle regioni più fredde dell’Eurasia c’era la necessità di indossare continuamente indumenti per proteggersi e proprio in questo periodo la loro decorazione avrebbe sostituito quella della pelle del corpo, ormai perennemente coperta e nascosta alla vista.
Come spiega Gilligan, l’archeologo che ha guidato lo studio, da qui è nata l’esigenza degli aghi con la cruna, utili per il cucito molto fine necessario per decorare i vestiti.

moda
Perline di conchiglie di Nassarius kraussianu provenienti dagli strati di Blombos Cave Still Bay, nell’Africa meridionale, datate a circa 73.000-70.000 anni fa.

Non solo, vi era infatti anche la necessità di biancheria intima negli assemblaggi di indumenti multistrato. Gli aghi a occhiello inoltre sarebbero stati utili anche per aggiungere finiture in pelliccia sia a scopi termici che decorativi. Proprio perché sono stati un progresso tecnologico che ha facilitato la protezione dal freddo e la trasformazione dell’abbigliamento in abito, gli aghi con cruna hanno segnato un punto di svolta nella preistoria umana.

moda
Variazione morfologica nella dimensione e nella forma degli aghi con cruna del tardo Pleistocene.

L’abbigliamento: da necessità fisica a ruolo sociale

E l’ornamento, con l’attaccatura di perline, conchiglie e altri piccoli oggetti decorativi agli indumenti, via via incentivato e agevolato dagli aghi con cruna, ha significato che l’abbigliamento ha subito una trasformazione dalla necessità fisica a quella sociale.

Uno studio su più di duecento aghi oculari del tardo Pleistocene prevenienti da siti eurasiatici e paleoindiani in Nord America ha identificato una significativa diversità nelle loro dimensioni e forma.
In Cina erano grandi e robusti, suggerendo che erano utilizzati per la creazione di abiti spessi e sartoriali e oggetti in pelle. La differenza tra quelli provenienti dalla Siberia e quelli della Cina fa pensare che vi sia stata una creazione indipendente tra le due zone, mentre una variazione minima nella dimensione dell’ago è indicata durante il Paleolitico superiore in Siberia. La comparsa relativamente tardiva degli aghi oculari nell’Europa occidentale riflette probabilmente climi marittimi più miti rispetto alle varietà stagionali più estreme che si trovano nell’Eurasia centrale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.